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#arenaestiva: “La truffa dei Logan”, un film di Steven Soderbergh, la recensione

La truffa dei Logan (Logan Lucky, Usa, 2017) di Steven Soderbergh con Channing Tatum, Adam Driver, Daniel Craig, Riley Keough, Seth MacFarlane, Katie Holmes, Hilary Swank, Sebastian Stan, Katherine Waterston, Farrah Mackenzie, Brian Gleeson, Jack Quaid

Sceneggiatura di Rebecca Blunt

Commedia, 1h 59′, Lucky Red, in uscita il 31 maggio 2018

Voto: 7 su 10

Un film come La truffa dei Logan rischia di essere ricordato più per la sua controversa vicissitudine produttiva che non per i suoi reali meriti artistici. Per l’appunto, dietro alla lavorazione c’è tutta un’avventura di ribellione maturata negli anni dal suo regista, l’ormai ineffabile Steven Soderbergh, verso i consueti canali produttivi, distributivi e promozionali che, a ben vedere, ormai rappresentano solamente una costosa zavorra, perdipiù limitante, alla libera circolazione di un’opera cinematografica. Già ai tempi di Magic Mike, poi autofinanziato da lui stesso e dalla sua star Channing Tatum, il regista si era scagliato contro il budget pubblicitario troppo alto imposto dalla Warner Bros, che riduceva al minimo i profitti dei partecipanti al progetto; per La truffa dei Logan i costi di produzione sono stati coperti mettendo insieme pre-vendite e prestiti dall’estero, per un budget stimato attorno ai 30 milioni di dollari, cifra considerevole per gli standard di un prodotto indipendente che si è potuto permettere anche un cast stellare. In definitiva, però, lo sforzo non ha pagato quanto sperato in risultati al box office, se solo in patria il film non è riuscito ad andare oltre i 25 milioni di incasso. 

#arenaestiva: “Ocean’s 8”, un film di Gary Ross, la recensione

Ocean’s 8 (Ocean’s Eight, Usa, 2018) di Gary Ross con Sandra Bullock, Cate Blanchett, Sarah Paulson, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Rihanna, Mindy Kaling, Awkwafina, Richard Armitage, James Corden, Elliott Gould, Dakota Fanning, Katie Holmes, Heidi Klum

Sceneggiatura di Gary Ross e Olivia Milch

Commedia, 1h 50′, Warner Bros. Entertainment Italia, in uscita il 26 luglio 2018

Voto: 5½ su 10

In un momento in cui l’industria cinematografica è chiamata, come mai prima d’ora, a confrontarsi con la presenza femminile nelle produzioni che contano, soprattutto dopo movimenti trasversali come Time’s Up e Me Too, che hanno portato l’attenzione pubblica a volgere lo sguardo non solo sulle violenze di tipo sessuale ma anche sulla disparità di trattamento economico tra uomo e donna (il momento di svolta fu il discorso di ringraziamento di Patricia Arquette nel ritirare l’Oscar per la sua interpretazione in Boyhood nel 2015), insomma in un quadro simile, un film come Ocean’s 8 sembra quasi un paradosso. Ben inteso, è un piacere che un blockbuster statunitense sia trainato dalla presenza carismatica, pressoché assoluta (unici uomini nel cast sono Richard Armitage e James Corden, in ruoli di contorno), di otto primedonne dello spettacolo, ma allo stesso tempo fa riflettere che l’occasione arrivi con una sorta di sequel/spin-off di una saga maschile, quasi a volerne in questo modo legittimare – e oggettivamente sminuire – la nuova ramificazione al femminile, senza che questa venisse comunque scritta e/o diretta da una donna.

“Woman in Gold”, la frode nazista con una superba Helen Mirren

Woman in Gold (id, Usa/GB, 2015) di Simon Curtis con Helen Mirren, Ryan Reynolds, Daniel Brühl, Katie Holmes, Max Irons, Tatiana Maslany, Charles Dance, Elizabeth McGovern, Jonathan Pryce, Frances Fisher, Tom Schilling, Moritz Bleibtreu, Antje Traue

Sceneggiatura di Alexi Kaye Campbell

Drammatico, 1h 50′, Eagle Pictures, in uscita il 15 ottobre 2015

Voto: 7 su 10

In un periodo in cui il cinema non ha più belle storie da raccontare, il regista inglese Simon Curtis (quello delle miniserie Bbc e del delizioso My Week with Marilyn) porta sugli schermi una gran bella storia, di quelle appassionanti e giustamente edificanti, da far tornare a casa il pubblico contento e arricchito di un qualcosa che è bene conoscere. La Shoah è un pozzo senza fine di vergogne, ma solo di recente sono venuti alla luce i sacchi dei nazisti alle opere d’arte del popolo ebraico.