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“Maria Maddalena”, un film di Garth Davis, la recensione

Maria Maddalena (Mary Magdalene, Usa, 2018) di Garth Davis con Rooney Mara, Joaquin Phoenix, Chiwetel Ejiofor, Tahar Rahim, Ariane Labed, Denis Ménochet, Tchéky Karyo, Hadas Yaron, Ryan Corr

Sceneggiatura di Helen Edmundson, Philippa Goslett

Drammatico/Biblico, 2h, Universal Pictures International Italy, in uscita il 15 marzo 2018

Voto: 4½ su 10

Fluttua Maria di Magdala nel lago di Tiberiade, come una foglia al vento viene strattonata, ripresa, capovolta, mentre ci ricorda che il regno dei cieli è come un seme, un minuscolo granello di senape che continua ad alimentarsi e a crescere. Così si apre Maria Maddalena, ennesino excursus cinematografico sulla figura della seguace di Cristo e sulla Passione, diretto senza particolare inventiva dal regista del sopravvalutato Lion – La strada verso casa, Garth Davis. L’intenzione principale del film è quella di allontanarsi il più possibile dalle interpretazioni di matrice medievale, in seguito accolte in ogni forma dell’arte (non ultima il cinema), che farebbero di Maria di Magdala una prostituta, e di restituirne il ruolo di discepola, secondo quanto testimoniato dai Vangeli. Chiarito l’equivoco, però, il film non va oltre una seriosa e petulante riproposta di vicende già ampiamente sviscerate sin dagli albori del muto.

“Codice 999”, il neo-noir e i suoi stilemi in un film dimenticabile

Codice 999 (Triple Nine, Usa, 2016) di John Hillcoat con Casey Affleck, Chiwetel Ejiofor, Aaron Paul, Kate Winslet, Woody Harrelson, Anthony Mackie, Clifton Collins jr, Norman Reedus, Teresa Palmer, Michael K. Williams, Gal Gadot

Sceneggiatura di Matt Cook

Thriller, 2h 05′, M2 Pictures, in uscita il 21 aprile 2016

Voto: 6 su 10

Manderà in orbita i non pochi amanti del gangster movie, genere riveduto e corretto secondo i canoni brutali del cinema contemporaneo, questo nuovo film diretto dal regista di The Road John Hillcoat. Forte di un cast altisonante e di un confezionamento d’impatto, Codice 999 (ossia il segnale radio della polizia per indicare un uomo colpito a terra) segna anche una nuova tappa del neo-noir, di gran moda dopo l’exploit di Scorsese con The Departed e declinato, negli ultimissimi tempi, secondo le più fosche traiettorie della corruzione umana.

“Il segreto dei suoi occhi”, un remake inutile con tre star a disagio

Il segreto dei suoi occhi (Secret in their Eyes, Usa, 2015) di Billy Ray con Chiwetel Ejiofor, Julia Roberts, Nicole Kidman, Joe Cole, Alfred Molina, Dean Norris, Michael Kelly, Lyndon Smith, Zoe Graham

Sceneggiatura di Billy Ray, dal romanzo “Il segreto dei suoi occhi” di Eduardo Sacheri (ed. BUR)

Thriller, 1h 48′, Good Films, in uscita il 12 novembre 2015

Voto: 4½ su 10

I remake americani dei film non americani, si sa, partono sempre col piede sbagliato, perché c’è dell’evidente arroganza nell’agguantare avidamente successi esteri per riproporli in una confezione patinata con la sola voglia di battere cassa. Troppi ne abbiamo già visti finire direttamente nell’oblio e molti, purtroppo, ancora verranno. Nel caso de Il segreto dei suoi occhi, scritto e diretto da Billy Ray, permaneva il beneficio del dubbio, giacché il regista dell’originale argentino del 2010 Juan José Campanella, già premiato con l’Oscar come miglior film straniero, aveva appoggiato l’operazione con entusiasmo, figurando anche come produttore esecutivo. Eppure, neanche per un solo secondo dei soporiferi 108 minuti di visione si ha mai l’impressione di poter giustificare un rifacimento senza alcuna ragione d’essere.

“Sopravvissuto – The Martian”, Ridley Scott ritrova ritmo e vivacità

Sopravvissuto – The Martian (The Martian, Usa, 2015) di Ridley Scott con Matt Damon, Jessica Chastain, Jeff Daniels, Kristen Wiig, Chiwetel Ejiofor, Kate Mara, Michael Peña, Sean Bean, Sebastian Stan, Aksel Hennie, Donald Glover, Benedict Wong, Mackenzie Davis

Sceneggiatura di Drew Goddard, dal romanzo “L’uomo di Marte” di Andy Weir (ed. Newton Compton)

Fantascienza, 2h 20′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 1° ottobre 2015

Voto: 7 su 10

Dopo una serie di film indifendibili (l’ultimo, in ordine di tempo, è stato Exodus), paradossalmente Ridley Scott ritrova ritmo e vivacità con un lavoro su commissione. Ingaggiato dalla Fox dopo il rifiuto a dirigere dello sceneggiatore Drew Goddard, il grande regista di Alien e Blade Runner torna nuovamente a misurarsi con un genere a lui congeniale, la fantascienza, abbandonando i toni cupi del passato a favore di un registro da commedia che, oltre a garantire un’immedesimazione più schietta con lo spettatore, porta in salvo un film privo di reali novità.

“12 anni schiavo”, l’estetica non incontra l’etica, la schiavitù paga

12 anni schiavo (12 Years a Slave, Usa, 2013) di Steve McQueen, con Chiwetel Ejiofor, Michael Fassbender, Lupita Nyong’o, Sarah Paulson, Benedict Cumberbatch, Paul Dano, Garrett Dillahunt, Alfree Woodard, Paul Giamatti, Brad Pitt, Scott McNairy, Adepero Oduye, Michael K. Williams

Sceneggiatura di John Ridley, dall’autobiografia “Twelve years a slave. Narrative of Solomon Northup, a citizen of New-York, kidnapped in Washington city in 1841, and rescued in 1853, from a cotton plantation near the Red River in Louisiana” di Solomon Northup

Drammatico, 2h 15′, BiM Distribuzione, in uscita il 20 febbraio 2014

Voto D’Errico: 7 su 10
Voto Ozza: 6 su 10

Il film di cui tutti parlano ma che in pochi hanno messo in discussione. La critica americana è andata in visibilio (9 le candidature agli imminenti Oscar e innumerevoli i premi già vinti) per quest’ennesimo mea culpa sullo schiavismo in terra yankee di metà Ottocento, preferendolo (non ci voleva poi molto) all’analogo The Butler di Lee Daniels. Alla regia l’enfant prodige Steve McQueen, inglese con un passato di artista e reduce dalla reclusione mistica di Hunger (2008) e dai gorghi della dipendenza sessuale di Shame (2011), due film scomodi e acclamati in tutto il mondo.