Snowden (id, Germania/Usa, 2016) di Oliver Stone con Joseph Gordon-Levitt, Shailene Woodley, Melissa Leo, Zachary Quinto, Tom Wilkinson, Scott Eastwood, Logan Marshall-Green, Timothy Olyphant, Ben Schnetzer, Lakeith Lee Stanfield, Rhys Ifans, Nicolas Cage, Ben Chaplin, Joely Richardson
Sceneggiatura di Oliver Stone e Kieran Fitzgerald, dai libri “The Snowden Files: The Inside Story of the World’s Most Wanted Man” di Luke Harding e “Time Of The Octupus” di Anatoly Kucherena
Biografico/Thriller, 2h 14’, BiM, in uscita il 1° dicembre 2016
Voto: 7 su 10
Quando un personaggio scomodo chiama, Oliver Stone risponde. Stavolta è la storia di Edward Snowden a interessare il grande regista “contro” del cinema americano. Non è stata un’impresa facile portare sullo schermo la cronaca di quella che è stata definita “la più grande violazione dei sistemi di sicurezza nella storia dei servizi segreti americani” e unirla al momento della creazione in divenire di uno dei più importanti scoop giornalistici di tutti i tempi, quello del quotidiano The Guardian che, per primo, rivelò le informazioni sulle modalità di sorveglianza statunitensi che il giovane informatico della NSA (National Security Agency) scelse di divulgare dopo aver abbandonato volontariamente l’incarico. La testimonianza era già stata raccolta da Laura Poitras nel suo documentario-verità Citizenfour, premiato con l’Oscar nel 2015.
Il film prende piede da quella fatidica notte del 2013, quando, in una camera d’albergo di Hong Kong, Snowden (Gordon-Levitt) incontra i giornalisti Glenn Greenwald (Quinto) ed Ewen MacAskill (Wilkinson), e la regista Laura Poitras (Leo), allo scopo di svelare al mondo intero i colossali programmi di sorveglianza informatica di massa che il governo degli Stati Uniti adopera apparentemente per salvaguardarsi dal terrorismo, nei fatti per “mantenere il controllo economico e sociale dell’intero pianeta”. Immediatamente assunto come consulente programmatore, Edward scopre ben presto che una valanga virtuale di dati viene registrata tracciando ogni forma di comunicazione virtuale, non solo relativa a governi stranieri ma anche a quella di comuni cittadini. L’integrità lavorativa si scontra con la sua integrità morale, a coraggioso vantaggio della seconda: Snowden raccoglierà con scrupolo centinaia di migliaia di documenti segreti per dimostrare la portata della violazione dei diritti in atto e mettendo pericolosamente a rischio la sicurezza sue e della donna che ama (Woodley).
Stone lo ha definito “un dramma kafkiano che scava nelle profondità del male”: vero, perché, mai come in questo caso, il regista sacrifica l’azione per fornire uno scandaglio preciso e sofferto delle emozioni di un giovane uomo che ha creduto nel suo paese per poi esserne disilluso. Meno rabbioso e frenetico che in passato, Snowden rivela un autore che preferisce tornare a un’impostazione classica del racconto per non compromettere la comprensione di fatti e dettagli non proprio elementari. In quest’ottica, il film è pienamente godibile e mai pedante, anche se ci è mancato il guizzo della vibrante denuncia dell’indimenticabile autore di Platoon e JFK.
A dispetto delle notevoli difficoltà finanziarie (in America, dove è stato ampiamente contestato, nessuno Studio ha voluto produrlo e Stone è dovuto andare in Germania per trovare i fondi necessari), il film può vantare una confezione di sicuro appiglio (musiche di Craig Armstrong e montaggio di Alex Marquez e Lee Percy) e uno sterminato parterre attoriale; la parte del leone spetta, ovviamente, all’ottimo Joseph Gordon-Levitt, talento puro capace di stupire ad ogni nuova prova, ma si fanno ben notare anche la lanciatissima Shailene Woodley, nel ruolo-chiave della fidanzata di Edward, e un mefistofelico Rhys Ifans nei panni del capo della NSA.
Fa piacere constatare quanto, a dispetto dei suoi settant’anni, Oliver Stone non abbia affatto voglia di rassicurare il pubblico e di mettersi al riparo dalle critiche: nomi e cognomi ci sono tutti, così come le responsabilità di quanto accaduto hanno dei diretti proprietari tanto in Bush quanto in Obama. E, nelle scene finali, è il vero Edward Snowden a metterci la faccia, quasi a ribadire quanto la fiction sia ormai tristemente sorpassata da una spaventosa realtà. Come dice il personaggio del mentore interpretato da Nicolas Cage, “più ti sembrerà di vedere, più non avrai visto nulla”.
Giuseppe D’Errico
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