Colpa delle stelle (The Fault In Our Stars, Usa, 2014) di Josh Boone con Shailene Woodley, Ansel Elgort, Willem Dafoe, Laura Dern, Sam Trammell, Nat Wolff, Lotte Verbeek, Mike Birbiglia
Sceneggiatura di Scott Neustadter e Michael H. Weber, dal romanzo omonimo di John Green (ed. Rizzoli)
Drammatico, 2h 05′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 4 settembre 2014
Voto: 7 su 10
Diamo ai giovani d’oggi la storia d’amore terminale che meritano. Dapprima furono Love Story e Scelta d’amore a mietere le prime vittime del cancer movie a suon di classismo, aforismi e reminiscenze artistiche. Adesso l’appiglio è il best seller di John Green, amatissimo a tal punto da rendere indispensabile l’invocata trasposizione cinematografica. È così che Colpa delle stelle si candida a diventare un cult generazionale come i suoi illustri predecessori.
Il film racconta l’incontro di due adolescenti malati di cancro: Hazel Grace (Woodley) ha sedici anni, i suoi polmoni non funzionano come dovrebbero e non si separa mai dalla bombola dell’ossigeno, Augustus (Elgort) di anni ne ha diciotto, giocava a basket ma la malattia lo ha privato di una gamba, non perde mai l’occasione per sorridere. Lui si innamora immediatamente di lei, che però non vuole legarsi per non aggiungere dolore al dolore nel momento in cui morirà. Nel mezzo, un viaggio ad Amsterdam, dove insieme incontreranno l’autore del loro romanzo preferito. Poi l’amore comune, il riaffacciarsi alle spalle della patologia e la consapevolezza di aver vissuto un per sempre in uno spazio finito di tempo…
Grandi temi per un teen drama scritto dalla coppia di sceneggiatori dell’acclamato (500) giorni insieme, capace di parlare al proprio pubblico con una schiettezza e, al contempo, con una delicatezza di raro effetto. Della scontatezza intrinseca alla narrazione e della diabolica concezione dell’intero assunto non parleremo, perché ci piace pensare che, terminato il libro o usciti dalla sala, i ragazzi possano trovare l’opportunità di misurarsi e immedesimarsi in due personaggi profondamente vivi, tenaci e coraggiosi come Hazel e Gus, splendidamente interpretati sullo schermo da Shailene Woodley e Ansel Elgort. Il loro esempio dovrebbe servire da monito a tutti i musoni, nonostante questa straordinaria avventura faccia piangere a dirotto. Il cinema è anche questo, anche se i comprimari sono leziosi e la regia dell’esordiente Boone scaltramente cauta, ma va bene così. Basta ritornare giovani e puri per lasciarsi trasportare dalla forza di quest’amore epico e impossibile. E munirsi di molti fazzoletti.
Giuseppe D’Errico
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