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Home Video. “Sharon Tate – Tra incubo e realtà”, un film di Daniel Farrands, la recensione

Sharon Tate – Tra incubo e realtà (The Haunting of Sharon Tate, Usa, 2019) di Daniel Farrands con  Hilary Duff, Jonathan Bennett, Lydia Hearst, Pawel Szajda, Ryan Cargill

Sceneggiatura di Daniel Farrands

Thriller, 1h 30’, Koch Media, distribuito in home video dal 9 agosto 2019

Sull’onda del clamore suscitato dall’ultimo film di Quentin Tarantino C’era una volta a… Hollywood, e approfittando della ricorrenza del 50° anniversario dalla famigerata strage di Cielo Drive, arriva direttamente per il mercato home video Sharon Tate – Tra incubo e realtà, scritto e diretto da Daniel Ferrands, documentarista specializzato in studi sul cinema horror, e interpretato dall’ex reginetta Disney Hilary Duff, nei panni della sfortunata moglie di Roman Polanski che, incinta di otto mesi, venne barbaramente assassinata insieme a quattro suoi amici nella notte tra l’8 e il 9 agosto del 1969 da alcuni membri della Manson Family.

“Jukai – La foresta dei suicidi”, un film di Jason Zada, la recensione

Jukai – La foresta dei suicidi (The Forest, Usa, 2016) di Jason Zada con Natalie Dormer, Taylor Kinney, Eoin Macken, Stephanie Vogt, Yukiyoshi Ozawa

Sceneggiatura di Nick Antosca, Sarah Cornwell, Ben Ketai

Horror, 1h 33′, Midnight Factory/Koch Media, in uscita il 28 settembre 2017

Voto: 3 su 10

Ai piedi del Monte Fuji, in Giappone, c’è una foresta che si estende per oltre 3000 ettari, composta da una vegetazione fittissima di alberi e arbusti che, con la loro altezza, frenano il corso dei venti e attutiscono i rumori esterni: è Aokigahara, conosciuta anche con il termine giapponese Jukai (letteralmente, mare di alberi), un luogo tristemente noto per essere l’ultima meta scelta dai suicidi, che qui arrivano da ogni parte del mondo per porre fine alla loro vita. Già il regista Gus Van Sant se ne era servito, nel 2015, per ambientarvi il suo melodramma new age The See of Trees (in italia La foresta dei sogni), ma l’occasione per sfruttarla come location “di paura” era troppo ghiotta per poter sfuggire a una mente più furba. Ed ecco che, meno di un anno dopo, è uscito questo The Forest dell’esordiente Jason Zada, che arriva nelle nostre sale solo ora, con il titolo Jukai – La foresta dei suicidi, grazie alla ricerca certosina che fa del genere l’accorta distribuzione Midnight Factory.

RomaFF11 – Selezione Ufficiale: “7 minuti”, un film di Michele Placido

7 minuti (Italia/Francia/Svizzera, 2016) di Michele Placido con Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido, Clémence Poésy, Sabine Timoteo, Ottavia Piccolo, Anne Consigny, Michele Placido, Luisa Cattaneo, Erika D’Ambrosio, Balkissa Maiga, Bruno Cariello, Lee Colbert, Mimma Lovoi, Donato Placido, Gerardo Placido

Sceneggiatura di Michele Placido e Stefano Massini, dall’omonima pièce teatrale di Stefano Massini

Drammatico, 1h 32’, Koch Media, in uscita il 3 novembre 2016

Voto: 3 su 10

Fin dove si è disposti ad arrivare per mantenere il proprio posto di lavoro? A questo angoscioso interrogativo ha provato a rispondere Stefano Massini con una pièce teatrale intitolata 7 minuti, che ha viaggiato per l’Italia con la regia di Alessandro Gassman e l’interpretazione centrale di Ottavia Piccolo. Quel testo è ora diventato un film, diretto da Michele Placido e prodotto, con l’aiuto di finanziamenti esteri, dalla moglie Federica Vincenti. Francamente, il risultato lascia molto a desiderare, specie se si pensa all’importanza del tema affrontato.

