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#arenaestiva: “Hereditary – Le radici del male”, un film di Ari Aster, la recensione

Hereditary – Le radici del male (Hereditary, Usa, 2018) di Ari Aster con Toni Collette, Gabriel Byrne, Alex Wolff, Milly Shapiro, Ann Dowd, Mallory Bechtel

Sceneggiatura di Ari Aster

Horror, 2h 06′, Lucky Red/Key Films, in uscita il 25 luglio 2018

Voto: 5 su 10

C’è un incolmabile scarto tra la forma e il contenuto che compongono il film d’esordio del newyorkese Ari Aster, classe 1987 ma già conscio del proprio bagaglio cinematografico, tanto da realizzare con Hereditary un successo per certi versi inaspettato che, a fronte di un budget indipendente di soli 7 milioni di dollari, in patria ha già decuplicato i propri profitti. Ma il riscontro positivo per Aster non si esaurisce solo in termini economici, dato che il film ha riscosso consensi pressoché unanimi da parte della critica, che non ha tardato a chiamare in causa modelli inavvicinabili del genere satanico come Rosemary’s Baby e L’esorcista. A ben vedere, però, l’opera prima del giovane regista ha poco da spartire con questi classici del genere, evidentemente emulati, se non una matrice di superficie che possa chiamare in causa temi quali spiritismo e possessioni demoniache. Soprattutto, guardando Hereditary, sorge spontaneo riflettere se sia ancora il caso di affrontare certe storie con uno stile spiccatamente autoriale ma senza il minimo sforzo di rielaborazione scrittoria, alla luce di un passato anche recente che ha provato a scostarsi dal seminato più tradizionale (si pensi agli esempi di It follows e The Witch).

“Boston – Caccia all’uomo”, un film di Peter Berg, la recensione

Boston – Caccia all’uomo (Patriots day, USA, 2016) di Peter Berg con Mark Wahlberg, Melissa Benoist, Michelle Monaghan, Kevin Bacon, John Goodman, J.K. Simmons, Rachel Brosnahan, Michael Beach, Alex Wolff, Themo Melikidze

Sceneggiatura di Peter Berg, Matt Cook e Joshua Zetumer

Drammatico,  2h 13’, 01 Distribution, in uscita il 20 aprile 2017

Voto: 4 su 10

Parafrasando il titolo originale di quest’ultimo lavoro del regista Peter Berg, meglio sarebbe stato chiamare il film “Patriot movie”, anziché “Patriots Day”, a sottolineare, fin dal titolo, la ragion d’essere di una pellicola che intende indicare negli ideali di fratellanza e di amore gli antidoti a quelle forme di terrorismo che ricercano vittime nei comuni cittadini, colpiti a caso per vendetta geopolitica, “religione” o risentimenti di non meglio precisata provenienza.