LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI
dal musical di Alan Menken e Howard Ashman, trasposto al cinema da Frank Oz e ispirato a sua volta all’omonimo film di Roger Corman
Con Giampiero Ingrassia, Fabio Canino, Belia Martin, Emiliano Geppetti , Lorenzo Di Pietro in arte Velma K, Giovanna D’angi, Stefania Fratepietro, Claudia Portale, Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti, Mario Piana
Scene Gianluca Amodio, Costumi Francesca Grossi, Coreografie Luca Pelus, Direzione musicale Dino Scuderi, Realizzazione basi Riccardo Di Paola, Disegno luci Oscar Lepore, Disegno suono Luca Finotti, Adattamento e regia Piero Di Blasio
Produzione di Alessandro Longobardi Viola Produzioni in coproduzione con Oti – Officine Del Teatro Italiano e con Bottega Teatro Marche
In Scena al Teatro Sala Umberto di Roma dal 3 al 22 dicembre 2019
Voto: 8 su 10
Ottimo allestimento questo Piccola Bottega degli orrori: per regia, per interpreti, per adattamento.
Partiamo proprio dalla direzione: Piero di Blasio, giovanissimo regista, che vanta una formazione completa come attore, cantante, ballerino e doppiatore, ha curato ritmo, precisione di gesti/movimenti e direzione attoriale dello spettacolo con ammirabile maestria. Grazie a tale direzione due ore di spettacolo volano che è un piacere.
Gli interpreti sono tutti in parte, ben assortiti fra loro: si percepisce un’ottima sintonia artistica, una forza, un’energia vitale che contagia il pubblico rendendolo attivo, partecipe, per tutta la durata dello show. Il primo elogio va alla poco più che trentenne cantante messinese Giovanna D’Angi (nel ruolo di Crystal): voce formidabile, ricca di armonici, robusta e delicata al tempo stesso, da pelle d’oca. Un talento da tener d’occhio perché in procinto di esplodere, ne tessiamo volentieri le lodi e ci auguriamo di vederla in molte produzioni nostrane. Nel frattempo, se la volete conoscere, “googlatela” e ascoltate qualche suo brano disponibile in rete.
Non sono da meno, a livello di perfomance, le sue colleghe, che compongono il trio delle narratrici coreutiche della storia, ovvero Stefania Fratepietro e Claudia Portale, tutte di navigata e comprovata esperienza professionale sulla scena nazionale del Musical.
Molto bene, azzeccatissima nel ruolo e divertente, la Drag Singer Velma K (Lorenzo Di Pietro) che interpreta la perfida pianta Audrey II: grande voce, ottima versatilità, capace di passare da stili estremi rockettari a ghirigori lirici, encomiabile versatilità di registri vocali, espressivi e attoriali, dal comico al satirico al demoniaco, insomma: un portento di attore e cantante.
Se la cava anche Fabio Canino, puntando tutto su ironia, tormentoni e qualche carrettella che suscita comunque simpatia. Senza infamia e senza lode, invece, i due protagonisti, Giampiero Ingrassia, scolasticamente intonato, e Belia Martin, che pur convincendo come interprete musicale, si appoggia un po’ troppo su faccine e mossette a livello attoriale, scadendo anch’essa nella scolasticità se non, in alcuni punti, nell’amatorialità. I ruoli, tuttavia, mascherano bene il tutto: Saymour è timido e impacciato, può non avere una gran voce. Audrey è deliziosamente ingenua, sognatrice incallita e svampita.
Ancora un punto di favore va all’adattamento: pur rispettando a pieno il finale originale dell’opera (nel film di Frank Oz stroppiato in un happy ending e solo di recente restituitoci nella magnifica edizione director’s cut voluta dal regista, reperible in blu-ray Warner Bros) Blasio arricchisce e colora il testo con pennellatre di ironia tutta nostrana, con tanto di riferimento, per citarne uno, a una sindaca che non fa raccogliere la spazzatura.
Insomma: due ore di spettacolo gradevoli per le orecchie, per la vista e per lo spirito, in cui ci si immerge con il sorriso nell’orrorifico senza mai dimenticare che la vita, in fondo, è come un musical: cantando tutto passa, e ogni pillola può andar giù, anche la più amara. Consigliatissimo.
Andrea Ozza
Link del trailer dello spettacolo
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