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Venezia74: “Three Billboards outside Ebbing, Missouri”, un film di Martin McDonagh, la recensione

Three Billboards outside Ebbing, Missouri (id, GB/Usa, 2017) di Martin McDonagh con Frances McDormand, Woody Harrelson, Sam Rockwell, Abbie Cornish, Lucas Hedges, Željko Ivanek, Caleb Landry Jones, Clarke Peters, Samara Weaving, John Hawkes, Peter Dinklage

Sceneggiatura di Martin McDonagh

Drammatico, 2h 01′, 20th Century Fox

Voto: 8½ su 10

Non c’è pace per una madre in cerca di giustizia nel terzo film di Martin McDonagh, autore inglese già apprezzato in patria per una serie di importanti testi teatrali, nonchè regista di un cortometraggio Premio Oscar (Six Shooter, 2005) e di due opere per il cinema che hanno saputo distinguersi nel panorama di genere (In Bruges, 2008, e 7 Psicopatici, 2012). Ma è con Three Billboards outside Ebbing, Missouri, che firma il suo lavoro migliore, quello in cui conferma la piena maturità artistica, sia da un punto di vista di estetica che di poetica cinematografica.

“Premonitions”, grandi temi nel thriller soprannaturale con Hopkins

Premonitions (Solace, Usa, 2015) di Afonso Poyart con Anthony Hopkins, Colin Farrell, Jeffrey Dean Morgan, Abbie Cornish, Matt Gerald, Xander Barkeley

Sceneggiatura di Sean Bailey, Ted Griffin

Thriller, 1h 41′, Lucky Red/Adler Entertainment, in uscita il 12 novembre 2015

Voto: 6½ su 10

Cosa saremmo disposti a fare per porre fine alla sofferenza delle persone che amiamo? Quanto saremmo in grado di sopportare il loro corpo consumarsi dal dolore? E quanto imploreremmo perché la vita ce li lasci ancora un giorno in più? Sono, queste, domande che ognuno di noi si augura di non doversi mai porre, ma sulle quali spesso si è chiamati a riflettere, quando si tocca il delicatissimo tema dell’eutanasia. È questa la sorpresa che non ti aspetti nel thriller soprannaturale Premonitions, il cui progetto nasce circa tredici anni fa, fortemente influenzato da un caso di cronaca nera che aveva profondamente scosso l’opinione pubblica dell’epoca: quello del dottor Kevorkian, fautore e autore del suicidio assistito e dell’eutanasia.

“RoboCop”, né carne né pesce, tutto sommato il remake diverte

RoboCop (id, Usa, 2014) di José Padilha, con Joel Kinnaman, Gary Oldman, Abbie Cornish, Michael Keaton, Jennifer Ehle, Jackie Earle Haley, Samuel L. Jackson, Michael K. Williams, Jay Baruchel, Patrick Garrow, Marienne Jean Baptiste

Sceneggiatura di Joshua Zetumer, Edward Neumeier, Michael Miner

Fantascienza, 2h, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 6 febbraio 2014

Voto: 6 su 10

Che cosa succede quando un talentuoso regista di nicchia si cimenta con un blockbuster hollywoodiano? Succede che il risultato finale non è né carne né pesce, e rischia di scontentare sia il pubblico cinefilo che quello affamato di intrattenimento. È il caso di questo remake di RoboCop del brasiliano José Padilha, Orso d’Oro a Berlino per Tropa de Elite, il cui celebre originale del 1987 decretò il successo in suolo statunitense dell’olandese Paul Verhoeven, noto prima di allora per alcune spaventose pellicole a base di sesso e sangue.