Ar.Té_Teatro Stabile d’Innovazione
in collaborazione con ArgotStudio e con
TREND – nuove frontiere della drammaturgia britannica XII edizione
GOOD WITH PEOPLE
di David Harrower
traduzione di Natalia di Giammarco
con Vanessa Scalera/nel ruolo di Helen
Tiziano Panici/ nel ruolo di Evan
regia Tiziano Panici
progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Marco Scattolini
costumi ed elementi di scena Marta Genovese
disegno luci Giuseppe Filipponio
con il contributo artistico di Alice Spisa e Francesco Frangipane
In scena al Teatro Argot Studio di Roma fino al 18 maggio
Voto: 7½ su 10
Daniel Harrower è uno dei più affermati autori teatrali della scena scozzese contemporanea. Nel 2005 il suo Blackbird, incentrato su un orribile caso di pedofilia realmente accaduto, non mancò di generare scalpore. Ancora un dilemma morale è al centro di Good With People, atto unico per due personaggi, che rientra perfettamente nell’economia di tempi (poco più di 40 minuti la durata) e spazi che caratterizza quasi tutta la sua produzione.
Scritto nel 2010, il testo prende le mosse dal ritorno a Helensbourgh di Evan Bold in occasione delle seconde nozze – sempre tra loro – dei suoi genitori. Poco più che ventenne, reduce da una missione in Pakistan come infermiere di guerra, il ragazzo affitta una camera nella pensione “Vista sul mare” della signora Helen Hughes. Ha inizio tra i due un dialogo costruito sui toni della sfida, tra supponenze e malcelati sottintesi, che dapprima porteranno allo svelamento di un vecchio trauma, un penoso atto di bullismo che Evan agì da ragazzo ai danni del figlio di Helen, e poi si agiteranno in una palpabile tensione erotica.
Allestimento minimale ma di grande eleganza, che affida alle proiezioni multimediali il compito di suggestionare a dovere lo spettatore con griglie e lancette dai forti effetti stranianti. Tiziano Panici, che firma la regia e riserva a sé il ruolo di Evan – al suo fianco, una splendida Vanessa Scalera – mette in evidenza la componente verbale dell’opera di Harrower con una recitazione precisa e calibrata nel far emergere un sottotesto contemporaneo che possa sganciarsi dal singolo evento per abbracciare uno spettro di umori inaspettato. Al pubblico è lasciato il compito di vagliare tanta sottilissima problematicità: in fondo, va in scena una lotta di classe (proletariato contro media borghesia) in cui la moralità è lecita solo fino a un certo punto, pertanto sarebbe superfluo proporre giudizi. Finale liberatorio o possibile inizio di una nuova sfida? I Depeche Mode tuonano: Wrong! Da vedere.
Giuseppe D’Errico
[…] Good with People”, un’analisi morale elegante e problematica […]