“Non succede, ma se succede…”, un film di Jonathan Levine, la recensione

Non succede, ma se succede… (Long Shot, Usa, 2019) di Jonathan Levine con Charlize Theron, Seth Rogen, June Diane Raphael, O’Shea Jackson Jr., Ravi Patel, Bob Odenkirk, Andy Serkis, Alexander Skarsgård

Sceneggiatura di Liz Hannah, Dan Sterling

Commedia, 1h 55’, 01 Distibution, in uscita il 10 ottobre 2019

Voto: 7 su 10

Quando il buddy movie era un’arte, sullo schermo gli opposti in battaglia erano leggenda: Jack Lemmon e Walther Matthau, Gene Wilder e Richard Pryor, Lily Tomlin e Bette Midler, solo per citarne alcuni. Col tempo la convenzione ha avuto la meglio e le risate si sono fatte più blande. La nuova frontiera del genere, per rinverdire i fasti dell’epoca d’oro, arruola un campione della comicità scorretta come Seth Rogen e lo affianca a una dea di bellezza, talento e carisma come Charlize Theron. Il risultato è Non succede, ma se succede…, avvilente traduzione italiana dell’originale Long Shot, una commedia che mischia satira, politica e sentimento senza rinunciare a un pizzico di favola (complice il brano più ruffiano dei Roxette).

Ma come si può rendere credibile un’accoppiata simile? Difficile a dirsi, eppure la chimica tra i due funziona alla perfezione: Rogen interpreta Fred Flarsky, un giornalista d’inchiesta sinistroide, momentaneamente senza lavoro dopo che la sua testata si è svenduta ad altri esercenti, Theron è invece Charlotte Field, Segretario di Stato e prossima candidata alla presidenza degli Stati Uniti, in cerca di un addetto stampa al vetriolo, libero dai giochi di potere di Washington. I due si incontrano a una serata di gala, ma avevano già un percorso adolescenziale comune, forse da dimenticare, sicuramente esilarante da guardare sullo schermo in un flashback dai sognanti colori pastello. E così, Charlotte chiama Fred nel suo staff, incurante delle sue maniere bizzarre e litigiose, e con lui gira il mondo per proporre ai Paesi alleati un nuovo programma di politiche ambientali. Gag a profusione, Fred è un vero disastro di savoir faire, specie se affiancato alla maestosa eleganza di una donna che tutti vorrebbero vedere ai paini alti del comando politico. Ma, si sa, gli opposti si attraggono, e al cinema sempre.

Lo schema narrativo sarà probabilmente scontato, ma il film di Jonathan Levine (50/50, Warm Bodies) può contare su una sceneggiatura piuttosto brillante, fatta di dialoghi pungenti e di situazioni comiche molto divertenti, e soprattutto sui due protagonisti. Charlize Theron è uno spettacolo in tutti i sensi, riesce a farsi amare anche quando chiede di essere sculacciata con una mano e leggermente soffocata con l’altra, Seth Rogen si maltratta a dovere e, nonostante un’improbabile giacca a vento variopinta, riesce persino ad essere sexy. Alla loro storia d’amore non si riesce a resistere, tifiamo affinché le differenze trionfino, mentre la campagna elettorale procede non senza sgambetti e colpi bassi. Si ride, a volte anche a crepapelle, nonostante il ricorso un po’ sgradevole all’utilizzo di droghe per provocare facile ilarità, ma l’insieme funziona a dovere e la coppia, garantito, si farà ricordare.

Giuseppe D’Errico

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