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“Free State of Jones”, un film di Gary Ross, la recensione

Free State of Jones (id, Usa, 2016) di Gary Ross con Matthew McConaughey, Gugu Mbatha-Raw, Mahershala Ali, Keri Russell, Brian Lee Franklin, Donald Watkins, Christopher Berry, Sean Bridgers, Bill Tangradi, Thomas Francis Murphy, Joe Chrest, Jacob Lofland

Sceneggiatura di Gary Ross

Drammatico, 2h 19’, 01 Distribution, in uscita il 1 dicembre 2016

Voto: 7 su 10

È frutto di un lavoro durato 10 anni questo Free State of Jones, sceneggiato e diretto dal quel Gary Ross a cui si debbono, tra gli altri, Pleasantville (1998), Seabiscuit (2003) e il primo e miglior capitolo della saga cinematografica degli Hunger Games (2012). Un decennio speso a raccogliere informazioni sulla vita e le gesta di un contadino del Sud degli Stati Uniti, Newton Knight, che nel corso della Guerra Civile americana disertò dell’esercito confederato e si trovò leader di una sparuta comunità di riottosi formata da piccoli proprietari terrieri, ridotti alla fame dal conflitto fratricida, e da un manipolo di schiavi in fuga.

“Room”, un potente dramma di adattamenti con due grandi interpretazioni

Room (id, Usa/Irlanda, 2015) di Lenny Abrahamson con Jacob Tremblay, Brie Larson, Joan Allen, William H. Macy, Sean Bridgers, Matt Gordon

Sceneggiatura di Emma Donaghue, dal suo romanzo omonimo

Drammatico, 1h 58′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 3 marzo 2016

Voto: 7½ su 10

Jack (Tremblay) ha cinque anni, e dalla sua nascita vive nella Stanza. In poco più di nove metri quadrati di abitacolo, senza finestre ma con un lucernaio, il bambino ha creato il suo macrocosmo, con un’idea dello spazio esterno acquisito come irreale e immaginario solo dallo schermo di un televisore. Ma non è solo, con lui c’è Ma’ (Larson) a proteggerlo da un’esistenza di reclusione violenta, claustrofobica e inumana, scandita dalle visite puntuali di un orco che rapì la ragazza sette anni prima. E sarà proprio Ma’ a escogitare un piano terrificante per far fuggire suo figlio da una vita di isolamento…

“Dark Places – Nei luoghi oscuri”, il passato ritorna in un thriller debole

Dark Places – Nei luoghi oscuri (Dark Places, Francia, 2014) di Gilles Paquet-Brenner con Charlize Theron, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Christina Hendricks, Chloë Grace Moretz, Corey Stoll, Andrea Roth, Sean Bridgers

Sceneggiatura di Gilles Paquet-Brenner, dal romanzo omonimo di Gillian Flynn (ed. Piemme)

Thriller, 1h 53′, M2 Pictures, in uscita il 22 ottobre 2015

Voto: 5½ su 10

Dalla stessa autrice di L’amore bugiardo – Gone Girl, ma il risultato è ben lontano dal film di David Fincher. Quasi sicuramente la colpa del parziale fallimento di Dark Places – Nei luoghi oscuri è da attribuire al francese Gilles Paquet-Brenner, che già nel precedente La chiave di Sara aveva indagato il tema del passato che si insinua dolorosamente nel presente. Così come in quel film, anche adesso è evidente la tendenza del regista di diluire le fitte trame a sua disposizione fino a renderle inefficaci dal punto di vista dell’intrattenimento, e persino noiose.

RomaFf10. Selezione Ufficiale: “Room” di Lenny Abrahamson

Room (id, Usa/Irlanda, 2015) di Lenny Abrahamson con Jacob Tremblay, Brie Larson, Joan Allen, William H. Macy, Sean Bridgers, Matt Gordon

Sceneggiatura di Emma Donaghue, dal suo romanzo omonimo

Drammatico, 1h 58′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 3 marzo 2016

Voto: 7½ su 10

Jack (Tremblay) ha cinque anni, e dalla sua nascita vive nella Stanza. In poco più di nove metri quadrati di abitacolo, senza finestre ma con un lucernaio, il bambino ha creato il suo macrocosmo, con un’idea dello spazio esterno acquisito come irreale e immaginario solo dallo schermo di un televisore. Ma non è solo, con lui c’è Ma’ (Larson) a proteggerlo da un’esistenza di reclusione violenta, claustrofobica e inumana, scandita dalle visite puntuali di un orco che rapì la ragazza sette anni prima. E sarà proprio Ma’ a escogitare un piano terrificante per far fuggire suo figlio da una vita di isolamento…