“Ben is Back”, un film di Peter Hedges, la recensione

Ben is Back (id, Usa, 2018) di Peter Hedges con Julia Roberts, Lucas Hedges, Courtney B. Vance, Kathryn Newton

Sceneggiatura di Peter Hedges

Drammatico, 1h 43’, Notorious Pictures, in uscita il 20 dicembre 2018

Voto: 6½ su 10

Un altro film sulla tossicodipendenza, un altro film che sceglie una strada alternativa per raccontarla. A differenza dell’approccio più marcatamente emotivo dell’analogo Beautiful Boy, in Ben is Back è evidente un’attenzione al particolare, complice una narrazione che si consuma nell’arco di un giorno e una notte, che conferma la sensibilità di scrittura dello sceneggiatore e regista indipendente Peter Hedges. Ed ancora una volta irrompe sullo schermo lo scontro straziante tra un genitore che trova forza esclusivamente in un amore incrollabile, e un figlio problematico, incapace ormai di sentirsi parte di un nucleo famigliare che sente di aver irreparabilmente deluso. I due contendenti in questa partita senza armi sono interpretati da una superba Julia Roberts e da un misuratissimo Lucas Hedges, figlio a sua volta del regista.

Non è un caso se il curriculum di Hedges padre è caratterizzato da un continuo confronto generazionale, declinato in vari generi cinematografici, sin dal suo esordio in sede di sceneggiatura dell’apprezzato Buon compleanno Mr. Grape (1995), tratto da un suo romanzo; ma è forse nel piccolo cult indi Schegge di April (2003) che Hedges ha avuto modo di delineare in pieno un discorso legato all’insormontabile senso di inadeguatezza dei figli verso i propri genitori. È esattamente così che si sente il giovane Ben quando ottiene di poter passare il giorno di Natale con la sua famiglia, interrompendo la dura routine che conduce in un centro di recupero per tossicodipendenti; sua madre Holly lo accoglie a braccia aperte, pur sapendo dei rischi che una simile “distrazione” potrebbe comportare sulla condotta del figlio. E infatti Ben, che con onestà la mette in guardia sul non fidarsi mai di un tossico perché dice sempre e solo bugie, in un attimo si ritrova risucchiato dal vortice delle vecchie compagnie.

Lo script gioca col minimalismo dell’innevata provincia americana, entra nelle dinamiche psicologiche dei personaggi con tatto, riesce a coinvolgere lo spettatore nelle loro inquietudini lavorando in sottrazione e affidandosi in larga parte alle performance dei suoi meravigliosi interpreti. A una prima parte molto efficace per tensione drammatica, tutta giocata sull’aspro conflitto tra i due protagonisti, ne segue una seconda in cui Hedges, tramite l’espediente piuttosto debole del rapimento del cagnolino di casa, vorrebbe contaminare il suo racconto con venature thriller; Ben is back si trasforma così in una sorta di “fuori orario” dolente ma a tratti inverosimile, perdendo di intensità almeno fino al concitato finale. Il tentativo di condensare una storia universale in un piccolo racconto di amara quotidianità è comunque coraggioso e la grinta travolgente di una ritrovata Roberts dona la giusta dose di coinvolgimento a un film sincero e non banale.

Giuseppe D’Errico

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