Tag Archives: Julianne Moore

“Gloria Bell”, un film di Sebastián Lelio, la recensione

Gloria Bell (id, Cile/Usa, 2018) di Sebastián Lelio con Julianne Moore, John Turturro, Michael Cera, Caren Pistorius, Brad Garrett, Holland Taylor, Sean Astin, Jeanne Tripplehorn, Rita Wilson, Barbara Sukowa

Sceneggiatura di Sebastián Lelio

Commedia, 1h 42’, CINEMA, in uscita il 7 marzo 2019

Voto: 4½ su 10

Sebastián Lelio rifà se stesso e il suo Gloria del 2013, trasferendosi negli States e aggiungendo semplicemente un cognome caratterizzante al titolo di riferimento per il suo secondo film in lingua inglese dopo Disobedience (2017). Sempre e ancora storie di donne, della loro condizione nella società contemporanea e della loro lotta per l’autodeterminazione privata e sociale, da un regista curiosamente nato l’8 marzo. Tante volte ci siamo interrogati sull’esigenza o meno di realizzare remake americani di film “stranieri” e, in questo caso specifico, stentiamo a giustificare un’operazione filmica che, forse, trova la sua unica ragione d’essere nella vetrina per la sua sempre splendida interprete, Julianne Moore, qui anche in veste di produttrice esecutiva.

“La stanza delle meraviglie – Wonderstruck”, un film di Todd Haynes, la recensione

La stanza delle meraviglie – Wonderstruck (Wonderstruck, Usa, 2017) di Todd Haynes con Oakes Fegley, Millicent Simmonds, Julianne Moore, Jaden Michael, Michelle Williams, Tom Noonan, Cory Michael Smith

Sceneggiatura di Brian Selznich dalla sua omonima graphic novel (ed. Mondadori)

Drammatico, 1h 57′, 01 Distribution, in uscita il 14 giugno 2018

Voto: 8½ su 10

La piccola Rose guarda attentamente suo padre che, come un fiume in piena, la rimprovera parlando velocemente. Lei cerca di capire quello che, con tanta veemenza, le sta dicendo e il suo sguardo, pur se fisso, sembra attraversare l’uomo, per perdersi in un orizzonte lontano, meta e riparo dei suoi pensieri più profondi. Pensieri che non può esprimere a voce perché Rose è sorda dalla nascita. Siamo nel 1927 e, nello sconforto del suo isolamento forzato, la ragazzina tenta una via di fuga, partendo alla volta di New York per cercare l’attrice Lillian Mayhew, di cui colleziona foto e con la quale, si scoprirà in seguito, ha un legame molto speciale. Il viaggio di Rose risulterà indispensabile affinché, a distanza di cinquant’anni, il giovanissimo Ben (Oakes Fegley), che a causa di un incidente ha perso l’udito, possa intraprendere il suo, lasciando la propria casa per rintracciare il padre che non ha mai conosciuto.

Venezia74: il meglio e il peggio di questa Mostra del Cinema

La 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è conclusa laureando il regista messicano Guillermo del Toro con il Leone d’Oro per il suo splendido The Shape of Water, a sugellare un’edizione per molti versi irripetibile. Da anni non si assisteva a un cartellone così ricco e interessante, con tutto il meglio che la prossima stagione cinematografica avrà da offrire. Con grande soddisfazione e un senso di pienezza che stenterà a ripetersi, congediamo Venezia 74 con una goliardica carrellata del meglio e del peggio che abbiamo visto e vissuto in questi dieci frenetici giorni di cinema.

Venezia74 – Concorso: “Suburbicon”, un film di George Clooney, la recensione

Suburbicon (id, Usa, 2017) di George Clooney con Matt Damon, Julianne Moore, Noah Jupe, Oscar Isaac, Gary Basaraba, Megan Ferguson, Michael D. Cohen

Sceneggiatura di Joel & Ethan Coen, George Clooney, Grant Heslov

Thriller, 1h 44′, 01 Distribution

Voto: 8½ su 10

Benvenuti a Suburbicon, un’amena, pacifica e idilliaca comunità periferica in cui tutto va per il verso giusto: le villette sono economiche, c’è un centro commerciale e il parroco si prende cura di tutti i suoi fedeli. È l’America del 1959, ma George Clooney vuol parlare dei nostri tempi, prende spunto da una storia accaduta a Levittown, un vero centro urbano solo per persone di razza caucasica, creato in Pennsylvania dopo la Seconda Guerra Mondiale, e la adatta a una vecchia sceneggiatura mai prodotta che i fratelli Coen scrissero dopo il successo di Blood Simple (1984). Una collaborazione felice, per una commedia a tinte foschissime che scava nel marcio del sogno americano e rilancia un confronto inevitabile con la direzione che gli Stati Uniti stanno prendendo sotto l’attuale presidenza Trump.

