“Segnale d’allarme | La mia battaglia VR” di Elio Germano e Chiara Lagani, la recensione

SEGNALE D’ALLARME – La mia battaglia VR

tratto dallo spettacolo teatrale La mia battaglia

sceneggiatura Elio Germano, Chiara Lagani

con Elio Germano

una produzione Gold Productions, Infinito, Riccione Teatro

scritto da Elio Germano e Chiara Lagani

aiuto regia Rachele Minelli, disegno luci Alessandro Barbieri, fonico Gianluca Meda, fotografia Luigi Ruggiero e Filippo Pagotto

produzione Pierfrancesco Pisani, Elio Germano, Omar Rashid, produttore associato Alessandro Mancini, Luca Fortino

regia Elio Germano e Omar Rashid

Dal 4 al 16 febbraio al Teatro Argot Studio

Voto: 8 su 10

Più che una messa in scena drammaturgica, più che uno spettacolo teatrale, “Segnale d’allarme – La mia Battaglia VR” è un atto di militanza politica e civile, un moto di dissenso al quieto ragionare del cittadino comune che non riconosce l’estremismo nascosto dietro i suoi apparenti – e pericolosamente radicati – principi di “semplice buon senso”.

Meglio raccontare il meno possibile della trappola orchestrata da Elio Germano e Chiara Langani: basti sapere che a questa rappresentazione si assiste nella platea del Teatro Argot Studio e agli spettatori è richiesto di indossare delle cuffie e dei visori per la realtà virtuale che garantiscono un posto in prima fila su un uditorio altro, luogo per l’ars oratoria di un Germano che guida il pubblico là presente in un ragionamento collettivo su alcune evenienze del quotidiano, sollecitando gli interventi e la partecipazione attiva di quel pubblico, di quelle persone.

Lo strumento della realtà virtuale serve a questo spettacolo per perpetrare un messaggio che si vuol diffondere e sul quale si invita a riflettere, non un modo per esplorare un mezzo dalle potenzialità spettacolari pressoché infinite, ma uno strumento che serve ai suoi autori per diffondere quanto più possibile il loro segnale di allarme, la loro battaglia per invitarci tutti ad “aprire gli occhi”, a riconoscere e a chiamare con il giusto nome quel – terribile – qualcosa che viene dichiarato solamente nello scioccante finale.

La viscerale esigenza di volersi far vedere, l’adesione alla lotta alla quale Elio Germano e Chiara Lagani chiamano è, di questa rappresentazione, il cuore pulsante così come l’urgenza del loro rabbioso dire è uno schiaffo in faccia che è bene prendere, un risveglio doloroso ma assolutamente necessario: in replica a Roma fino al 16 febbraio 2020.

Marco Moraschinelli

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