“Il figlio” di Florian Zeller, uno spettacolo di Piero Maccarinelli, la recensione

IL FIGLIO di Florian Zeller

con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini, Riccardo Floris e Manuel Di Martino

traduzione e regia Piero Maccarinelli

Scene Carlo de Marino, costumi Gianluca Sbicca, musiche Antonio di Pofi, luci Javier Delle Monache, assistente alla regia Manuel Di Martino, amministrazione Daniela Angelini

Produzione Il Parioli e Teatro Della Pergola

In scena al Teatro Parioli di Roma fino al 5 febbraio 2023

Voto: 6 su 10

Al Teatro Parioli di Roma è in scena “Il figlio” di Florian Zeller, uno dei più apprezzati drammaturghi contemporanei, autore del più celebre “The Father – Il padre” e del terzo dramma che ne completa la trilogia famigliare, “La madre”. Per chi volesse divertirsi in un confronto squisitamente ludico, che potremo titolare “dalla scena allo schermo”, potrebbe andare a vedere, subito dopo lo spettacolo teatrale, l’omonimo film diretto dallo stesso Zeller, in sala dal prossimo 9 Febbraio.

Tradotto e diretto da Piero Maccarinelli, questo allestimento, senza infamia né lode, ne rispetta le intenzioni e ne preserva parzialmente lo spirito: con rigore e senza sbavature, grazie a una scenografia sobria, la pièce scorre con ritmo fluido e senza mai annoiare, ma, al contempo, senza mai emozionare veramente (come invece accade nel film, tensivo e commovente dalla prima all’ultima scena). Tutto risulta troppo distaccato, troppo scolastico, poco empatico.

Sul fronte recitativo è Giulio Pranno, classe 1998, che si fa notare, per la sua incisività e sensibilità, in un ruolo da protagonista delicato e non facile. Plauso dunque al giovane attore a cui auguriamo una fulgida carriera e consigliamo di continuare a studiare (unico appunto che facciamo, con spirito bonario e costruttivo: si sente un po’ troppo l’inflessione romanesca). Poco convincenti, invece, i costumi di scena: nel dramma contemporaneo, il costume è tutt’altro che facile, non va sottovalutato e va lavorato con la stessa attenzione e meticolosità di quando si affronta l’epoca.

Concludendo, vi consigliamo di vederli entrambi, sia la rappresentazione teatrale che il film, e di divertirvi a trarne differenze, pregi e difetti, di questo dramma che rimane avvincente e necessario.

Marco Rossi

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