Tag Archives: F. Murray Abraham

“Grand Budapest Hotel”, una giostra di stile che rasenta l’esercizio

Grand Budapest Hotel (id, Usa, 2013) di Wes Anderson con Ralph Fiennes, Tony Revolori, Saoirse Ronan, Adrien Brody, Tilda Swinton, Harvey Keitel, Owen Wilson, Willem Defoe, Jason Schwartzman, Edward Norton, Mathieu Amalric, Lèa Seydoux, Jude Law, Bill Murray, F. Murray Abraham, Jeff Goldblum, Tom Wilkinson, Giselda Volodi, Bob Balaban

Sceneggiatura di Wes Anderson e Hugo Guinness, dai racconti di Stefan Zweig

Commedia, 1h 40′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 10 aprile 2014

Voto: 6 su 10

Sette anni fa, per caso, il regista statunitense Wes Anderson, pupillo della giovane critica cinematografica e candide del mezzo in senso elegantemente infantile, venne a conoscenza della narrativa di Stefan Zweig, lo scrittore austriaco più umanista, limpido e pacifista delle prime decadi del Novecento. Due universi affini che convergeranno naturalmente in Grand Budapest Hotel, sorta di intrigo internazionale ispirato da L’impazienza del cuore e Estasi di libertà, oltre che al grande cinema europeo dei maestri come Lubitsch, Ophuls e Wilder (ma l’elenco potrebbe essere ancora più lungo).

“A proposito di Davis”, i Coen per l’elegia di un epoca e del (grande) cinema

A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis, Usa, 2013) di Joel e Ethan Coen, con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, John Goodman, Garrett Hedlund, F. Murray Abraham, Stark Sands, Adam Driver, Jerry Grayson, Robin Bartlett, Max Casella, Jake Ryan

Sceneggiatura di Joel e Ethan Coen, ispirato alla biografia del musicista Dave Van Ronk “Manhattan Folk Story” (ed. BUR Rizzoli)

Commedia, 1h 45′, Lucky Red, in uscita il 6 febbraio 2014

Voto: 9 su 10

Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Quelle malinconiche, amorevoli emozioni che i Coen sanno così ben filtrare quando raccontano storie, epoche e personaggi a loro congeniali. Tornati malconci dal vecchio west dell’ultimo Il Grinta, i due fratelli di Minneapolis si sono rifatti con A proposito di Davis, già vincitore del Grand Prix della giuria allo scorso Festival di Cannes, e in corsa con due candidature agli Oscar per fotografia e sonoro (troppo raffinato e intimo per stregare più di tanto i membri dell’Academy).

“Love, Marilyn”, il documentario sui frammenti di un mito

Love, Marilyn – I diari segreti (Love, Marilyn, Usa/Francia, 2012) di Liz Garbus, con F. Murray Abraham, Elizabeth Banks, Adrien Brody, Ellen Burstyn, Glenn Close, Hope Davis, Viola Davis, Jennifer Ehle, Ben Foster, Paul Giamatti, Jack Huston, Stephen Lang, Lindsay Lohan, Janet McTeer, Jeremy Piven, Oliver Platt, David Strathairn, Lily Taylor, Uma Thurman, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood

Sceneggiatura di Liz Garbus, tratto da “Fragments” di Marilyn Monroe (Feltrinelli) e da estratti dalle memorie di Truman Capote, Elia Kazan e Natasha Lytess, scritti privati di Marilyn Monroe e Ralph Greenson, opera di Arthur Miller, estratti da un poema di Norman Rosten, estratti dai libri di Gloria Steinem e Norman Mailer, estratti dalle lettere di Billy Wilder.

Documentario, 1h 47’, Feltrinelli Real Cinema, dal 30 settembre al 2 ottobre in tutte le sale The Space Cinema, e in homevideo dal 9 ottobre 2013

Voto: 7 su 10

A più di 50 anni dalla morte di Marilyn Monroe, da quella terribile notte d’agosto in cui una stella si spegneva per sempre in una villetta di Helena Drive e un mito iniziava la sua lunga strada per l’eternità,  c’è ancora interesse ad approfondirne vita, amori e sfortune. È stato detto talmente tanto di Norma Jean Baker, con qualsiasi mezzo di comunicazione, che c’è ancora voglia di lei. Liz Garbus, celebre documentarista americana (tra i suoi lavori, Bobby Fisher against the world), per il suo progetto sull’attrice, parte dal libro di memorie “Fragments” (edito in Italia da Feltrinelli), antologia di appunti, poesie, liste, suggerimenti e promemoria scritte di getto dalla mano insicura di Marilyn, che l’amica Susan Strasberg ha ritrovato nei classici scatoloni in soffitta.

“Ti ho cercata in tutti i necrologi”, Giannini stracult in un thriller folle

Ti ho cercata in tutti i necrologi (Italia, 2013) di Giancarlo Giannini, con Giancarlo Giannini, Silvia De Santis, F. Murray Abraham, Jeffrey R. Smith, Mary Asiride

Soggetto di Lorenzo Cairoli, sceneggiatura di Luca D’Alisera, Ludovica Rampolli, Massimo Guglielmo

Thriller, 1h 45’, Bolero Film, in uscita il 30 maggio 2013

Voto D’Errico: 4 su 10

Voto Di Giacomantonio: 5 su 10

Il ritorno di Giancarlo Giannini alla direzione cinematografica, a 25 anni da Ternosecco, è con un thriller volutamente eccessivo e trascendentale, ispirato a fatti africani realmente accaduti; una sfida affrontata senza rete, con incoscienza e istintività, per riportare in sala un genere scomparso da tempo dalle nostre produzioni. Prendiamo atto con Ti ho cercata in tutti i necrologi che non sempre il coraggio è sinonimo di qualità.

“Ti ho cercata in tutti i necrologi” di Giancarlo Giannini, la conferenza stampa

“Tempo fa mi venne raccontata la storia di alcuni uomini africani che si facevano pagare per partecipare a una caccia: alcuni turisti di varie nazioni li inseguivano per ucciderli mentre loro cercavano di mettersi in salvo”.

Nasce da questa brutale suggestione il film Ti ho cercata in tutti i necrologi, seconda prova registica per il nostro Giancarlo Giannini, a 25 anni dall’esordio dietro la macchina da presa con Ternosecco.

“Goltzius and the Pelican Company”, la sostenibile pesantezza del solito Greenaway

Goltzius and the Pelican Company (id, Olanda/GB, 2012) di Peter Greenaway con F. Murray Abraham, Ramsey Nasr, Giulio Berruti, Flavio Parenti, Kate Moran, Pippo Delbono, Lars Eidinger, Anna Louise Hassing, Halina Reijn, Vincent Riotta, Francesco De Vito, Maaike Neuville, Lisette Malidor, Stefano Scherini.

Sceneggiatura di Peter Greenaway

Biografico/storico/commedia, 2h08’, Kasander Film Company, Mp Film.

Festival Internazionale del Film di Roma 2012, CineMaXXI.

Voto: 6½ su 10

Nuovo tassello nella personale enciclopedia dell’uomo e del cosmo per il regista de Lo zoo di Venere e Il ventre dell’architetto, che torna a un’opera per il cinema a cinque anni da Nightwatching, film incentrato sulla figura di Rembrandt e rimasto colpevolmente inedito in Italia, che insieme a Goltzius forma i primi due capitoli di una ipotetica trilogia da completarsi con un ultimo lavoro su Hieronymus Bosch.