“Un ragionevole dubbio”, un legal thriller scontato e dimenticabile

Un ragionevole dubbio (Reasonable Doubt, Usa/Germania/Canada, 2013) di Peter Howitt, con Dominic Cooper, Samuel L. Jackson, Gloria Reuben, Ryan Robbins, Dylan Taylor, Dean Harder

Sceneggiatura di Peter Howitt

Thriller, 1h 30′, Adler Entertainment, in uscita il 6 marzo 2014

Voto: 4 su 10

Quando un regista di un certo richiamo disconosce la propria opera, firmandola con uno pseudonimo, state pur certi che quell’opera ha qualcosa che non va. In questo caso, un mestierante dal polso sicuro come Peter Howitt (Sliding Doors, Johnny English) ha preteso che il suo nome venisse tolto dai titoli del film. Non se ne conoscono le motivazioni, né pare che ci siano state interferenze produttive. A conti fatti, Un ragionevole dubbio è solo un film terribilmente canonico.

un-ragionevole-dubbio_coverLo si potrebbe inserire nel filone del legal thriller con implicazioni tutte americane sul senso di colpa e sulla famigliola in pericolo. Un avvocatino (Cooper) bello e realizzato su casa e lavoro, investe accidentalmente un pedone, chiama l’ambulanza da un telefono a gettoni e lo abbandona alla speranza. L’indomani scopre che il poveretto è morto, e che per l’accaduto è stato incriminato un uomo di colore (un Samuel L. Jackson più stufo del solito), in passato vittima di un aggressione casalinga in cui morirono la moglie e la figlia. Preso dagli scrupoli, si fa affidare il caso e scagiona l’accusato, senza immaginare di aver dato appena inizio a una reazione a catena che lo metterà in seri guai.

Il film raccoglierà il suo ascolto televisivo in una prossima prima serata estiva, ma è lungi dal proporre qualsivoglia novità in temi di coscienza e sospetto. Ritmo e suspense sono sotto la soglia della mediocrità, tutto grida scontatezza e anche la confezione segue i più classici standard. Lo si vede distrattamente e lo si dimentica con altrettanta noncuranza. Sorge spontaneo chiedersi come si possano investire capitali – seppur esigui – in prodotti simili quando la serialità è in grado di offrire infinitamente di più sotto ogni punto di vista. Deve esserselo chiesto anche Dominic Cooper, fresco protagonista di Fleming, miniserie BBC sullo scrittore che ideò il personaggio di James Bond.

Giuseppe D’Errico

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