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RomaFF12 – Selezione Ufficiale: “Borg McEnroe”, un film di Janus Metz Pedersen, la recensione

Borg McEnroe (id, Danimarca/Finlandia/Svezia, 2017) di Janus Metz Pedersen con Sverrir Gudnason, Shia LaBeouf, Stellan Skarsgård, Tuva Novotny, Ian Blackman, Robert Emms, Leo Borg, Markus Mossberg

Sceneggiatura di Ronnie Sandahl

Biografico, 1h 47′, Lucky Red, in uscita il 9 novembre 2017

Voto: 6½ su 10

Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta, l’attenzione sul mondo del tennis venne catalizzata da una delle più celebri rivalità nella storia dello sport, quella tra il campione svedese Björn Borg e l’astro nascente americano John McEnroe, culminata in una ormai leggendaria finale al torneo di Wimbledon del 1980. Il film di Janus Metz Pedersen porta in scena quello scontro epico in un biopic dal taglio estremamente tradizionale, che parte dagli esordi dei due atleti per scandagliarne timori e rigidità, fino ad arrivare a un risultato che è storia, e chiudere il tutto con le didascalie d’ordinanza.

“Fury”, Pitt e Ayer per un bellico di stampo tradizionale

Fury (id, Usa, 2014) di David Ayer con Brad Pitt, Logan Lerman, Shia LaBeouf, Michael Peña, Jon Bernthal, Jim Parrack, Jason Isaacs, Xavier Samuel, Scott Eastwood, Alicia von Rittberg, Anamaria Marinca

Sceneggiatura di David Ayer

Guerra, 2h 14′, Lucky Red, in uscita il 3 giugno 2015

Voto: 6 su 10

War movie d’altri tempi, questo Fury scritto e diretto da David Ayer, oltre ad aver avuto travagliate vicissitudini distributive sul suolo italiano (acquistato a suo tempo dalla ormai defunta Moviemax, in uscita a gennaio, bloccato e salvato grazie alla Lucky Red di Andrea Occhipinti), ha pagato cara la sua estrema classicità in patria, non venendo affatto considerato dall’Academy per i premi Oscar. Probabilmente è giusto che sia andata così, perché film di questo tipo hanno il dovere – specie dopo opere come Salvate il soldato Ryan di Spielberg e il recente American Sniper di Eastwood – di riflettere su aspetti politici, culturali e sociali che, qui, passano fin troppo in secondo piano rispetto al supereroismo della storia.

Venezia71, le minirecensioni: “I nostri ragazzi”, “Nymphomaniac”, “A Pigeon Sat on a Branch Reflecting on Existence”, “Sivas”, “Le Dernier Coup de Marteau”

I nostri ragazzi – Italia, 2014 di Ivano De Matteo con Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Alessandro Gassman, Barbora Bobulova, Rosabell Laurenti Sellers, Jacopo Olmo Antinori, Antonio Grosso – ORIZZONTI

Dal romanzo “La cena” di Herman Koch. Le famiglie di due fratelli molto diversi fra loro vengono sconvolte da una “bravata” dei rispettivi figli adolescenti. L’integrità morale di entrambe le coppie vacillerà. Ottimo potenziale malamente sfruttato da una sceneggiatura incerta sulla strada da percorrere e da una regia didascalica e solo raramente efficace. Ne fanno le spese alcuni ottimi attori, costretti a dare adito a un melodramma famigliare che scade imperdonabilmente in un finale sciocco e moralista. Poteva essere un piccolo “Capitale umano”. Voto: 6

“Nymphomaniac – Vol. II”, cinema di provocazione fiacco e banale

Nymphomaniac – Vol. II (Nymfomanen, Danimarca/ Germania/ Francia/ Belgio, 2013) di Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater, Uma Thurman, Udo Kier, Willem Dafoe, Jean-Marc Barr, Sophie Kennedy Clark, Mia Goth, Jens Albinus, Severin von Hoensbroech, Nicolas Bro, Michaël Pas, Hugo Speer, Felicity Gilbert, Jesper Christensen

Sceneggiatura di Lars Von Trier

Drammatico, 2h 02′, Good Films, in uscita il 24 aprile 2014

Voto: 5 su 10

Eravamo rimasti all’alba di un idillio sentimentale, ci ritroviamo adesso alla stregua di una manipolatrice criminale: è Nymphomaniac – Vol. II, seconda studiatissima parte (più violenza e morbosità, meno sorrisi) di quella che si rivela, in tutta franchezza, come una delle più grosse operazioni commerciali ammantate di autorialità degli ultimi decenni. Stessa impostazione narrativa “affabulatoria” già avviata nel volume precedente, ma con alcune derive logistiche talmente banali e sconclusionate da confermare tutte le perplessità della vigilia. 

