
Into Darkness – Star Trek ( Star Trek – Into Darkness, Usa 2013) di J. J. Abrams con Chris Pine, Zachary Quinto, Zoë Saldaña, Benedict Cumberbacht, Alice Eve, Karl Urban, John Cho, Simon Pegg
Sceneggiatura di Alex Kurtzman, Roberto Orci, Damon Lindelof, basata su Star Trek di Gene Roddenberry
Fantascienza, 129′, Paramount Pictures, in uscita il 12 giugno 2013
Voto: 7 su 10
Spazio, ultima frontiera. Che siano fan sfegatati del telefilm più spaziale della storia, o dei completi profani in materia di vulcaniani e co. , questo nuovo episodio della saga Star Trek promette di appassionare i suoi spettatori.
Dodicesimo film dedicato alle avventure della leggendaria Enterprise, Into darkness è il secondo firmato da J.J. Abrams a riportare sul grande schermo le gesta del Capitano Kirk , dopo la parentesi della “Next generation”.
Questa volta il mitico equipaggio deve vedersela con una minaccia ai danni dell’intera razza umana, rappresentata da un misterioso uomo che si scoprirà essere solo l’eco di un ben più grande pericolo per l’incolumità dell’intera flotta, prima ancora che per la pace sul pianeta Terra.
Come già anticipato, non serve essere degli estimatori della serie per godersi lo spettacolo, nonostante i continui rimandi al telefilm comparso per la prima volta nel 1966. Chi abbia seguito le puntate televisive ritroverà con piacere nomi e riferimenti allo storico passato ( pianeta Kronos, Khan, i Klingoniani, e su tutti il cameo di Leonard Nimoy, il Mr. Spock della serie televisiva), mentre gli spettatori che non ne abbiano mai sentito parlare (ammesso che ce ne siano) vivranno comunque un’avventura al massimo, che li terrà col fiato sospeso, incollati alla poltrona per ben due ore.
La trama del nuovo kolossal di casa Paramount si sviluppa in un crescendo di azione e dinamismo che regala momenti di suspance e colpi di scena ben giocati al momento giusto. Tutto avviene alla velocità della luce, come gli spostamenti dell’Enterprise, e tra curvature, fusioni e teletrasporti, c’è spazio anche per parlare di sentimenti. Dietro questo viaggio nell’oscurità , Into darkness cela (in maniera nemmeno troppo nascosta) una metafora sulle cose che contano davvero nella vita, servendosi degli alti e bassi nel rapporto tra il Capitano Kirk e il signor Spock. Belloccio e spavaldo, il primo è poco incline a seguire le rigide regole imposte dai codici stellari, mentre il secondo, irremovibile quanto la sua frangetta, è completamente asservito alle leggi e alla moralità dello spazio. Con un tono leggero del tutto adatto al genere, la sfera sentimentale si ritaglia la sua parte da vera protagonista, senza nulla togliere alla spettacolarità dell’azione e alla monumentalità delle scene, indubbiamente all’ altezza delle aspettative del pubblico. La metà umana del primo ufficiale Spock alla fine prevarrà su quella vulcaniana, a dispetto di una presunta freddezza ed incapacità di soffrire che ne contraddistinguono gesti e parole, e a riprova che le scelte importanti si fanno col cuore prima che con la mente.
J.J. Abrams dirige l’Enterprise con la stessa dinamicità con cui il Capitano Kirk impartisce ordini dalla plancia alla sala macchine , ed è abile nell’alternare le corse (e i voli) contro il tempo a momenti di intensità drammatica, senza dimenticare una bella dose di ironia che condisce i dialoghi dall’inizio alla fine. Il risultato ne è uno spettacolo a tutto tondo, in grado davvero di divertire ed intrattenere, e non soltanto sotto il profilo della spettacolarizzazione visiva.
Gli abitanti del mondo così come ci viene raccontato nel 2253 (beati loro!) possono continuare a dormire sonni tranquilli, fino a che ci sono il Capitano Kirk e la sua flotta a vegliare sulla loro sicurezza.
Natalia Patruno
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