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“Parenti serpenti” di Carmine Amoroso, uno spettacolo di Luciano Melchionna, la recensione

PARENTI SERPENTI
di Carmine Amoroso

Regia: Luciano Melchionna
con: Lello Arena, Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea De Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
Scene: Roberto Crea
Costumi: Milla
Disegno luci: Salvatore Palladino
Musica: Stag
Assistente alla regia: Sara Esposito
Produzione: Ente Teatro Cronaca Vesuvio Teatro
In collaborazione con: Bon voyage produzioni | Festival Teatrale di Borgio Verezzi  2016

In scena al Teatro Eliseo dal 6 al 18 marzo 2018

Voto: 7 su 10

Sono passati 26 anni da quando Mario Monicelli diresse il suo “Parenti serpenti”, da lui stesso sceneggiato, assieme – tra gli altri – a quel Carmine Amoroso che firma oggi la drammaturgia dell’omonima traduzione teatrale, in scena in questi giorni al Teatro Eliseo in Roma.

Poco si attualizza all’epoca odierna e quasi nulla si cambia rispetto al lungometraggio cinematografico, eccezion fatta per l’elisione della voce narrante, affidata, nel film, al più piccolo ed innocente dei personaggi e qui, invece, consegnata all’attorialità strabordante di un Lello Arena che di questa pièce è anima sia comica (molto) che tragica (molto meno).

Il “Maraviglioso Boccaccio” dei maravigliosi fratelli Taviani

Meraviglioso Boccaccio (Italia, 2015) di Paolo e Vittorio Taviani, con Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca, Josafat Vagni, Melissa Bartolini, Eugenia Costantini, Moisè Curia, Miriam Dalmazio, Camilla Diana, Fabrizio Falco, Ilaria Giachi, Barbara Giordano, Rosabell Laurenti Sellers, Lino Guanciale

Sceneggiatura di Paolo e Vittorio Taviani

Drammatico, 1h 58′, Teodora, nelle sale dal 26 febbraio 2015

Voto Ozza: 8½ su 10
Voto D’Errico: 8 su 10

La grazia femminile, come non si vedeva da tempo, immortalata dalla sapienza del ritratto di primo piano, e la capacità di dirigere gesti, movenze, il “portamento”, parola ormai desueta, se non altro perché molti attori sembrano non badarci più.
Il conflitto per eccellenza: Eros e Thanatos, vita/amore e morte, celato nelle frasi musicali, suggerito nelle inquadrature, dichiarato in qualche fotogramma, per il senso e il tema del racconto.