“Nymphomaniac – Vol. I”, racconto d’autore con hardcore

Nymphomaniac – Vol. I (Nymfomanen, Danimarca/ Germania/ Francia/ Belgio, 2013) di Lars von Trier con Charlotte Gainsbourg, Stellan Skarsgård, Stacy Martin, Shia LaBeouf, Jamie Bell, Connie Nielsen, Christian Slater, Uma Thurman, Udo Kier, Willem Dafoe, Jean-Marc Barr, Sophie Kennedy Clark, Mia Goth, Jens Albinus, Severin von Hoensbroech, Nicolas Bro, Michaël Pas, Hugo Speer, Felicity Gilbert, Jesper Christensen

Sceneggiatura di Lars Von Trier

Drammatico, 2h 02′, Good Films, in uscita il 3 aprile 2014

Voto: 7 su 10

Il cinema di Lars Von Trier meriterebbe (e ambirebbe a) una scala di giudizio del tutto personale che possa assecondarne l’arroganza e l’egocentrismo. L’ultimo capitolo della sua personalissima “trilogia della depressione”, inaugurata con Antichrist e proseguita con Melancholia, si chiude adesso con l’ormai leggendario Nymphomaniac, arrivato ai lidi della distribuzione ufficiale dopo mesi di stressante grancassa mediatica – causa hard d’autore con doppia parentesi nel titolo in locandina a parlare da sé – ma giunto nelle sale, ahinoi, non solo troncato in due parti (questa è, appunto, la prima) ma anche in una forma mutila ed edulcorata di tutte le sequenze di sesso non simulato. 

“La regola del silenzio”, Redford e il ‘come eravamo’ spionistico

La regola del silenzio (The Company You Keep, Usa, 2012) di Robert Redford con Robert Redford, Shia La Beouf, Susan sarandon, Julie Christie, Nick Nolte, Richard Jenkins, Brendan Gleeson, Brit Marling, Terrence Howard, Sam Elliott, Anna Kendrick, Chris Cooper, Stanley Tucci

Sceneggiatura di Lem Dobbs, dal romanzo “The Company You Keep” di Neil Gordon

Thriller, 1h 57′, Rai Cinema/01 Distribuzione, in uscita il 20 dicembre 2012

Voto: 6 su 10

Presentato Fuori Concorso alla 69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

Difficile è sfuggire al proprio passato. Lo sa perfettamente Robert Redford che, alla sua nona prova registica, ritorna nei luoghi del grande thriller politico-cospirativo che, anni orsono, lo consacrò a eroe liberal del cinema americano impegnato. Ahinoi, i tempi del Condor di Pollack e dell’indagine sul Watergate di Pakula sono lontani, nella buona e nella cattiva sorte.

“Lawless”, senza legge e mai un sussulto, i distillatori annoiano

Lawless (id, Usa, 2012) di John Hillcoat con Shia LaBeouf, Tom Hardy, Jessica Chastain, Guy Pearce, Gary Oldman, Mia Wasikowska, Jason Clarke, Noah Taylor.

Sceneggiatura di Nick Cave, dal romanzo “La contea più fradicia del mondo” di Matt Bondurant (ed. Dalai)

Drammatico, 2h 05’, Koch Media, in uscita il 29 novembre 2012.

Voto: 5 su 10

Presentato in concorso all’ultimo Festival di Cannes, dove ha raccolto più fischi che consensi, il secondo film americano dell’australiano John Hillcoat, dopo il notevole post-apocalittico The Road tratto da Cormac McCarthy, si inserisce prepotentemente in un territorio ultra tradizionale per il cinema mainstream occidentale, il genere gangsteristico con spaccato d’epoca d’impatto. Difficile, quindi, in cotanto orizzonte, catturare l’attenzione se non si ha a disposizione qualcosa che vale la pena di raccontare.