Tag Archives: Sabrina Ferilli

“Io e lei”, Buy e Ferilli per la normalizzazione delle coppie gay

Io e lei (Italia, 2015) di Maria Sole Tognazzi con Margherita Buy, Sabrina Ferilli, Ennio Fantastichini, Fausto Maria Sciarappa, Alessia Barela, Domenico Diele, Massimiliano Gallo, Anna Bellato

Sceneggiatura di Ivan Cotroneo, Francesca Marciano, Maria Sole Tognazzi

Commedia, 1h 37′, Lucky Red, in uscita il 1° ottobre 2015

Voto D’Errico: 6 su 10
Voto Ozza: 7½ su 10

In un paese come il nostro, bigotto e retrogrado, un film come Io e lei di Maria Sole Tognazzi diventa inevitabilmente un manifesto politico a favore delle coppie omosessuali, ancora private del diritto sacrosanto di amarsi come meglio credono e senza che tale scelta possa in alcun modo interferire con la vita, sessuale e non, della popolazione etero. In realtà, l’intento della regista e dei suoi sceneggiatori Cotroneo e Marciano era quello di raccontare, in forma di commedia, una normalissima e banalissima storia sentimentale tra due donne, quasi a voler rivendicare l’adattabilità totale delle consuetudini tipiche del genere anche al contesto lgbt, notoriamente ritratto al cinema con tonalità cupe e/o macchiettistiche.

“La grande bellezza”, viaggio al termine della Roma ‘cafonal’

La grande bellezza (Italia, 2013) di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Luca Marinelli, Isabella Ferrari, Serena Grandi, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Lillo Petrolo, Sonia Gessner, Anita Kravos, Ivan Franek, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Giulio Brogi, Dario Cantarelli, Giorgia Ferrero, Franco Graziosi, Giovanna Vignola, Giusi Merli, Luciano Virgilio, Fanny Ardant

Soggetto e sceneggiatura di Paolo Sorrentino con Umberto Contarello

Drammatico, 2h 24’, Medusa, in uscita il 21 maggio 2013

In Concorso al 66° Festival del Cinema di Cannes 2013

Voto D’Errico: 8 su 10

Voto Ozza: 7 su 10

Voto Tomaselli: 7½ su 10

Lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra e buffonesca. La Roma di Fellini, che con questi aggettivi descrisse Anna Magnani come simbolo ed emblema della città, non è più quella di un tempo. È peggiorata. “Nun me fido”, rispose Nannarella alla cinepresa di Federico, quasi a voler preservare il mistero di una bellezza eterna e fugace, che accompagna il tormento all’estasi. Oggi, quella bellezza si ritrova ad osservare, mesta come una vecchia diva al tramonto, il via vai per il nulla dell’umanità che inconsciamente la abita e la umilia.