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“Codice criminale”, un film di Adam Smith, la recensione

Codice criminale (Trespass Against Us, GB, 2016) di Adam Smith con Michael Fassbender, Brendan Gleeson, Rory Kinnear, Lyndsey Marshal, Sean Harris, Killian Scott

Sceneggiatura di Alastair Siddons

Drammatico, 1h 38’, Videa, in uscita il 28 giugno 2017

Voto: 5½ su 10

La presenza di un attore come Michael Fassbender desta sempre interesse, anche in un film che si cerca di spacciare come un action movie adrenalinico. In realtà questo Codice criminale è un gravoso dramma familiare che analizza uno spaccato poco affrontato dalla cinematografia contemporanea, le comunità nomadi inglesi. Lo sceneggiatore e produttore Alastair Siddons ha preso spunto dalla storia vera di un clan accusato di vari crimini commessi ai margini della periferia britannica, e l’esordiente regista Adam Smith ha portato sullo schermo questa ispirazione, con la collaborazione di attori superbi e le musiche originali dei Chemical Brothers.

“Spectre”, il quarto Craig continua verso le origini e spreca il cattivo Waltz

Spectre (id, Usa/GB, 2015) di Sam Mendes con Daniel Craig, Léa Seydoux, Christoph Waltz, Monica Bellucci, Ralph Fiennes, Ben Whishaw, Naomie Harris, Andrew Scott, Dave Bautista, Rory Kinnear, Jesper Christensen, Stephanie Sigman

Sceneggiatura di John Logan, Neal Purvis, Robert Wade, Jez Butterworth dal personaggio letterario creato da Ian Fleming

Thriller, 2h 28′, MgM/Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita il 5 novembre 2015

Voto: 7 su 10

James Bond numero 24, nonché quarto capitolo dal reboot che, nel 2006 e col biondo Daniel Craig, rilanciò la saga dell’agente segreto con licenza di uccidere, donandogli passato conflittuale ed emozioni struggenti. Sulla strada della (ri)costruzione biografica del personaggio, dopo l’eccellente Skyfall, Sam Mendes ritrova la regia per l’episodio che risale alla madre di ogni organizzazione criminale di conneryana memoria, la famigerata Spectre.

“The Imitation Game”, il biopic su Turing, necessario e impersonale

The Imitation Game (id, GB/Usa, 2014) di Morten Tyldum con Benedict Cumberbatch, Keira Knightley, Matthew Goode, Rory Kinnear, Charles Dance, Mark Strong, Matthew Beard, Tuppence Middleton, Allen Leech

Sceneggiatura di Graham Moore, dalla biografia “Alan Turing. Storia di un enigma” di Andrew Hodges (ed. Bollati Boringhieri)

Biografico, 1h 54′, Videa, in uscita il 1° gennaio 2015

Voto: 6 su 10

Nel settembre del 2009, il primo ministro inglese Gordon Brown, a nome del governo britannico, si scusava agli occhi della scienza e della storia per il trattamento omofobico riservato, oltre 55 anni prima, al criptoanalista Alan Turing, un grande uomo di scienza che, nel corso della seconda guerra mondiale, decifrò il codice Enigma, utilizzato dai tedeschi per comunicazioni spionistiche. Se la vicenda storica ha avuto vasta eco nel tempo (anche cinematografica: non ultimo, il film Enigma di Michael Apted), non altrettanto è successo per la terribile parabola discendente di Turing, mente geniale e segretamente omosessuale nell’Inghilterra bigotta a cavallo tra gli anni Trenta e Quaranta. Doveroso portare all’interesse pubblico la storia di un uomo che contribuì a ridurre la durata della guerra e, quindi, a salvare milioni di vite, ricompensato con una condanna per “atti osceni”, tradotta in una segregazione forzata e nella castrazione chimica a base di estrogeni sintetici per sfuggire al carcere.