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Venezia76 – Concorso: “Ad Astra”, un film di James Gray, la recensione

Ad Astra (id, Usa, 2019) di James Gray con Brad Pitt, Tommy Lee Jones, Ruth Negga, Liv Tyler, Donald Sutherland, Loren Dean, Kimberly Elise, Lisa Gay Hamilton, Anne McDaniels, John Ortiz

Sceneggiatura di James Gray e Ethan Gross

Fantascienza, 2h 04’, 20th Century Fox Italia, in sala dal 26 settembre 2019

Voto: 5 su 10

Il viaggio nello spazio come alienazione – è proprio il caso di dirlo – dell’uomo contemporaneo dalle sue paure. Per spiegare Ad Astra, suo primo film di fantascienza in un ricco carnet di drammi famigliari declinati in varie forme, il regista James Gray ci va giù pesante: “È come se avessi preso un pizzico di Cuore di tenebra di Conrad, proprio come ha fatto Coppola in Apocalypse Now, e lo avessi miscelato con le atmosfere di 2001: Odissea nello spazio, per farne uscire qualcosa di originale”. Un tentativo francamente maldestro di intimismo cosmico, si direbbe, di cui è protagonista assoluto l’imbambolato Brad Pitt, il divo dallo sguardo ceruleo perennemente abbacchiato.

“Red Sparrow”, un film di Francis Lawrence, la recensione

Red Sparrow (id, Usa, 2018) di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence, Joel Edgerton, Matthias Schoenaerts, Jeremy Irons, Charlotte Rampling, Joely Richardson, Mary-Louise Parker, Ciarán Hinds, Douglas Hodge

Sceneggiatura di Justin Haythe, dal romanzo omonimo di Jason Matthews

Thriller, 2h 20′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 1 marzo 2018

Voto: 4 su 10

Pensavamo che Jennifer Lawrence ne avesse avuto abbastanza di essere diretta dal suo omonimo Francis, che già l’aveva consacrata a tediosa eroina young adult negli ultimi tre capitoli della saga Hunger Games. E invece sbagliavamo. Bionda recidiva, l’ormai già ex musa di Aronofsky è tornata ai lidi dell’action commerciale con Red Sparrow, trasposizione del primo di una trilogia di romanzi dell’ex agente Cia Jason Matthews, che ci si augura non trovi ulteriore spazio sul grande schermo. L’attrice, nelle mani del suo incauto mentore, si fa tuffare nel gelo della Russia post Guerra Fredda, per ritrovarsi poi al centro di una spy story ad alto tasso erotico e di grand guignol che, inevitabilmente, sfonda spesso la barriera del ridicolo involontario.

“The Greatest Showman”, un film di Michael Gracey, la recensione

The Greatest Showman (id, Usa, 2017) di Michael Gracey con Hugh Jackman, Michelle Williams, Zac Efron, Rebecca Ferguson, Zendaya, Keala Settle, Paul Sparks, Skylar Dunn, Ellis Rubin

Sceneggiatura di Jenny Bicks, Bill Condon

Musical, 1h 45′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 25 dicembre 2017

Voto: 6 su 10

Non è la prima volta che il cinema statunitense riflette sulla scalata al successo imprenditoriale del proprio paese attraverso le gesta di un personaggio simbolo di tale ascesa. La storia di P.T. Barnum rivela molto dell’anima americana, da sempre combattuta tra la sete di spettacolarizzare l’orrore e il bisogno di ossequiare il puritanesimo. Una suggestione molto interessante, già più volte esplorata da registi come Tod Browning e David Lynch, e affrontata per altre vie, e con l’arma dell’horror, dalla televisione. In The Greatest Showman, l’esordiente Michael Gracey, su una sceneggiatura di Jenny Bicks riscritta da Bill Condon, prende tutti gli aspetti più superficiali del padre dello spettacolo moderno, per farne una sorta di eroe interclassista ante-litteram, attorno al quale erigere il più rassicurante ed edificante film per famiglie.