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Venezia75 – Concorso: “Il primo uomo – First Man”, un film di Damien Chazelle, la recensione

Il primo uomo – First Man (First Man, Usa, 2018) di Damien Chazelle con Ryan Gosling, Jason Clarke, Claire Foy, Kyle Chandler, Corey Stoll, Ciaran Hinds, Christopher Abbott, Patrick Fugit, Lukas Haas, Olivia Hamilton

Sceneggiatura di Josh Singer dal romanzo “First Man: The Life of Neil A. Armstrong” di James R. Hansen

Biografico, 2h 15′, Universal Pictures

Voto: 7½ su 10

Un piccolo passo per un uomo, un balzo enorme per l’umanità. Quell’uomo era Neil Armstrong, che il 24 luglio del 1969 effettuò il primo allunaggio della storia all’interno della missione Apollo 11 della NASA. Uno dei più grandi sogni del popolo americano, non solo per la sfida governativa mai apertamente dichiatarata con lo strapotere sovietico, ma soprattutto perchè avrebbe tradotto in atto compiuto la fantasia libertaria di John Fitzgerald Kennedy, prende vita sul grande schermo tra le mani di un regista appena trentatreenne, Damien Chazelle, che aveva già cantato, letteralmente, la bellezza delle illusioni e la follia degli obiettivi impossibili nel suo precedente e celebratissimo La La Land. Proprio con quel film inaugurò il concorso della Mostra del Cinema di Venezia solo due anni fa, stregando la stagione cinematografica; ritorna ora ad aprire la kermesse con First Man, un’opera che ne conferma il talento visivo e una rara capacità di riportare in vita gli stilemi più puri del cinema classico americano.

“Red Sparrow”, un film di Francis Lawrence, la recensione

Red Sparrow (id, Usa, 2018) di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Jeremy Irons, Charlotte Rampling, Joely Richardson, Mary-Louise Parker, Ciarán Hinds, Douglas Hodge

Sceneggiatura di Justin Haythe, dal romanzo omonimo di Jason Matthews

Thriller, 2h 20′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 1 marzo 2018

Voto: 4 su 10

Pensavamo che Jennifer Lawrence ne avesse avuto abbastanza di essere diretta dal suo omonimo Francis, che già l’aveva consacrata a tediosa eroina young adult negli ultimi tre capitoli della saga Hunger Games. E invece sbagliavamo. Bionda recidiva, l’ormai già ex musa di Aronofsky è tornata ai lidi dell’action commerciale con Red Sparrow, trasposizione del primo di una trilogia di romanzi dell’ex agente Cia Jason Matthews, che ci si augura non trovi ulteriore spazio sul grande schermo. L’attrice, nelle mani del suo incauto mentore, si fa tuffare nel gelo della Russia post Guerra Fredda, per ritrovarsi poi al centro di una spy story ad alto tasso erotico e di grand guignol che, inevitabilmente, sfonda spesso la barriera del ridicolo involontario.

“Bleed – Più forte del destino”, un film di Ben Younger, la recensione

Bleed – Più forte del destino (Bleed for this, Usa, 2016) di Ben Younger con Miles Teller, Aaron Eckhart, Katey Sagal, Ted Levine, Ciarán Hinds, Christine Evangelista

Sceneggiatura di Ben Younger

Biografico, 1h 56′, Notorious Pictures, in uscita l’8 marzo 2017

Voto: 6½ su 10

Ben Younger è un giovane regista e sceneggiatore (classe 1973) che ci piacerebbe vedere più spesso all’opera. Con soli tre film all’attivo è riuscito a chiarire una precisa cifra stilistica che forse non creerà proseliti ma che certamente può dirsi originale e interessante. Si pensi al suo ultimo Bleed – Più forte del destino, biopic sulla vita ai limiti dell’incredibile del pugile Vinny Pazienza: in quasi due ore di spettacolo ottimamente sceneggiato, ciò che colpisce in positivo è il tentativo di revitalizzare un genere francamente obsoleto e inamovibile dai suoi rigidi schemi come quello sportivo, specie se legato alla boxe.

“Silence”, un film di Martin Scorsese, la recensione

Silence (id, Usa, 2016) di Martin Scorsese con Andrew Garfield, Adam Driver, Liam Neeson, Tadanobu Asano, Ciaràn Hinds, Issei Ogata, Shinya Tsukamoto, Yoshi Oida, Yosuke Kubosuka

Sceneggiatura di Jay Cocks e Martin Scorsese, dal romanzo “Silenzio” di Shûsaku Endô (Ed. Rusconi)

Drammatico, 2h 41’, 01 Distribution, in uscita il 12 gennaio 2017

Voto: 9 su 10

“Il Cristianesimo è basato sulla fede, ma se si studia la sua storia si capisce che c’è stato un continuo processo di adattamento, vissuto in mezzo a tante difficoltà, per poter far fiorire la fede. È un paradosso che può essere anche estremamente doloroso: perché credere e dubitare sono antitetici”. Da questa lacerante dicotomia prende piede l’ultimo sofferto lungometraggio di Martin Scorsese, Silence, un viaggio all’interno delle certezze religiose di un uomo di Dio nel Giappone degli shogun, e un dramma spirituale sul silenzio assordante e spietato del Creatore verso le sofferenze umane.