LA DIVINA COMMEDIA – OPERA MUSICAL
Musiche di Marco Frisina, Regia Andrea Ortis, Testi Gianmario Pagano e Andrea Ortis, con Antonello Angiolillo, Scenografie di Lara Carissimi, Coreografie di Massimiliano Volpini, Luci Valerio Tiberi
Al Teatro Brancaccio di Roma dall’1 al 6 marzo 2022
Voto: 7 su 10
Torna a Roma al Teatro Brancaccio il nuovo allestimento della Divina Commedia – Opera Musical con le musiche di don Marco Frisina.
Questa nuova produzione dello spettacolo, che va in continuità con l’edizione 2018, conferma un approccio più “light” su una serie di elementi, tra cui le scenografie. La prima, e ormai lontana, edizione del 2007 non è che un ricordo. Quella maestosità non è riproducibile in un contesto, quello del teatro musicale italiano, che fa sempre più fatica a tenere in piedi produzioni complesse (sia in termini tecnici che come numerosità del cast).
Lo spettacolo, visto alla sua prima romana, fatica a decollare. I probabili settaggi tecnici forse chiusi solo poche ore prima, fanno emergere voci non ben amplificate e non equilibrate con la musica. Gli stessi attori in scena sembrano pagare un prezzo in termini di resa e coinvolgimento.
Nel prosieguo però la qualità dell’audio migliora notevolmente e ciò ricade positivamente sulla resa artistica dell’intero cast che offre poi al pubblico un finale emozionante e intenso.
Dante, interpretato da Antonello Angiolillo, dopo un avvio a tratti incerto, diventa col passare dei minuti sempre più convincente. E’ sempre in scena e regge con tranquillità 2 ore di spettacolo interpretando magistralmente una partitura non sempre facile.
Virgilio, Andrea Ortis, e Beatrice, Myriam Somma, interpretano con trasporto i loro personaggi ma raramente spiccano il volo. Noemi Smorra, nel ruolo di Francesca, emoziona e coinvolge per timbrica ed interpretazione.
Il resto del cast è all’altezza nonostante alcune estensioni vocali non sempre calzanti rispetto alle partiture. I ruoli di Caronte e Conte Ugolino, infatti, non restituiscono, ad esempio, la profondità timbrica e vocale che la scrittura richiede e di conseguenza i personaggi diventavo inevitabilmente impoveriti, quasi assottigliati, appiattiti.
Il corpo di ballo è omogeneo e ben amalgamato ma le coreografie raramente sono incisive e risultano non perfettamente coordinate con la scena e gli attori, correndo il rischio di non valorizzare al meglio alcune scene d’ensamble.
La scenografia dell’intero spettacolo conta su pochi elementi e affida tutte le ambientazioni alle proiezioni di Virginio Levrio che, seppur funzionali, potrebbero essere migliorate attraverso un progetto luci che consenta di ridurre la “proiezione sul personaggio”. Più di una volta Dante e Virgilio infatti vengono investiti del fascio della proiezione generando un appiattimento scenico. Le proiezioni sono un’arma preziosa ma vanno sempre utilizzate in coordinamento con il progetto luci per evitare che la forza dell’una non vanifichi quella dell’altra.
Quello in scena al Brancaccio di Roma fino al 6 Marzo è uno spettacolo piacevole e di grande spessore contenutistico, che speriamo riesca a coinvolgere sempre di più anche le istituzioni educative per far avvicinare, in modo diverso, le nuove generazioni alla più grande opera della letteratura mondiale.
Emanuele Tibelli
Visto per la terza volta. Emozionante come la prima e con novità interessanti.
Bravissimi gli attori con ottime doti canore.
Fantastico il corpo di ballo che supporta egregiamente il lavoro degli attori.
Da non perdere assolutamente.
[…] e le scelte registiche e scenografiche sono di fatto restate abbastanza simili a quelle del tour del 2022 con alcune migliorie che hanno aumentato la fluidità della […]