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#arenaestiva: “Don’t Worry”, un film di Gus Van Sant, la recensione

Don’t Worry (Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot, Usa, 2018) di Gus Van Sant con Joaquin Phoenix, Jonah Hill, Rooney Mara, Jack Black, Beth Ditto, Olivia Hamilton, Udo Kier, Kim Gordon, Heather Matarazzo

Sceneggiatura di Gus Van Sant, dalla biografia Don’t Worry, He Won’t Get Far on Foot di John Callahan

Biografico, 1h 53′, Adler Entertainment, in uscita il 29 agosto 2018

Voto: 6 su 10

Il progetto su un film biografico sulla figura del vignettista satirico John Callahan, scomparso nel 2010, risale ad oltre vent’anni fa: fu Robin Williams a interessarsi per primo alla vita difficile ma, per molti aspetti, gioiosa del celebre cartoonist del New Yorker, tanto da acquistarne i diritti dell’autobiografia per poterlo interpretare in prima persona. Già all’epoca il regista designato a prendere in mano le redini del progetto era Gus Van Sant, reduce dal successo di Will Hunting – con cui proprio Williams ottenne in suo primo, sospiratissimo e applauditissimo Oscar – ma, per vari motivi, ne se ne riuscì mai a fare nulla, fino alla tragica morte del grande Robin. Fu allora che Van Sant capì che portare sullo schermo la vita di un alcolista non era la mossa giusta, ma che la cosa migliore sarebbe stata raccontare il percorso di recupero di Callahan nel periodo che seguì al terribile incidente stradale che lo paralizzò su una sedia a rotelle. 

“Sex Tape – Finiti in rete”, quanto è squallida questa commedia

Sex Tape – Finiti in rete (Sex Tape, Usa, 2014) di Jake Kasdan con Cameron Diaz, Jason Segel, Rob Lowe, Jack Black, Rob Corddry

Sceneggiatura di Kate Angelo, Jason Segel, Nicholas Stoller

Commedia, 1h 30′, Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita l’11 settembre 2014

Voto: 2 su 10

Diciamolo francamente: non se ne può più di queste pseudo-commedie ridanciane che della matrice apatowiana (nel senso di Judd Apatow, il regista di 40 anni vergine e Molto incinta) hanno conservato solamente gli elementi grevi e più superficiali. L’ondata di filmacci tutti uguali e tutti brutti è inarrestabile, non uno che abbia una trama degna di essere considerata tale, non uno che abbia uno straccio di sceneggiatura, non uno che proponga un umorismo che riesca seppur minimamente a discostarsi dai soliti falli di gomma. Sex Tape, dell’un tempo promettente Jake Kasdan – figlio di cotanto Lawrence – è probabilmente tra i peggiori esempi della categoria.