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Venezia76 – Concorso: “Guest of Honour”, un film di Atom Egoyan, la recensione

Guest of Honour (id, Canada, 2019) di Atom Egoyan con David Thewlis, Laysla De Oliveira, Luke Wilson, Rossif Sutherland, Tennille Read, Gage Munroe

Sceneggiatura di Atom Egoyan

Drammatico, 1h 44’

Voto: 6½ su 10

Ritorna Atom Egoyan e il suo carico di ossessioni e rielaborazioni di un passato che tormenta: è Guest of Honour, ultima fatica dello stimato regista armeno-canadese che, finalmente, torna a girare in patria dopo alcune non felicissime sortite statunitensi. Da tempo, però, la vena creativa dell’autore di Exotica e de Il dolce domani sembra essersi appannata, come prigioniera di un torpore che non lascia più trasparire le angosce di una volta, quasi vittima dei suoi stessi labirinti mnemonici.

“Il mistero di Donald C.”, un film di James Marsh, la recensione

Il mistero di Donald C. (The Mercy, GB, 2017) di James Marsh con Colin Firth, Rachel Weisz, David Thewlis, Jonathan Bailey, Adrian Schiller

Sceneggiatura di Scott Z. Burns

Drammatico, 1h 41′, Adler Entertainment, in uscita il 5 aprile 2018

Voto: 6 su 10

“Ho deciso di andare perché, se fossi rimasto, non avrei più avuto pace”. Sono parole di Donald Crowhurst, velista dilettante sconosciuto ai più, che nel 1968 partecipò alla Golden Globe Race indetta dal Sunday Times, con l’obiettivo di circumnavigare il globo in solitaria e senza soste. A interpretarlo sullo schermo è un attore di classe come Colin Firth che, con i capelli scompigliati dal vento e l’aria tormentata di chi deve fare i conti prima di tutto con la solitudine del navigatore, è ancora più affascinante. Dirige James Marsh, assente in cabina di regia dai tempi dell’assai acclamato La teoria del tutto su Stephen Hawkins, che per questo suo ultimo lavoro sembra rifarsi all’intima ossessione che muoveva Philippe Petit, il funambolo che cammino su un cavo teso tra le due Twin Towers, nel documentario Man on Wire.

“Wonder Woman”, un film di Patty Jenkins, la recensione

Wonder Woman (id, Usa, 2017) di Patty Jenkins con Gal Gadot, Chris Pine, Connie Nielsen, Robin Wright, Danny Huston, David Thewlis, Saïd Taghmaoui, Ewen Bremner, Eugene Brave Rock, Lucy Davis, Elena Anaya

Sceneggiatura di Allan Heinberg, basato sul personaggio DC Wonder Woman creato da William Moulton Marston

Avventura, 2h 01’, Warner Bros. Pictures, in uscita il 1 giugno 2017

Voto: 5½ su 10

Erano in molti ad attendere l’uscita in sala di quest’ultimo cinecomic targato DC: il primo interamente dedicato ad un’eroina femminile e il primo, in aggiunta, ad essere diretto da una donna. Chi segue il genere – fortunato al botteghino ma vituperato dai critici (tutti i film prodotti dopo “Il cavaliere oscuro” di Christopher Nolan hanno costantemente deluso le aspettative) – ben conosce il marchio di fabbrica che i blockbuster tratti dai comic books di questa casa editrice portano con sé: supereroi dagli animi oscuri, dark come i film dei quali sono protagonisti, che combattono, in grandeur hollywoodiana, per risolvere dilemmi di natura etico-esistenziale.