RomaFF11 – Selezione Ufficiale: “Sole cuore amore”, un film di Daniele Vicari

Sole cuore amore (Italia, 2016) di Daniele Vicari con Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Giulia Anchisi, Francesco Acquaroli, Chiara Scalise, Paola Tiziana Cruciani

Sceneggiatura di Daniele Vicari

Drammatico, 1h 52’, Koch Media

Voto: 4½ su 10

Il potere non si interessa della routine, quindi deve farlo il cinema. Sotto questa urgenza civile più che cinematografica, Daniele Vicari lancia la sua ultima fatica, Sole cuore amore, un film per certi versi estremamente respingente, che affronta un tema ormai da anni di allarmante attualità, quello del precariato lavorativo, capace di schiacciare e annullare l’esistenza di ogni povero disgraziato costretto ad accettare compromessi mortificanti pur di sopravvivere.

RomaFF11 – Alice nella città: “Swiss Army Man”, un film di Daniels

Swiss Army Man (id, Usa, 2016) di Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert) con Paul Dano, Daniel Radcliffe, Mary Elizabeth Winstead

Sceneggiatura di Daniel Kwan e Daniel Scheinert

Drammatico, 1h 37’, Koch Media

Voto: 8½  su 10

All’ultimo Sundance è stato tra i film più discussi, ma tanto di cappello a un tale esempio di travolgente originalità. Swiss Army Man, del duo registico Daniels, ovvero Daniel Kwan e Daniel Scheinert, al loro esordio nel lungometraggio dopo una lunga e prestigiosa gavetta nei video musicali, è un vortice di sgradevolezze dall’animo dolce, difficile da catalogare ma imperdibile per chi dal cinema spera di ricevere concezioni artistiche e testuali alternative alle richieste di massa.

“Regali da uno sconosciuto”, qualche buco nel thriller d’esordio di Edgerton

Regali da uno sconosciuto – The Gift (The Gift, Usa, 2015) di Joel Edgerton con Rebecca Hall, Jason Bateman, Joel Edgerton, Allison Tolman, Busy Phillips

Sceneggiatura di Joel Edgerton

Thriller, 1h 48′, Koch Media, in uscita il 3 marzo 2016

Voto: 5½ su 10

Ritorna finalmente il thriller vecchia scuola, quello con la coppietta felice e l’intruso dissociato che trasformerà il loro roseo tran tran in un inferno. Com’era bello quando dagli Stati Uniti arrivavano certi filmetti che non ti permettevano neppure di andare a bere un bicchiere d’acqua senza rischiare di non perdere un colpo di scena. Erano i tempi di Malice, di Abuso di potere e Uno sconosciuto alla porta (chi se li ricorda?), bistrattati all’epoca, ma oggetti di piccoli culti inconfessabili oggi. Ci ha ripensato l’attore australiano Joel Edgerton, per l’occasione anche regista e sceneggiatore, a riportare il genere in auge con questo suo The Gift, in Italia tramutato nel più convenzionale Regali da uno sconosciuto.

“Qualcosa di buono”, salvate il soldato Swank dal “lacrima movie”

Qualcosa di buono (You’re Not You, Usa, 2014) di George C. Wolfe con Hilary Swank, Emmy Rossum, Josh Duhamel, Loretta Devine, Marcia Gay Harden, Julian McMahon, Jason Ritter, Ali Larter, Stephanie Beatriz, Ernie Hudson, Ed Begley jr.

