“Una doppia verità”, un film di Courtney Hunt, la recensione

Una doppia verità (The whole truth, Usa, 2016) di Courtney Hunt con Keanu Reeves, Renée Zellweger, James Belushi, Gabriel Basso, Gugu Mbatha-Raw

Sceneggiatura di Nicholas Kazan

Thriller, 1h 33’, Videa, in uscita il 15 giugno 2017

Voto: 5 su 10

Saldo estivo già abbondantemente distribuito in home video nel resto del mondo, Una doppia verità segna il ritorno del legal thriller sul grande schermo dopo un lungo periodo di assenza. Ricomparsa non delle migliori per un genere che, al suo interno, può vantare titoli che hanno fatto la storia (da Testimone d’accusa di Wilder ad Anatomia di un omicidio di Preminger, solo per citarne due), e tutt’altro che una conferma per la regista Courtney Hunt, premiatissima otto anni fa per il suo debutto, Frozen River con Melissa Leo.

50699C’è l’atmosfera torrida e morbosa del sud degli Stati Uniti, c’è un delitto famigliare poco chiaro e un avvocato (Reeves) incaricato di difendere l’adolescente brusco e taciturno accusato di aver ucciso il padre (Belushi). La vedova (Zellweger) riferisce di devastanti violenze private, le prove scarseggiano. Ma quante verità si alterneranno al banco degli imputati?

L’andamento soporifero del film, unito a una regia senza particolari guizzi e alla recitazione anonima del cast, fanno pensare più a un prodotto destinato ai pomeriggi televisivi. Gli appassionati di arringhe e tribunali potranno trovarvi qualche motivo di interesse, nonostante la sceneggiatura faccia più volte a pugni con la credibilità. Il risultato non è spiacevole, ma alla fine ci si ritroverà a discutere su quanto sia ancora inesorabilmente bello e inespressivo Keanu Reeves e su come la povera Zellweger (irriconoscibile!) si sia rovinata il volto oltre che la carriera.

Giuseppe D’Errico

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