“Out of the Furnace”, ottimi attori in un drammone prevedibile

Out of the Furnace (id, Usa, 2013) di Scott Cooper, con Christian Bale, Woody Harrelson, Casey Affleck, Zoë Saldana, Forest Whitaker, Sam Shepard, Willem Dafoe, Tom Bower

Sceneggiatura di Scott Cooper, Brad Ingelsby

Drammatico, 1h 57′

Voto: 5 su 10

VIII Festival Internazionale del Film di Roma – In Concorso

Non basta un cast di attori provetti per fare un film capace di restare nel tempo. Lo conferma Out of the Furnace,  in concorso al Festival di Roma, professionale e scontatissimo ultimo lavoro del regista Scott Cooper, che qualche anno fa diresse l’apprezzato Crazy Heart. Gli elementi per un plumbeo drammone di provincia statunitense ci sono tutti: location desolate a un passo dall’inferno, personaggi tormentati, degrado e delinquenza, vendetta privata.

out-of-the-furnace-christian-bale-is-out-for-revengeDue fratelli nell’Indiana di metà anni Ottanta: Russell (Bale) è quello buono, lavora in fabbrica come un tempo fece il padre, ora malato terminale, ha una donna che ama (Saldana) e tante difficoltà quotidiane; Rodney (Affleck) è quello problematico, reduce di guerra ormai irrecuperabile, schiavo dei debiti e delle gare di lotta clandestine organizzate da un losco trafficone (Dafoe). Russell finisce in carcere dopo uno sfortunato incidente stradale, Rodney entra nelle brutte mire di un malavitoso senza scrupoli (uno spaventoso Harrelson). Scommettiamo che indovinate come va a finire?

In realtà non è solo la clamorosa ovvietà di sceneggiatura a sconfortare ma anche la profusione senza alcuna parsimonia di cliché visivi e uditivi abusatissimi dal cinema di genere americano che scava nel marcio della provincia americana. Immancabile momento di caccia metaforico, stamberghe isolate nei boschi, bar sudici gestiti e frequentati da gente sudicia, sfortuna atomica a vietare ogni minima possibilità di redenzione. Ottimi interpreti poco possono di fronte a tanta prevedibilità, la regia è completamente anonima (così come tutta la confezione) e la noia viene presto a bussare alla porta.

Giuseppe D’Errico

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