“Legend”, Hardy si sdoppia per i gemelli Kreys ma il film è fiacco

Legend (id, GB, 2015) di Brian Helgeland con Tom Hardy, Emily Browning, Taron Egerton, David Thewlis, Colin Morgan, Tara Fitzgerald, Cristopher Eccleston, Chazz Palminteri, Duffy

Sceneggiatura di Brian Helgeland, dal romanzo “The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins” di John Pearson

Biografico, 2h 12′, 01 Distribution, in uscita il 3 marzo 2016

Voto: 6 su 10

Non nuova al grande schermo, la leggenda dei due gemelli Kray torna al cinema venticinque anni dopo The Krays – I corvi di Peter Medak, dove i due gangster dell’East End di Londra erano interpretati da Martin e Gary Kemp della pop band Spandau Ballet. In Legend, diretto dallo sceneggiatore premio Oscar di L.A. Confidential e Mystic River Brian Helgeland, Ronald e Reggie Kray hanno il volto di Tom Hardy, impegnato in una doppia performance ad altissima richiesta carismatica che salva in extremis il film dalle secche di una narrazione piena di squilibri.

“Anomalisa”, intimismo esistenziale in stop motion da Charlie Kaufman

Anomalisa (id, Usa, 2015) di Charlie Kaufman, Duke Johnson con (le voci di) David Thewlis, Jennifer Jason Leigh, Tom Noonan

Sceneggiatura di Charlie Kaufman

Animazione, 1h 30′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 25 febbraio 2015

Voto: 8 su 10

Atteso ritorno alla regia, dopo lo sfortunato Synecdoche, New York, del geniale sceneggiatore di Essere John Malkovich e Eternal Sunshine of the Spotless Mind. Charlie Kaufman, in coppia con l’esperto animazionista Duke Johnson, firma con Anomalisa un dramma esistenziale in stop motion a passo uno – ossia fotogramma per fotogramma – che non si discosta molto dai malesseri che permeavano l’opera precedente.

“Macbeth”, trasposizione cruenta ma scontata, manca la motivazione

Macbeth (id, Francia/GB, 2015) di Justin Kurzel con Michael Fassbender, Marion Cotillard, Paddy Considine, David Thewlis, Sean Harris, Jack Reynor, Elizabeth Debicki

Sceneggiatura di Jacob Koskoff, Todd Louiso, Michael Lesslie dal “Macbeth” di William Shakespeare

Drammatico, 1h 53′, Videa, in uscita il 5 dicembre 2016

Voto: 5 su 10

Che scupío quest’ennesimo Macbeth tratto da Shakespeare, presentato in concorso a Cannes, dove non ha mancato di suscitare dibattito. Ha ancora senso, oggi, una trasposizione dal Bardo? La risposta è ovviamente sì, perché nulla è in grado di sollevare dilemmi morali ancora modernissimi e interrogativi sull’oscurità della natura umana quanto un testo shakespeariano. Ma, soprattutto se la storia è ormai nota, diventa oltremodo indispensabile trovare una chiave di lettura originale, capace di giustificarne una nuova proposta.

RomaFF10. Selezione Ufficiale: “Legend” di Brian Helgeland

Legend (id, GB, 2015) di Brian Helgeland con Tom Hardy, Emily Browning, Taron Egerton, David Thewlis, Colin Morgan, Tara Fitzgerald, Cristopher Eccleston, Chazz Palminteri, Duffy

Sceneggiatura di Brian Helgeland, dal romanzo “The Profession of Violence: The Rise and Fall of the Kray Twins” di John Pearson

Biografico, 2h 12′, 01 Distribution, in uscita il 21 gennaio 2016

Voto: 6 su 10

Non nuova al grande schermo, la leggenda dei due gemelli Kray torna al cinema venticinque anni dopo The Krays – I corvi di Peter Medak, dove i due gangster dell’East End di Londra erano interpretati da Martin e Gary Kemp della pop band Spandau Ballet. In Legend, diretto dallo sceneggiatore premio Oscar di L.A. Confidential e Mystic River Brian Helgeland, Ronald e Reggie Kray hanno il volto di Tom Hardy, impegnato in una doppia performance ad altissima richiesta carismatica che salva in extremis il film dalle secche di una narrazione piena di squilibri.