Sceneggiatura di Jordan Roberts, Shana Feste dal romanzo omonimo di Michelle Wildgen (ed. Vallardi)

Drammatico, 1h 44′, Koch Media, in uscita il 27 agosto 2015

Voto: 6 su 10

Periodicamente si affaccia sugli schermi quello che un tempo veniva definito il “lacrima-movie”, che, sotto varie declinazioni, è sopravvissuto fino a oggi. Se ieri la vittima preferita di questo genere di produzioni era un bimbetto depresso (Incompreso di Comencini) e di salute cagionevole (L’albero di Natale di Young e L’ultima neve di promavera di Del Balzo), oggi a esalare l’ultimo respiro è quasi sempre un adulto di bellissimo aspetto, di ceto sociale agiato e dalle altissime qualità umane, affetto da una malattia incurabile. Solo in rari casi il “lacrima” riesce a stigmatizzare il cinismo del mero spettacolo emotivo in un messaggio più radicale sulla patologia affrontata e sulle conseguenze che essa comporta nel malato e in chi gli è vicino. Non è il caso, purtroppo, di Qualcosa di buono, tratto da un romanzo di Michelle Wildgen, sceneggiato con spreco di stucchevolezze da Jordan Roberts (Big Hero 6) e Shana Feste (già responsabile del remake di Amore senza fine) e diretto da quel George C. Wolfe che al suo attivo ha una delle peggiori trasposizioni da Nicholas Sparks, il traumatico Come un uragano.

“Babadook”, una fiaba di fantasmi interiori per l’horror dell’esordiente Kent

Babadook (The Babadook, Australia, 2014) di Jennifer Kent con Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall, Ben Winspear, Hayley McElhinney

Sceneggiatura di Jennifer Kent

Horror, 1h 34′, Koch Media – Midnight Factory, in uscita il 15 luglio 2015

Voto: 7½ su 10

Il cinema horror, negli ultimi tempi, naviga in cattive acque. Pochissime le opere degne d’interesse in un totale di operazioni derivative e prefabbricate, tra sequel, remake, reboot e non una sola idea capace di andare oltre fragori orchestrali e salti sulla poltrona. Non stupisce, quindi, che un film d’esordio come Babadook dell’australiana Jennifer Kent, abbia raccolto consenso pressoché unanime tra la critica internazionale. Gioiellino di grandi speranze, sia nei confronto di un genere in panne che verso una nuova interessante autrice, Babadook torna a sposare una narrazione classica per tradurre l’orrore nelle inquietudini del privato.

“Le due vie del destino”, melò accademico sugli orrori della guerra

Le due vie del destino (The Railway Man, GB/ Australia, 2013) di Jonathan Teplitzky con Colin Firth, Nicole Kidman, Jeremy Irvine, Stellan Skarsgård, Sam Reid, Hiroyuki Sanada

Sceneggiatura di Frank Cottrell Boyce, Andy Paterson dal romanzo autobiografico omonimo di Eric Lomax (ed. Vallardi)

Drammatico, 1h 56′, Koch Media, in uscita l’11 settembre 2014

Voto: 5 su 10

Ci sono film che, sebbene partano da importanti premesse spettacolari, si arenano poi in una distratta e sonnolenta fruizione casalinga. Le due vie del destino del regista australiano Jonathan Teplitzky è uno di questi. Il compromesso, in questo caso, è la trasposizione dell’autobiografia di Eric Lomax, reduce di guerra e prigioniero dei giapponesi a Singapore durante lo scontro con le truppe inglesi nel 1942, nonché tra la manovalanza alla costruzione della celeberrima linea ferroviaria che avrebbe dovuto unire la Thailandia con la Birmania. 

“Una notte in giallo”, Elizabeth Banks nel cammino della vergogna

Una notte in giallo (Walk of Shame, Usa, 2014) di Steven Brill con Elizabeth Banks, James Marsden, Willie Garson, Gillian Jacobs, Sarah Wright, Oliver Hudson

Sceneggiatura di Steven Brill

Commedia, 1h 35′, Koch Media, in uscita il 24 luglio 2014

Voto: 6 su 10

Commedia cucita su misura per il talento comico di Elizabeth Banks, che da tempo aspettava la sua possibilità per esplodere in un film da protagonista assoluta. Purtroppo, la pellicola si è rivelata sfortunata ai botteghini statunitensi e spera, ora, di trovare un banco di prova nelle clementi sale agostane della distribuzione italiana. E, in verità, l’attrice, più che il film, meriterebbe davvero una chance.