RomaFF11 – Selezione Ufficiale: “Florence Foster Jenkins”, un film di Stephen Frears

Florence Foster Jenkins (id, GB/Usa, 2016) di Stephen Frears con Meryl Streep, Hugh Grant, Simon Helberg, Rebecca Ferguson, Nina Arianda, John Kavanagh, Christian Mckay

Sceneggiatura di Nicholas Martin

Biografico, 1h 52’, Lucky Red, in uscita il 22 dicembre 2016

Voto: 8 su 10

Cantare senza cuore è una cosa imperdonabile. E, almeno questo, Florence Foster Jenkins non lo ha mai fatto. Tutto il resto, però, è storia. La porta sullo schermo Stephen Frears, specialista in biopic di personaggi scomodi, a poco più di un anno dall’apprezzato Marguerite di Xavier Giannoli che era solo liberamente ispirato alla vita della celeberrima soprano statunitense, balzata agli onori della musica lirica per la sua totale inettitudine canora. Personaggio dalle mille risorse e altrettante insidie cinematografiche, la Foster Jenkins non poteva che essere interpretata dall’inarrivabile Meryl Streep.

florence_foster_jenkins_filmIl film ripercorre il periodo di massimo fulgore della cantante che, grazie a una cospicua eredità, poté permettersi non solo di pagare lezioni private di canto, ma anche di aprire un circolo musicale, il Verdi Club, divenendo uno dei punti di riferimento dell’alta società newyorkese. Siamo negli anni Quaranta e Florence, oltre a essere una generosa benefattrice, finanzia recital in cui si esibisce in prima persona per amore della musica, con performance tanto spettacolari quanto ridicole. Infatti, con la complicità del secondo marito e agente, l’inglese St. Clair Bayfield (Grant), quella che a chiunque ascolti risulterebbe solo una voce terribilmente stonata, nella sua testa e alle orecchie del pubblico pilotato risuona come qualcosa di incantevole e raro. Protetta dal marito dalle recensioni negative e dall’ostilità dei suoi detrattori, Florence non verrà mai a conoscenza di questa verità. Salvo poi fissare, di sua iniziativa, un concerto al prestigioso Carnegie Hall in onore dei soldati in guerra. Senza inviti controllati, Bayfield dovrà riporre tutte le sue speranze nell’indulgenza della platea e nel controllo dei tempi musicali del fidato pianista Cosmé McMoon (Helberg).

florence-foster-jenkinsChe dire, il film è una vera delizia e conferma tutta la grazia di cui un grande regista come Frears può disporre se alle prese con un copione ben orchestrato. Quella che sulla carta poteva essere l’esibizione del massimo egocentrismo di una donna priva di qualsiasi talento, diventa così la celebrazione di un sogno perseguito con sincerità e passione autentica, che ha il fulcro nella famosa battuta “La gente può anche dire che non so cantare, ma nessuno potrà mai dire che non ho cantato”, realmente pronunciata dalla Foster Jenkins. L’umanizzazione di un malinteso canterino, oltre che riuscita, appare addirittura meritevole e doverosa.

Nella messa in scena sfolgorante di luci e decori d’epoca, avvolti dalle musiche di Alexandre Desplat, si stagliano le interpretazioni di un gruppo d’attori formidabile, da un ritrovato Hugh Grant alla rivelazione Simon Helberg, un vero spasso di mimica tutto da gustare. Meryl Streep è immensa, stona i gorgheggi da pollame e gli acuti della Jenkins che è una meraviglia, riuscendo non solo a essere esilarante, ma anche a commuovere quando tratteggia i lati più teneri e fanciulleschi del suo personaggio, rendendolo ancora più autentico. E ipotecando la sua ventesima nomination per l’Oscar. Lo meriterebbe. Ancora una volta, Streep-itosa!

Giuseppe D’Errico

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