“La teoria del tutto”, biopic edificante con un Redmayne da Oscar

La teoria del tutto (The Theory of Everything, GB, 2014) di James Marsh con Eddie Redmayne, Felicity Jones, Charlie Cox, Emily Watson, David Thewlis, Simon McBurney

Sceneggiatura di Anthony McCarten, dal libro “Travelling to Infinity: My Life with Stephen” di Jane Hawking

Biografico, 2h 03′, Universal Picures International Italy, in uscita il 15 gennaio 2015

Voto: 6 su 10

Tratto dalla seconda biografia, quella più conciliante, della prima moglie Jane Wilde, La teoria del tutto del regista inglese James Marsh (documentarista premio Oscar nel 2008 per Man on Wire) è, più che un bio-picture tout court, la storia della relazione sentimentale tra il più grande astrofisico del nostro tempo, Stephen Hawking (Redmayne), e la donna (Jones) che gli è rimasta al fianco – dandogli tre figli – nonostante la terribile malattia degenerativa che lo colpì ancor prima del matrimonio. Questo fino al 1991, anno del divorzio e del nuovo legame di Hawking con la sua infermiera.

RomaFF9: “Stonehearst Asylum” di Brad Anderson, sezione Mondo Genere

Stonehearst Asylum (id, Usa, 2014) di Brad Anderson con Jim Sturgess, Ben Kingsley, Kate Beckinsale, Michael Caine, David Thewlis, Brendan Gleeson, Sophie Kennedy Clark, Jason Flemyng, Sinéad Cusack

Sceneggiatura di Joseph Gangemi, dal racconto “Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma” di Edgar Allan Poe

Horror, 1h 49′

Voto: 7 su 10

Non è un caso che a dirigere questa libera – liberissima – trasposizione di un racconto di Edgard Allan Poe (“Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma”) ci sia quel Brad Anderson che già in passato aveva avuto modo di dare il proprio contributo al cinema manicomiale con titoli quali Session 9 e L’uomo senza sonno. Stonehearst Asylum si inserisce a pieno titolo nella categoria e sfrutta al meglio la matrice letteraria per una efficacissima incursione nel cinema di genere vecchio stampo, quello che univa il misfatto inquietante al romance trascinante, per poi sfociare nel gran ribaltone finale che possa soddisfare una platea popolare affamata di rivelazioni e continue sorprese.

“Il quinto potere”, spreco di potenziale per un film piatto e ipocrita

Il quinto potere (The Fifth Estate, Usa, 2013) di Bill Condon, con Benedict Cumberbatch, Daniel Brühl, Laura Linney, Stanley Tucci, David Thewlis, Anthony Mackie, Alicia Vikander, Carice van Houten, Moritz Bleibtreu

Sceneggiatura di Josh Singer, da “Inside WikiLeaks: My Time with Julian Assange at the World’s Most Dangerous Website” di Daniel Domscheit-Berg e “WikiLeaks: Inside Julian Assange’s War on Secrecy” di David Leigh e Luke Harding

Biografico, 2h 09’, 01 Distribution, in uscita il 24 ottobre 2013

Voto: 4 su 10

Film come questo rappresentano uno spreco sotto più punti di vista. Che il cinema sia a corto di idee è tristemente sotto l’occhio di tutti, e meno male che la realtà interviene sovente a metterci una pezza. Per l’appunto, lo scandalo della piattaforma on line WikiLeaks, che nel 2010 rivelò informazioni segretissime del governo americano e non solo, poteva essere un’occasione ghiotta per un robusto film di denuncia sull’uso e l’abuso del citizen journalism. Nulla di più lontano dal film di Bill Condon, reduce dai capitoli finali della saga vampir-adolescenziale di Twilight e regista, anni orsono, di ben altre ambizioni (Demoni e dei non si dimentica).