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“Il vizio dell’arte”: Bruni e De Capitani per Bennett a Milano

IL VIZIO DELL’ARTE
di Alan Bennett
Traduzione di Ferdinando Bruni
Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
Costumi di Saverio Assumma
Musiche dal vivo Matteo de Mojana
Con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani, Ida Marinelli, Umberto Petranca, Alessandro Bruni Ocaña, Michele Radice, Vincenzo Zampa, Matteo de Mojana
Produzione Teatro dell’Elfo
Con il Patrocinio di Regione Lombardia.
FINO AL 16 NOVEMBRE IN SCENA AL TEATRO “ELFO PUCCINI” DI MILANO.

Voto: 8 su 10

Con un riuscitissimo esercizio di teatro nel teatro, Bruni e De Capitani portano in scena un pezzo vivace, che parla di teatro guardandolo dall’interno, parla di poesia, di omosessualità, di amicizia e di etica.

“La vita cronica”: l’Odin Teatret conquista Milano

LA VITA CRONICA
Odin Teatret a Milano – 50 anni di teatro
Testi di Ursula Andkjær Olsen e Odin Teatret
Drammaturgo Thomas Bredsdorff
Regia e drammaturgia Eugenio Barba
Costumi Odin Teatret, Jan de Neergaard
Con Kai Bredholt, Roberta Carreri, Jan Ferslev, Elena Floris, Donald Kitt, Tage Larsen, Sofía Monsalve, Iben Nagel Rasmussen, Fausto Pro, Julia Varley
Disegno luci Odin Teatret
Produzione Nordisk Teaterlaboratorium (Holstebro), Teatro de La Abadía (Madrid), The Grotowski Institute (Wroclaw)
Al Teatro dell’Elfo di Milano fino al 25 ottobre 2014

Voto: 9 su 10

La vita cronica è un’ora e mezza di scossoni all’anima, un’ora e mezza in cui ti annulli e ti lasci trascinare dagli attori in un mondo lontano ma sempre più vicino, un mondo in cui la guerra ha alterato equilibri e animi. Lo spazio scenico canonico è annullato a favore di un ambiente in cui attori e spettatori convivono e condividono emozioni e sensazioni. Per tutta la durata dello spettacolo il rapporto tra pubblico e scena è violento, le voci degli attori sono vicine, si percepisce il sudore e la polvere, il ghiaccio si rompe, le monetine continuano a cadere rumorosamente. Il filo del discorso non è lineare, ma d’altronde, cosa c’è di lineare in tutto quello che la guerra lascia dietro di se?