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“L’inganno”, un film di Sofia Coppola, la recensione

L’inganno (The Beguiled, Usa, 2017) di Sofia Coppola con Nicole Kidman, Colin Farrell, Kirsten Dunst, Elle Fanning, Oona Laurence, Angourie Rice, Addison Riecke, Emma Howard

Sceneggiatura di Sofia Coppola, dal romanzo “A Painted Devil” di Thomas Cullinan

Drammatico, 1h 31’, Universal Pictures International Italy, in uscita il 21 settembre 2017

Voto: 6 su 10

Buona regola sarebbe non fare confronti tra rifacimento e originale, ogni opera dovrebbe avere il diritto di poter vivere di vita propria e di potersi esprimere secondo le intenzioni e la sensibilità del suo autore, al di là del pregresso che lo stesso soggetto può aver avuto. Spesso però i paragoni si fanno inevitabili, soprattutto se l’archetipo è considerato un capolavoro a tutti gli effetti. L’inganno di Sofia Coppola, più che il remake del meraviglioso La notte brava del soldato Jonathan diretto da Don Siegel nel 1971, è la rilettura in chiave femminile del romanzo “A Painted Devil” di Thomas Cullinan, da cui entrambi i film sono tratti.

“La legge della notte”, un film di Ben Affleck, la recensione

La legge della notte (Live by night, Usa, 2017) di Ben Affleck con Ben Affleck, Sienna Miller, Elle Fanning, Chris Messina, Zoe Saldana, Chris Cooper, Brendan Gleeson, Remo Girone, Scott Eastwood, Anthony Michael Hall, Max Casella

Sceneggiatura di Ben Affleck, dal romanzo omonimo di Dennis Lehane

Thriller, 2h 08’, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 2 marzo 2017

Voto: 3 su 10

Più volte abbiamo avuto modo di ribadire quanto la presenza scenica di Ben Affleck, specie negli ultimi anni, possa essere deleteria per un film, in netto contrasto con le sue notevoli qualità registiche. L’attore californiano, con La legge della notte, si macchia però di un’ulteriore colpa: non solo dirige questa trasposizione cinematografica dal romanzo omonimo di Dennis Lehane (autore già valorizzato da Affleck nel suo eccellente esordio dietro la macchina da presa, Gone Baby Gone), non solo chiama se stesso a interpretare in maniera penosa il protagonista principale, praticamente sempre in scena, ma soprattutto scrive da solo la sceneggiatura. Il risultato è di un’ingenuità tale da fare a botte con la sicumera sfoggiata dalla star in quella che doveva essere una sua grande occasione artistica, molto attesa dopo l’Oscar ricevuto per Argo nel 2012.

RomaFF11 – Alice nella città: “Three Generations”, un film di Gaby Dellal

Three Generations (id, Usa, 2016) di Gaby Dellal con Naomi Watts, Elle Fanning, Susan Sarandon, Linda Emond, Tate Donovan, Sam Trammell

Sceneggiatura di Nikole Beckwith

Drammatico, 1h 28’, Videa, in uscita il 24 novembre 2016

Voto: 6½ su 10

Progetto coltivato dalla sua autrice Gaby Dellal fin dal 2012 e purtroppo vittima di un travaglio produttivo che ne ha fatto slittare l’uscita in sala per più di un anno, finalmente Three Generations vede la luce dopo aver cambiato più volte pelle ed essere stato sottoposto a una serie di tagli e aggiustamenti (titolo compreso, che in origine era About Ray) forse opinabili. Tutto merito di Harvey Weinstein, quindi, se l’attenzione verso la protagonista più giovane, un’adolescente transgender, è stata dirottata verso lo strampalato nucleo famigliare in cui vive.

“Maleficent”: Disney rivaluta o rinnega il suo cattivo per eccellenza?

Maleficent (id, USA 2014) di Robert Stromberg, con Angelina Jolie, Elle Fanning, Sam Riley, Sharlto Copley, Juno Temple, Lesley Manville, Imelda Staunton, Brenton Thwaites, Miranda Richardson, India Eisley, Marama Corlett, Peter Capaldi, Toby Regbo, Kenneth Cranham

Sceneggiatura: Linda Woolverton, Paul Dini

Fantasy/Avventura, 1h e 36’, Walt Disney Pictures, in uscita il 28 maggio 2014

Voto Ozza: 6½ su 10
Voto D’Errico: 5½ su 10

Provate ad andare al cinema pensando che Maleficent non sia un film collegato al cartoon La bella addormentata nel bosco di Disney e al suo magnifico e cattivissimo personaggio antagonista, Malefica. Scoprirete un film a metà fra una fiaba, una parodia e un fantasy niente male, che coinvolge e diverte. Il regista, Robert Stromberg, è al suo esordio, ha preso il progetto in mano dopo una serie di colleghi che vi hanno rinunciato – gettando la spugna e rallentando di parecchio la lavorazione – viene dal mondo della scenografia e si vede: curatissimo nei dettagli, con rimandi estetici ad Avatar (per il quale vinse il suo secondo Oscar, il primo arrivò con Alice in Wonderland, altra produzione Disney con qualche licenza di troppo), dove il mondo che circonda i protagonisti diventa parte integrante della storia.