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“La vita a rate”, ottimi attori e belle ambizioni in una commedia perfezionabile

Nuova Compagnia di Prosa
LA VITA A RATE
di Paolo Triestino
con David Sebasti, Paolo Triestino, Edy Angelillo
scene Francesco Montanaro
costumi Adelia Apostolico
luci Marco Laudando
coreografia Eugenio Dura
regia di Paolo Triestino
organizzazione e distribuzione RAZMATAZ

in scena al Teatro della Cometa di Roma fino al 1° giugno 2014

Voto: 6½ su 10

Probabilmente in pochi ricorderanno un piccolo grande film italiano del 1994, scritto con Johnny Dell’Orto e diretto da Sandro Baldoni, dal titolo Strane Storie – Racconti di fine secolo, in cui, in forma episodica, venivano narrati tre fatti volutamente assurdi per esorcizzare la paura del nuovo millennio all’orizzonte.

“Ti sposo ma non troppo”, schema abusato per un copione mal adattato

Ti sposo ma non troppo (Italia, 2014) di Gabriele Pignotta con Gabriele Pignotta, Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Fabio Avaro, Paola Tiziana Cruciani, Paolo Triestino, Francesco Foti, Michela Andreozzi, Catherine Spaak

Sceneggiatura di Gabriele Pignotta, dall’omonima pièce teatrale

Commedia, 1h 36′, Teodora, in uscita il 17 aprile 2014

Voto: 3½ su 10

Non si finirà mai di ribadire quanto il teatro e il cinema siano due concetti drasticamente differenti, e quanto sia rischioso adattare il primo agli spazi del secondo. L’ha fatto in maniera scriteriata Gabriele Pignotta, uno dei più apprezzati volti della commedia teatrale italiana, che ha preso uno dei suoi testi meglio riusciti sul palco e lo ha ridotto per il grande schermo. Scritto, diretto e interpretato da sé medesimo, Ti sposo ma non troppo diventa l’ultimo caso di una folta schiera di fatali “allestimenti in celluloide” a ribadire la pericolosità di siffatti ibridi.

“Grisù, Giuseppe e Maria”: teatro popolare, genuino e divertente

Grisù, Giuseppe e Maria
di Gianni Clementi
Con: Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Franca Abategiovanni, Sandra Caruso, Diego Gueci
regia Nicola Pistoia
scena Francesco Montanaro
costumi Isabella Rizza
disegno luci Marco Laudando
produzione Neraonda
distribuzione e organizzazione RAZMATAZ
Fino al 16 aprile al Teatro La Cometa di Roma

Voto: 8 su 10

Se questo allestimento è al suo sesto anno di replica una ragione c’è, anzi, più di una. Partiamo dalla buona scrittura di Gianni Clementi, che riporta in auge quel tipo di teatro popolare alla Eduardo, fatto di vernacolo e repertorio, basato su schemi drammaturgici consolidati, meccanismi comici rodati, forse un po’ prevedibili ma sempre appetibili. Clementi azzecca soprattutto il concept, la messa in situazione di questa pièce: una sagrestia dell’Italia degli anni 50, un Prete confidente, più che confessore, degli irresistibili retroscena e siparietti popolari. È bastato questo per articolare una trama ricca di gag e ribaltamenti riusciti, che strappano applausi a scena aperta alla platea.

“L’invisibile che c’è”, Antonio Grosso tra dolore e candore

L’INVISIBILE CHE C’È
di Antonio Grosso
con Gennaro Cannavacciuolo, Antonio Grosso, Enzo Casertano, Antonello Pascale, Roberta Azzarone
regia Paolo Triestino
luci Luigi Ascione
scene Alessandra Ricci
costumi Adelia Apostolico

In scena al Teatro della Cometa di Roma, fino al 30 marzo

Voto: 7 su 10

In tempi di sperimentalismi fini a se stessi e di allestimenti comodamente seduti sulla pesante sacralità della tradizione, uno spettacolo come L’invisibile che c’è diventa una vera e propria manna dal cielo. Semplice ma decisamente efficace, diretto con la giusta puntualità dal bravo Paolo Triestino e scritto dal promettente Antonio Grosso (già autore dei fortunati Minchia signor tenente e Giggino Passaguai), narra la storia di un maturo artigiano napoletano, con la passione dei trenini elettrici, che cerca di sopravvivere alla tragica scomparsa dell’unico figlio, morto in un incidente sulla moto.