
Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane
di Federica Bosco
Mondadori, 2016
Una volta, avrei preso per oro colato le belle parole contenute nell’ultimo libro di Federica Bosco “Dimenticare uno stronzo. Il metodo detox in 3 settimane”.
Il libro vuole essere un manuale di sopravvivenza per chi, dopo una delusione d’amore, deve raccogliere i cocci di se stessa, fino a rimettersi su piazza, con il solo scopo ultimo di trovare un uomo migliore, ossia peggiore, del precedente stronzo dimenticato.
Ci siamo passate tutte. Belle e omologate. Lo incontriamo. Ci piace. Lo capisce. Ci distrugge. E poi?
E poi, niente di nuovo nel panorama letterario, solo una serie di consigli, più o meno utili, che una donna sana di mente non possa già attuare da sola. Meditare. Correre. Cancellare. Bere. Truccarsi. Uscire con le amiche. Sai che novità.
Suona come una nota – fin troppo – stonata, il fatto che l’autrice faccia divertire – forte di una dialettica diretta e qualche volta pungente che le dobbiamo in ogni caso riconoscere – benché sia beatamente “fidanzata” e quindi per la maggior parte del tempo, immune, a questo genere di attività: quella di dimenticare uno stronzo.
Leggere questo tipo di libri, fa crescere – erroneamente – la voglia di riconoscersi nelle vittime; anzi, più che la voglia la necessità. La maggior parte delle donne ha bisogno di un capro espiatorio per la sopravvivenza.
Ma poi, è davvero necessario dimenticare uno stronzo per sopravvivere? Non si può semplicemente imparare da loro ad essere stronze? È così che il libro torna ad avere una parvenza di utilità.
Proviamo a leggerlo al contrario. Non come un manuale per dimenticare, ma per imparare che lo spazio fra vittima e carnefice può essere labile. Preda e cacciatore. Pesce ed esca.
Guardatelo così e vedrete che, pagina dopo pagina, vittima e carnefice si mescolano, e il manuale, anche se non credo che questo fosse il suo scopo ultimo, si rivela come una ricetta infallibile per diventare delle stronze.
Lo incontriamo. Gli piacciamo. Lo capisce. Lo distruggiamo.
Meditate – un piano diabolico per farlo cadere nella rete;
Correte – al parco sperando di incontrare qualcuno;
Cancellare – la nostra vera identità, perché chi siete, cosa fate, non è affar loro. Uno pseudonimo fa miracoli;
Bevete – possibilmente a spese loro, l’aperitivo che siete riuscite a strappargli senza troppa fatica;
Truccatevi – questo è buon senso. Fatelo sempre;
Uscite con le amiche – in due si rimorchia di più, e ricordate che lo scopo è quello di trovare un pollo da far implodere e poi esplodere sotto le vostre grinfie.
Certo, se provate a leggere il libro al contrario, il mondo della comunicazione uomo/donna, forse non migliorerà, ma almeno vi sarete divertite, avrete ammortizzato la spesa del’acquisto del libro e capito che anche il peggiore dei libri soprammobile può tornare utile.
Angela Di Giacomantonio
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