È stata inaugurata ieri al MACRO di Roma “The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains”. La mostra arriva nella Capitale, per essere riproposta dopo l’allestimento al Victoria and Albert Museum di Londra, fatta eccezione per i riferimenti dedicati all’Italia. Nick Mason, batterista e fondatore della band insieme a Roger Waters ricorda che a poca distanza dal MACRO, nello storico locale romano del Piper, ebbe luogo uno dei primi concerti dei Pink Floyd in Italia, nell’aprile 1968.
Anche questa circostanza ha spinto la band e gli organizzatori a scegliere la sede romana per l’Italia. Una emozionata Virginia Raggi, sindaco di Roma, introduce alla conferenza stampa e si dice orgogliosa di rappresentare Roma in questo avvenimento così esclusivo. Una pioggia accecante di flash precede l’arrivo delle vere star, Roger Waters e Nick Mason, quest’ultimo consulente ufficiale dell’esposizione per conto dei Pink Floyd, fanno fatica a farsi largo tra i fotografi e a guadagnare il loro posto sul palco. Siamo tutti addetti ai lavori, ma l’emozione ci assale. Il moderatore cerca invano di mettere ordine: “Signore e signori, prendete posto per favore”. Si torna quasi adolescenti davanti ai due grandi musicisti.
Due persone che hanno scritto la storia del rock degli ultimi cinquant’anni, Roger Waters e Nick Mason, sono proprio lì, atterrati qui a Roma provenienti da chissà quale posto dell’universo.
“Sono un po’ preoccupato per le nuove generazioni”, confida alla platea. “Sono troppo impegnate a guardare gli iPhone, con il rischio di cadere da in una scogliera senza accorgersene. Ci troviamo su un treno espresso che corre verso l’estinzione, e non ce ne accorgiamo. La storia che viviamo tutti i giorni è di estrema precarietà”. Il “mito” fa riferimento alle tragedie del nostro tempo. Parla della Siria, dei Rohinga, e poi ancora di Ecuador, Palestina. “Non mi importa di quello che ci lasciamo alle spalle”, continua il cantautore, polistrumentista e compositore inglese.
“Mi interessa quello a cui sto lavorando oggi, sono più interessato a me e a voi, mi coinvolge il tema degli uomini come individui. Voglio entrare in un empatia con tutti gli esseri umani. L’uomo esiste sulla Terra da 150-100mila anni ed è accertato che sia apparso per la prima volta in Africa, dunque siamo tutti africani. Ho la sensazione – conclude – che a un certo punto ci dovrà essere un risveglio”.
Roger Waters, bassista, compositore e ideologo della band, parla alla platea della sua visione lucida e preoccupata del presente e con la memoria torna al suo passato, ad Anzio dove il padre perse la vita in guerra. “Sono molto legato a questi posti”, sottolinea. Com’è la mostra? “Is it just a waste of time” ironizza un po’.”
La storia raccontata dalla mostra è una storia interessante, ma la storia che viviamo tutti i giorni è una storia di grande precarietà” risponde.
“È stato bello vedere alcuni oggetti che non vedevo da tempo – racconta Waters – Mi ha riportato alla mente molti immagini ed emozioni che vagavano nella mia Sulla mostra Mason è piu diplomatico: “Spero di poter continuare a portare questa mostra in giro per il mondo. Riguardandola, ora, mi viene da pensare che il nostro viaggio sembra molto più premeditato di quello che è stato nella realtà dei fatti. Le cose, nella realtà, sono semplicemente accadute. Il partenariato con V&A è stato molto importante. Ci ha permesso di considerare come lavoravamo”.
“The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains” è un viaggio sensoriale nei 50 anni di carriera del gruppo rock e offre una visione inedita ed esclusiva del mondo
dei Pink Floyd. Esposti in mostra oltre 350 oggetti, mai visti prima, che rappresentano i diversi momenti della storia floydiana, a partire dalla gigantesca ricostruzione del furgone Bedford che usavano per i tour a metà degli anni Sessanta.
Chitarre, bassi, effettistica, amplificatori, batterie, diavolerie sperimentali, disegni della cultura pop-psichedelica, fotografie dei back stage, oggetti di scena, manichini, pupazzi giganti, la mostra racconta, attraverso questi oggetti, quale fu il ruolo della band nel cruciale passaggio culturale dai Sixties all’età del prog. Grazie all’innovativo approccio sperimentale ed alle esperienze lisergiche, la band venne riconosciuta come uno dei fenomeni più importanti della scena musicale contemporanea e verrà ricordata per sempre.
Inoltre, i Pink Floyd hanno prodotto alcune delle immagini più popolari della cultura pop: dalla mucca sulla copertina di Atom Heart Mather, al prisma di Dark Side of the moon, fino al maiale rosa che vola sopra la Battersea Power Station di Londra per Animals e ai «Marching Hammers» di Another Brick in the Wall. La personale visione del mondo floydiana si è realizzata grazie a creativi come il moderno surrealista , collaboratore di lunga data, Storm Thorgerson, l’illustratore satirico Gerald Scarfe e il pioniere dell’illuminazione psichedelica Peter Wynne-Wilson.
Il percorso espositivo guida il visitatore seguendo un ordine cronologico, si è sempre accompagnati dalla musica e dalle voci dei membri passati e presenti dei Pink Floyd: il fondatore Syd Barrett, gli stessi Waters e Mason, il compianto tastierista Richard Wright e David Gilmour, chitarra e voce principale che contribuirà in maniera decisiva al «salto» dagli ambienti underground al mainstream. Viaggio che si conclude nella «Performance Zone», uno spazio audiovisivo immersivo che ricrea l’ultima apparizione live dei quattro di Cambridge in occasione della reunion per il Live 8 del 2005 con Comfortably Numb, appositamente mixata con l’avanguardistica tecnologia audio Ambeo 3D della Sennheiser. In esclusiva per Roma c’è il video di One Of These Days, tratto dal film Live at Pompei.
Ma non finisce qui, l’idea della mostra itinerante nasconde forse un altro progetto piu ambizioso, di creare un’esposizione permanente che possa diventare il punto di riferimento per i posteri, affinché in futuro tutti possano apprezzare e riconoscere il valore e l’impegno che i Pink Floyd hanno avuto nel progresso dell’umanità attraverso il loro lavoro.
Vincenzo La Gioia
The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains
Roma, Macro, dal 19 gennaio all’1 luglio 2018
A cura di Aubrey «Po» Powell e Paula Webb Stainton
Ingresso: intero 18; ridotto 16
www.pinkfloydexhibition.com
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