“CABARET” di Kander, Ebb e Masteroff, uno spettacolo di Arturo Brachetti e Luciano Cannito, la recensione

CABARET

di John Kander, Fred Ebb, Joe Masteroff

con Diana Del Bufalo e Arturo Brachetti

Scene Rinaldo Rinaldi – Costumi Maria Filippi – Direzione musicale Giovanni Maria Lori – Coreografie Luciano Cannito

Regia Arturo Brachetti e Luciano Cannito

Produzione Fabrizio di Fiore ENTERTAINMENT

Al Teatro Brancaccio dal 18 ottobre a 12 novembre 2023

Voto: 8 su 10

A circa 7 anni dall’ultima versione targata Compagnia della Rancia, torna in Italia, al Brancaccio di Roma, il musical Cabaret prodotto da Fabrizio di Fiore con la regia di Arturo Brachetti e Luciano Cannito, che sarà in tour in Italia fino a febbraio 2024.

Cabaret è uno dei musical più conosciuti a livello internazionale e ha rappresentato un’importante evoluzione del genere verso una concezione di spettacolo musicale più moderna. L’omonimo film del grande Bob Fosse, con una memorabile interpretazione di Liza Minnelli, vinse ben 8 Oscar.

Lo spettacolo si svolge nella Berlino degli anni ‘30 ad un passo dall’avvento del nazismo e narra la storia dell’americano Clifford (Cristian Gatto, in una prova pulita e precisa) che, sbarcato a Berlino si innamora di Sally (Diana Del Bufalo), ragazza inglese dai liberi costumi con la quale condivide una stanza in una decadente pensione, gestita da una anziana signora (l’intensa Christine Grimaldi), innamorata di Herr Shultz (un tenero e bravo Fabio Bussotti). Sullo sfondo della storia principale c’è il Cabaret Kit Kat Club, dove il maestro di cerimonie Emcee (Arturo Brachetti) esalta la libertà e si prende gioco della politica e del potere. L’arrivo del nazismo spegnerà questa indipendenza in una repressione durissima che, come la storia ci insegna, colpì molti artisti e liberi pensatori.

Seppure la storia sia ambientata in un’epoca così distante da noi e siano passati ormai 50 anni dal film, i temi della difesa della libertà e dei diritti che si contrappone all’avanzare di poteri autoritari fomentati da un’eccitazione popolare, è più che attuale.

Lo spettacolo della durata di circa due ore e mezza corre comunque veloce grazie ad una regia oculata e pochissimi tempi morti. Il grande Arturo Brachetti, che si mette a servizio dello spettacolo con tutta la sua energia ed esperienza, regala gag e cambi scena sempre gradevoli e divertenti. Lui è la grande sorpresa di questo spettacolo e ha vinto la scommessa con chi nutriva dubbi sulla sua interpretazione in un musical. Canta, recita e balla in piena naturalezza: magnetico!

Diana Del Bufalo conferma le ottime doti canore, ma non convince pienamente. Alla sua Sally è mancato qualcosa:  voce forse non abbastanza intensa, atteggiamento forse non abbastanza sensuale, interpretazione forse non abbastanza vera. Sicuramente potrà migliorare andando avanti con le repliche, ma resta il dubbio che quello di Sally Bowles non sia il suo ruolo.

L’ensemble, formato purtroppo da sole 4 coppie, riempie bene gli spazi scenici e regala, grazie ai bellissimi costumi (Maria Filippi) e alle ottime scene (Rinaldo Rinaldi), i momenti più belli e emozionanti del musical, con ottimi momenti corali (direzione musicale a cura di Giovanni Maria Lori) che sono gioia per gli occhi e le orecchie.

Alla storia principale non viene dato il sufficiente risalto rispetto a quanto avviene all’interno del Kit Kat Club e si corre il rischio di confondere i due piani narrativi (la cui differenza e alternanza è la forza di questo testo) e di arrivare poco preparati ad un finale “tragico” che coglie quasi di sorpresa, pur nella sua intensità.

Comunque, è il caso di dire: ben tornato Cabaret!

Emanuele Tibelli

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