Ci sono viaggi che possono essere fatti senza muoversi con il corpo. Viaggi che non solo travalicano i confini ma anche i secoli, riportano a un passato troppo spesso dimenticato e ricordano quanto la storia sia ciclica. Alcune pestilenze non vengono mai del tutto sconfitte e in momenti storici più delicati riaffiorano: tali sono la violenza, l’odio, la paura. Strumenti troppo spesso usati per sottomettere le popolazioni, per arginare il pensiero, per appiattire le coscienze. E poi ci sono i poeti, intesi in senso ampio, capaci di distinguere il “Reale” dal “Vero”, riuscendo a trasformare la contemporaneità in una grande allegoria. Vinicio Capossela ha dimostrato nel corso della sua carriera di appartenere a questa categoria e l’ha fatto anche con il suo ultimo lavoro Ballata per uomini e bestie con il quale ha conquistato l’ennesima Targa Tenco come miglior lavoro dell’anno. Titolo che dà il nome anche all’ultimo tour, andato in scena al Teatro Duse di Bologna in due serate gremite di gente pronta ad ascoltare la parola e la musica di questo profeta contemporaneo, capace di rileggere il mondo e l’attuale società con gli strumenti della poesia, della filosofia e della denuncia.