“Quel fantastico peggior anno della mia vita”, l’outsider dell’anno

Quel fantastico peggior anno della mia vita (Me and Earl and the Dying Girl, Usa, 2015) di Alfonso Gomez-Rejon con Thomas Mann, Olivia Cooke, RJ Cyler, Connie Britton, Jon Bernthal, Molly Shannon, Nick Offerman, Katherine Hughes

Sceneggiatura di Jesse Andrews dal suo romanzo omonimo

Commedia, 1h 45′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 10 dicembre 2015

Voto: 8 su 10

La rivelazione indie dell’anno è Me and Earl and the Dying Girl (in Italia, Quel fantastico peggior anno della mia vita), il film diretto da Alfonso Gomez-Rejon che al Sundance ha fatto furore, vincendo il Grand Premio della Giuria e il Premio del Pubblico, e che potrebbe farsi valere durante la prossima edizione degli Oscar, almeno nella sezione Sceneggiatura non originale.

quel-fantastico-peggior-annoTratto dal romanzo omonimo di Jesse Andrews, che l’ha anche riadattato per lo schermo col regista, il film è la storia di Greg Gaines (Mann), un adolescente deciso a mantenere un basso profilo sociale per tutto l’ultimo anno di liceo, che viene costretto dai genitori hippies (Britton e Offerman) a fare amicizia con una coetanea malata di leucemia (Cooke). Insieme all’amico Earl (Cyler), allevierà le preoccupazioni della “ragazza morente” con una serie di esilaranti remake di grandi classici del cinema fatti in casa e, senza rendersene conto, uscirà dall’anonimia per affacciarsi alla vita adulta.

Attenzione, non è il solito cancer movie, e il pericolo Colpa delle stelle, se non scampato, è perlomeno intelligentemente raggirato. Merito di una scrittura di insperata leggerezza e zeppa di sublime ironia cinefila, che fa il paio con l’originale stile registico di Rejon, proveniente da serial come Glee e American Horror Story e ben consapevole di quanto l’atteggiamento nerd/hipster, se ben rappresentato, possa essere vincente. Tengono efficacemente il gioco i giovani attori, Thomas Mann e Olivia Cooke, volti comuni di una generazione creativa e sfiduciata, chiamata a sostenere il peso di una realtà nella quale si è spesso estranei.

Divertente e fuori dai canoni del cinema tradizionale, poetico e commovente senza scadere nel pietismo, con musiche di Brian Eno! Insomma, l’outsider di questa stagione, un film da non perdere.

Giuseppe D’Errico

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