Motherless Brooklyn – I segreti di una città (Motherless Brooklyn, Usa, 2019) di Edward Norton con Edward Norton, Gugu Mbatha-Raw, Bobby Cannavale, Alec Baldwin, Willem Dafoe, Bruce Willis, Cherry Jones, Leslie Mann, Dallas Roberts, Deborah Unger, Fisher Stevens
Sceneggiatura di Edward Norton, dal romanzo “Testadipazzo – Brooklyn senza madre” di Jonathan Lethem (ed. Tropea, 2001)
Noir, 2h 24’, Warner Bros. Italia, in uscita il 7 novembre 2019
Voto: 4½ su 10
A quasi vent’anni di distanza dalla sua prima regia, la graziosa commedia Tentazioni d’amore (2000), ritorna dietro la macchina da presa Edward Norton, che, in barba alle voci di corridoio che lo vorrebbero come un intrattabile piantagrane sui set, decide di fare tutto da sé per questo Motherless Brooklyn, non solo dirigendo, ma anche curando l’adattamento dal romanzo omonimo di Jonathan Lethem e interpretando il personaggio principale, l’investigatore privato Lionel Essrog, con tanto di voice over da vecchia scuola noir e sindrome di Tourette a completare il quadro clinico. Chi fa da sé fa per tre? Forse, ma non è certamente questo il caso. Norton, che è un ottimo attore, non ha tenuto a freno il desiderio smodato di essere riconosciuto “anche “ come autore, scontrandosi con le secche di un noir sconclusionato e molto noioso.
Il film, ovviamente non privo di ambizioni grandi come montagne, segue faticosamente l’indagine del detective nella Harlem delle costruzioni abusive degli anni Cinquanta, retrodatando così le implicazioni contemporanee del referente letterario per ammantare la narrazione di quell’irresistibile aura di classicità hard boiled fatta di solitudine, jazz bar, inseguimenti e commenti sentenziosi. La detection sociopolitica, nella seconda parte, cede il passo a un dramma famigliare da soap opera, con fratelli segreti e figli rinnegati, ma c’è anche spazio per un’inutile storia d’amore.
All’attivo c’è una confezione che riporta davvero lo spettatore ai fasti del grande poliziesco d’epoca: splendide musiche di Daniel Pemberton, con Wynton Marsalis alla tromba e un pezzo originale di Thom Yorke e Flea, fotografia crepuscolare di Dick Pope, costumi ricercati di Amy Roth. Anche il bel cast riunito per l’occasione non sfigura, con un perfetto Bruce Willis perdente e morente e l’incantevole Gugu Mbatha-Raw in un ruolo chiave, in realtà, mal sfruttato in scrittura. Perché è proprio la sceneggiatura di Motherless Brooklyn a fallire miseramente ogni tentativo di interesse: slegata, prolissa, dispersiva, aggancia vari temi per poi ritrovarsi senza né capo né coda. Parallelamente, se Norton attore recita con l’automatico azionato, il Norton regista si crogiola in un autocompiacimento narcisistico che, non di rado, sconfina nel cattivo gusto. Ci auguriamo che questo passo falso possa servirgli per il futuro: a volte è necessario riconoscere i propri limiti per poterli superare. E per affidarsi a una squadra di collaboratori esperti.
Giuseppe D’Errico
Lascia un commento