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“Unbroken”, sensazione di déjà vu per il biopic di Angelina Jolie

Unbroken (id, Usa, 2014) di Angelina Jolie con Jack O’Connell, Domhnall Gleeson, Garrett Hedlund, Finn Wittrock, Jai Courtney, Miyavi, Maddalena Ischiale, Vincenzo Amato, John Magaro, Luke Treadaway, Ross Anderson, Alex Russell

Sceneggiatura di Joel e Ethan Coen, Richard LaGravanese, William Nicholson, tratto dal libro “Sono ancora un uomo. Una storia epica di resistenza e coraggio” di Laura Hillenbrand (ed. Mondadori)

Biografico, 2h 18′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 29 gennaio 2015

Voto: 5 su 10

Quella della gestazione produttiva di Unbroken è una vicenda tanto lunga quanto assurda, al pari della vita del protagonista del film, Louis Zamparini (che sullo schermo ha il volto tirato di Jack O’Connell), l’atleta olimpico che si arruolò durante la Seconda Guerra Mondiale per poi essere fatto prigioniero dai giapponesi. I diritti della storia erano della Universal fin dagli anni ’50, ma solo dopo la pubblicazione del best seller di Laura Hillenbrand è tornata all’interesse generale. Fior di registi si sono avvicinati all’idea di tradurla sullo schermo, ma a spuntarla è stata la diva Angelina, alla sua seconda prova registica dopo il bistrattato Nella terra del sangue e del miele, che di Zamperini, fatalità, era anche vicina di casa.

“Più buio di mezzanotte”, racconto di vita ma lo sguardo è debole

Più buio di mezzanotte (Italia, 2014) di Sebastiano Riso con Davide Capone, Micaela Ramazzotti, Vincenzo Amato, Lucia Sardo, Pippo Delbono, Giovanni Gulizia, Sebastian Gimelli Morosini, Gabriele Mannino, Carla Amodeo, Rosario Raineri

Sceneggiatura di Andrea Cedrola, Stefano Grasso, Sebastiano Riso

Drammatico, 1h 34′, Istituto Luce Cinecittà, in uscita il 15 maggio 2014

Voto: 6 su 10

Ispirato alla vera storia di Davide Cordova, drag queen e organizzatrice di punta delle serate al locale gay Muccassassina di Roma con il nome d’arte di Fuxia, e terminato in grandi difficoltà, Più buio di mezzanotte è l’opera d’esordio di Sebastiano Riso,  che ha avuto il privilegio di essere selezionata per la Settimana della Critica al 67° Festival di Cannes. Ovviamente la cosa rende orgogliosi, ma ci sarebbe piaciuto che a rappresentare l’Italia in una sezione tanto privilegiata (quanto di nicchia) fosse un film con una robustezza più idonea a simili tematiche.