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“Frida Kahlo – Il ritratto di una donna”, l’imbarbarimento del gusto stupra una grande artista

FRIDA KAHLO
Il ritratto di una donna

di Alessandro Prete, Igor Maltagliati, Luca Setaccioli
da un’idea di Alessia Navarro, Pino Insegno e Alessandro Prete
con Alessia Navarro, Alessia Olivetti, Ettore Belmondo, Cristina del Grosso, Claudio Garrubba
corpo di ballo Marta Mearelli, Ilenia Jodice, Maria Celeste Sammarco, Marco Passarello
regia Alessandro Prete

In scena al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma fino al 13 aprile

Voto: 2 su 10

O tempora, o mores! direbbe Cicerone. Frida Kahlo è stata una delle personalità più influenti del Novecento artistico, i suoi quadri e la sua personalità complessa ne hanno fatto un emblema di femminismo militante e un simbolo di avanguardia culturale e sociale. In contemporanea alla straordinaria mostra allestita alle Scuderie del Quirinale di Roma, dedicata alla grande pittrice messicana, è in scena (ma che caso…) anche lo spettacolo che vorrebbe ripercorrerne non tanto la vita, quanto la “verità emotiva” insita nelle sue tele. 

“Il soccombente”, l’astiosa costatazione del genio con un magnifico Herlitzka

Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi presenta
Roberto Herlitzka in
IL SOCCOMBENTE
ovvero il mistero Glenn Gould
di Thomas Bernhard
traduzione Renata Colorni
riduzione dall’omonimo romanzo di Ruggero Cappuccio
e con Marina Sorrenti
regia Nadia Baldi
musiche originali di Marco Betta
ambientazioni videografiche Davide Scognamiglio
progetto luci, costumi e scene Nadia Baldi
assistente alla regia Davide Paciolla
luci Giuseppe Falcone
fonica Valerio Rodelli
foto Gabriele Gelsi
grafica Giovanni Natiello
consulenza amministrativa Isabella Amelio
organizzazione Nadia Baldi
distribuzione Lia Zinno
produzione esecutiva Mariano Grimaldi
collaborazione con A. P. S. Manovalanza

In scena al Teatro Piccolo Eliseo di Roma fino all’8 dicembre

Voto: 7½ su 10

Un pubblico impreparato potrà superficialmente bollare Il soccombente come uno spettacolo terribilmente confuso e tedioso. Impossibile fargliene una colpa, il romanzo dal quale Ruggero Cappuccio ha ricavato questa notevole (sebbene inevitabilmente lacunosa) riduzione teatrale non è di certo meno ellittico ed enigmatico.

“La voce umana/Il bell’indifferente”, Asti a disagio in una fiera dell’ovvio

Adriana Asti in
LA VOCE UMANA / IL BELL’INDIFFERENTE
di Jean Cocteau
traduzione René de Ceccatty
con Mauro Conte
regia Benoît Jacquot
scene Roberto Platè
costumi Nicoletta Ercole, Christian Gasc
luci Daniele Nannuzzi, Jacques Rouveyrollis
un progetto di Spoleto56 Festival dei 2Mondi
coproduzione Spoleto56 Festival dei 2Mondi, Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Mittelfest

In scena al Teatro Piccolo Eliseo di Roma fino al 3 novembre

Voto: 5 su 10

Due celebri monologhi. Un premiato regista d’oltralpe. Una grandissima attrice. Un duplice allestimento che sembra nato per dividere. Teatro rigoroso ed essenziale nella sua forma più preziosa, o teatro stanco, esasperato, in una forma (scenica e recitativa) quanto mai abusata? Decisamente scomodo, in questo caso, restare nel mezzo.