Scemo & più scemo 2 (Dumb and Dumber To, Usa, 2014) di Peter Farrelly, Bobby Farrelly con Jim Carrey, Jeff Daniels, Kathleen Turner, Rob Riggle, Laurie Holden, Rachel Melvin, Steve Tom
Sceneggiatura di Bennett Yellin, Peter Farrelly, Bobby Farrelly, Sean Anders, John Morris, Mike Cerrone
Commedia, 1h 50′, 01 Distribution, in uscita il 3 dicembre 2014
Voto: 5½ su 10
Sono passati esattamente vent’anni da quando Lloyd e Harry, due idioti come mai si erano visti sul grande schermo, sconvolsero il genere comico con una commistione folle di trivialità e gag demenziali tale da creare incassi milionari in ogni parte del mondo. Il film era Scemo e più scemo ed era diretto da una coppia di fratelli irriverenti e scorretti che sembrava destinata a lasciare il segno nel mondo del cinema (per chi non lo conoscesse, segnaliamo il mitico Kingpin). I Farrelly, in realtà, si sono dimostrati, negli anni, un fuoco di paglia (parlano chiaro i loro ultimi piattissimi lavori), e probabilmente se ne sono resi conto da soli. Pertanto hanno rimesso mano a quella vecchia carta vincente, sfornando un sequel dal quale non si può pretendere più di ciò che promette: far ridere.
La trama è un continuo sali scendi delle più strampalate amenità: Lloyd (Carrey) è stato chiuso per vent’anni in un istituto psichiatrico solo per fare uno scherzo a Harry (Daniels), che ha bisogno urgentemente di un rene nuovo. Possono chiederlo a Penny (Melvin), la figlia segreta che Harry avrebbe avuto da Fraida (Turner), che ai tempi era la porcellona del paese. Nel viaggio per cercare la ragazza succederà di tutto…
Non è certo comicità lubitschiana quella dei fratelli Farrelly, ma sarebbe ingiusto non ammettere che spesso e volentieri la farsa arriva a dei livelli di demenza tali da strappare una divertita risata. Largo spazio alle doti istrioniche di Jim Carrey, un attore che meriterebbe di essere utilizzato in ben altri frangenti artistici, e alla goffa simpatia di Jeff Daniels, mentre fa piacere ritrovare, più disfatta che mai, una coraggiosa e autoironica Kathleen Turner. Il film in sé è davvero poca cosa e, specie nella seconda parte, si complica inutilmente perdendo ritmo e forza corrosiva. Però si ride, ed è davvero impossibile chiedere di più.
Giuseppe D’Errico
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