“Il caso Kerenes”: Netzer e il suo Orso d’Oro

Il caso Kereses (Child’s Pose, Romania, 2013) di Calin Peter Netzer, con Luminita Gheorghiu, Bogdan Dumitrache, Ilinca Goia, Natasa Raab, Florin Zamfirescu, Vlad Ivanov.

Soggetto e Sceneggiatura: Razvan Radulescu, Calin Peter Netzer

Durata 1h52’, Distribuzione Teodora Film, in sala dal 13 giugno 2013

Vincitore dell’Orso d’oro e del Premio della Critica Internazionale al 63° Festival di Berlino

Voto: 8 su 10

Il caso Kerenes è un film duro, coraggioso e sincero: con dei tempi antitetici a quelli televisivi (e che solo il cinema si può permettere), il regista Calin Peter Netzer ci prende per mano e ci introduce nel macromondo della società borghese romena, denunciandone la corruzione e l’arroganza degli atteggiamenti, per poi discendere nel microcosmo della famiglia protagonista, trasformandoci in voyeur di un rapporto ossessivo madre-figlio. IlCasoKerenes locandinaI tempi di digestione delle immagini sono così dilatati che spesso ci si rigira sulla sedia guardando l’orologio: in realtà, però, la dovizia di particolari, la complessità dei profili psicologici delineati dalla penna dello stesso Netzer con Razvan Radulescu, compenseranno la pazienza richiesta allo spettatore con un finale carico di significato, che commuove e convince senza rischiare di scadere nel morale o, peggio ancora, nel buonismo. Lo stile asciutto e incisivo di tutta la confezione artistica (che ricorda un po’ quello del movimento cinematografico  “Dogma 95”) contribuisce al successo del racconto di una storia dai forti echi empatici: il protagonista Barbu, una sera come tante, investe accidentalmente un ragazzo di 12 anni che muore sul colpo. La madre di Barbu, Cornelia, donna in carriera e pronta a tutto pur di evitare che suo figlio sconti la prigione per omicidio colposo, inizierà a darsi da fare coinvolgendo tutte le sue altolocate conoscenze (dai ministri ,ai funzionari di polizia, fino ai singoli testimoni) cercando di tacitare con la corruzione economica ogni dovuta conseguenza che lail caso kerenes 2 giustizia prevede in questi casi. In realtà sarà proprio Barbu a fermarla: il senso di colpa è così grande che l’unico desiderio di redenzione consiste nell’ottenere il permesso, da parte della famiglia della vittima, di partecipare al funerale e di implorare un perdono, anche se lontano nel tempo. Una esperienza visiva che consigliamo vivamente di provare in sala: resterà impressa nella memoria emotiva e cinefila e sarà difficile scrollarsi di dosso personaggi così veri che si attaccano all’epidermide del pubblico.

Andrea Ozza

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