“Captain America – The Winter Soldier”, un cinecomic serioso e violento

Captain America – The Winter Soldier (Captain America: The Winter Soldier, Usa, 2014) di Anthony Russo, Joe Russo con Chris Evans, Scarlett Johansson, Anthony Mackie, Samuel L. Jackson, Robert Redford, Sebastian Stan, Frank Grillo, Emily VanCamp, Cobie Smulders, Hayley Atwell, Toby Jones, Dominic Cooper, Garry Shandling

Sceneggiatura di Christopher Markus e Stephen McFeely

Azione, 2h 16′, Warner Bros. Pictures Italia, in uscita il 27 marzo 2014

Voto: 4 su 10

Sarebbe riduttivo definire i film tratti dai fumetti Marvel semplicemente “per ragazzi”. Sebbene il target a cui sono indirizzati resti quello degli adolescenti, non c’è dubbio che, dalla saga di Gerre stellari a Indiana Jones, la fetta di pubblico adulto ha considerevolmente contribuito al successo di un settore cinematografico prettamente ludico e immaginifico, che il nuovo brand dei supereroi ha prepotentemente rilanciato. Ma da quando questi film sono diventati anche così seriosi e violenti?

FZBRN_009G_G_ITA-IT_70x100.inddIn Captain America – The Winter Soldier questa sgradita novità appare in maniera eclatante: la sceneggiatura dei fidati Markus e McFeely riparte da Steve Rogers (Evans), il super soldato ancora in fase di reinserimento sociale dopo quasi tre quarti di secolo passati in ibernazione (si veda la genesi del personaggio in Captain America – Il primo vendicatore) e reduce dagli eventi di New York con gli Avangers (altro film, altri incassi). Sempre membro della squadra di agentissimi dello S.H.I.E.L.D., l’organizzazione di spionaggio internazionale che fa capo al guercio Nick Fury (Jackson), Steve si affianca alla conturbante Natasha Romanoff, alias la Vedova Nera (Johansson), e al veterano Sam Wilson (Mackie), che scopriamo solo ora essere il supereroe alato Falcon, nello smascherare un’organizzazione criminale che minaccia il pianeta con una serie di attentati terroristici ad opera del temibilissimo soldato d’inverno (Stan), esperimento bellico sotto il controllo del magnate Alexander Pierce (Redford).

La storia, nella sua assoluta scontatezza, riesce pure ad essere contorta e faticosa, mentre i due fratelli Russo in cabina di regia hanno la mano pesante per il fantasy e cercano di ovviare alla carenza di abilità straordinarie di Capitan America con una massiccia dose di violenza abilmente coreografata. Ironia grande assente, per un action fracassone che, nelle intenzioni, vorrebbe ritornare ai fasti del thriller cospirativo degli anni Settanta (qui si spiega la presenza di uno spaesatissimo Robert Redford, volto liberal per eccellenza ridotto anche lui al franchise), e che nei fatti sembra una versione solo più costosa di Rombo di tuono con Chuck Norris. I fedelissimi non resteranno delusi e impazziranno di gioia con la sequela di doppi e tripli finali odiosamente reiterati – fin dopo i titoli di coda – per dar adito all’imminente terzo capitolo. Ma il cinema cosa ci guadagna?

Giuseppe D’Errico

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