La ragazza di fuoco. Il secondo libro della trilogia The Hunger Games

Autore: Suzanne Collins
Titolo: Hunger Games – La ragazza di fuoco
Traduzione: Simona Brogli e Fabio Paracchini
Editore: Mondadori
Collana: Chrysalide
Pagine: 375

Voto: 7 ½ su 10

Prosegue con un secondo libro emozionante quanto il suo predecessore e ancor più denso di significati e di colpi di scena la saga di Suzanne Collins, conosciuta e apprezzata da milioni di fans ormai in tutto il mondo. Ne La ragazza di fuoco, la diciassettenne Katniss, dopo essere miracolosamente sopravvissuta alla settantaquattresima edizione dei giochi della fame, è costretta a compiere, assieme al suo compagno Peeta, il tour dei vincitori all’interno dei 12 distretti che compongono la terra di Panem; durante il suo viaggio la ragazza capirà di aver acceso una pericolosa scintilla: i focolai di un’imminente rivolta che, sul punto di esplodere, minaccia nuovamente la sopravvivenza delle persone che ha giurato di proteggere; una rivoluzione di cui lei, suo malgrado, è vettore e simbolo mediatico, bersaglio predestinato delle crudeli ritorsioni del presidente Snow.

Come nel racconto precedente la storia ha i suoi punti di forza in uno stile narrativo molto fluido e in colpi di scena continui e mai forzati che permettono una lettura febbrile e appagante. Il ritorno nell’arena di combattimento non è una ridondante riproposizione dello schema collaudato del libro precedente, ma un ben pensato snodo narrativo, essenziale per il proseguimento del complesso intreccio.

Abile nel tratteggiare con poche battute la personalità e il carattere dei nuovi personaggi che introduce in questo secondo volume – Finnick, Johanna, Plutarch tra gli altri – il punto forte dell’universo immaginato dalla Collins rimane la sua magnifica, tridimensionale protagonista: la “ghiandaia imitatrice” convince perché è coraggiosa, imperfetta e altruista in maniera credibile, ma soprattutto perché mantiene intatta la sua volontà di poter scegliere, benché assoggettata a un regime totalitario che vuole annullarne ogni capacità di autodeterminazione.

Una lettura intensa che non lesina emozioni e che conduce a un finale patemico che farà desiderare di avere immediatamente tra le mani il terzo ed ultimo capitolo degli Hunger Games: Il canto della rivolta.

Marco Moraschinelli

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