Prisoners (id, Usa, 2013) di Denis Villeneuve, con Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Viola davis, Terrence Howard, Melissa Leo, Maria Bello, Zoe Soul, Dylan Minnette
Sceneggiatura di Aaron Guzikowski
Thriller, 2h 35′, Warner Bros. Pictures, in uscita il 7 novembre 2013
Voto: 6 su 10
Partiamo subito dicendo che, dall’acclamato autore de La donna che canta, era forse lecito attendersi qualcosa di più del classico thrillerone americano al quale siamo francamente assuefatti. Certo, non tutto è da sottovalutare. Ereditando le sorti di un film rifiutato già da Bryan Singer e Antoine Fuqua, il regista franco-canadese (ri)promette le atmosfere logoranti alle quali ci aveva abituati, ma fa i conti con una sceneggiatura che è un monumento alla coincidenza.
Senza svelare troppo della trama, che vede coinvolti un padre (Jackman), vittima del rapimento della figlioletta durante il giorno del ringraziamento, e un detective (Gyllenhaal) che indaga sul caso senza successo, Prisoners procede senza sosta lungo binari che un medio giallista non esiterà a riconoscere (e, all’occorrenza, a sbugiardare). Non c’è mai vera noia, ma neppure reale interesse verso una storia imbottita di stereotipi di genere e svarioni logici come da manuale della buona americanata ammantata di autorialità. Col risultato che il film si lascia vedere senza grandi intoppi, sebbene la sua buona mezz’ora di inutili piagnistei avrebbe potuto evitarcela, e senz’altrettanta fatica si volatilizza dalla memoria.
Trovato il cattivo, dei dilemmi morali del papà violento per amore filiale non importa a nessuno, forse incuriosisce di più il poliziotto tatuato e sull’orlo del fallimento professionale. Entrambi i ruoli possono vantare due ottimi interpreti in Jackman e Jyllenhaal, cui fanno corona un branco di (sprecati) caratteristi hollywoodiani. Il più bravo, in ogni caso, è il segregato in bagno Paul Dano.
Giuseppe D’Errico
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