“Hunger Games – Il canto della rivolta: parte 2”, fine dei giochi con tedio

Hunger Games – Il canto della rivolta: parte 2 (Hunger Games – Mockingjay: part 2, Usa, 2015) di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Josh Hutcherson, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Elizabeth Banks, Woody Harrelson, Donald Sutherland, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Jena Malone, Willow Shields, Natalie Dormer, Michelle Forbes

Sceneggiatura di Peter Craig, Danny Strong, Suzanne Collins, dal romanzo omonimo di Suzanne Collins

Fantasy, 2h 16′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 19 novembre 2015

Voto: 4 su 10

Basta! Si chiude al peggio la saga degli Hunger Games, una delle più sprecate e illusorie della storia del cinema fantasy recente. Per questo quarto capitolo finale è persino intervenuta l’autrice dei romanzi Suzanne Collins per provare a metterci una pezza in sede di sceneggiatura, ma è stato tutto inutile. Si conferma scellerata l’usanza di trinciare in due l’ultimo volume della trilogia, col risultato di rendere insipide ben due narrazioni per un totale di quasi cinque ore di spettacolo: neppure il fan più sfegatato delle disavventure dell’indomita Katniss Everdeen (la sempre più svogliata Lawrence) per liberare Panem riuscirebbe a non schiacciare un pisolino.

RomaFF10. Selezione Ufficiale: “Freeheld” di Peter Sollett

Freeheld (id, Usa, 2015) di Peter Sollett con Julianne Moore, Ellen Page, Michael Shannon, Steve Carell, Luke Grimes, Josh Charles, Dennis Boutsikaris, Stink Fisher

Sceneggiatura di Ron Nyswaner, basato sul cortometraggio documentario “Freeheld” di Cynthia Wade

Drammatico, 1h 43′, Videa, in uscita il 5 novembre 2015

Voto: 6 su 10

Era uno dei film più attesi della stagione, dopo la presentazione al Festival di Toronto e, soprattutto, a seguito della storica sentenza della Corte Suprema del 26 giugno scorso, che ha allargato il diritto di matrimonio a tutte le coppie omosessuali americane. A conti fatti, però, resta solo la nobile causa in Freeheld di Peter Sollett (Nick & Nora – Tutto accade in una notte), ispirato al cortometraggio premio Oscar di Cynthia Wade del 2007 e sceneggiato dall’autore di Philadelphia e Il velo dipinto Ron Nyswaner.

“Still Alice”, l’oblio dell’Alzheimer con una straordinaria Julianne Moore

Still Alice (id, Usa, 2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish

Sceneggiatura di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, dal romanzo omonimo di Lisa Genova

Drammatico, 1h 39′, Good Films, in uscita il 22 gennaio 2015

Voto: 7½ su 10

Nel dicembre del 2011, ai registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland (coppia di fatto anche nella vita: sono quelli del piccolo cult del Sundance 2006 Non è peccato) venne offerta la possibilità di misurarsi con il romanzo di Lisa Genova intitolato “Still Alice”, incentrato su una brillante insegnante universitaria di linguistica che, a cinquant’anni, viene colpita da una rara forma di sindrome di Alzheimer. Per un crudele scherzo del destino, allo stesso Glatzer era stata diagnosticata da poco la SLA. Due malattie diverse e quasi agli antipodi tra loro, perché la prima devasta la mente e risparmia il corpo, al contrario della seconda che blocca il fisico ma non l’intelletto, ma entrambe accomunate dall’irreversibilità e dall’isolamento dal mondo esterno.

“Hunger Games – Il canto della rivolta: parte 1”, in attesa dei giochi finali

Hunger Games – Il canto della rivolta: parte 1 (The Hunger Games – Mockingjay: part 1, Usa, 2014) di Francis Lawrence con Jennifer Lawrence, Liam Hemsworth, Josh Hutcherson, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Elizaqbeth Banks, Woody Harrelson, Donald Sutherland, Jeffrey Wright, Stanley Tucci, Jena Malone, Toby Jones, Natalie Dormer, Michelle Forbes

Sceneggiatura di Peter Craig, Danny Strong, dal romanzo omonimo di Suzanne Collins

Fantasy, 2h 03′, Universal Pictures International Italy, in uscita il 20 novembre 2014

Voto: 5 su 10

Hunger Games senza Hunger Games. O di come una saga partita con i migliori auspici stia affondando nel mare del profitto. Non è la prima volta che l’ultimo romanzo di una collana di best seller viene troncato in due nella trasposizione cinematografica a solo scopo di lucro: aprì l’usanza Harry Potter e i doni della morte, uscendone miracolosamente illeso, mentre fu imbarazzante l’esito di Breacking Dawn, capitolo finale di Twilight riadattato in due film davvero funesti. Tira un po’ la stessa aria in questo Canto della rivolta: parte 1, che è solo l’introduzione alla fase terminale dell’ultimo libro della saga young adult di Suzanne Collins, sdoppiato dalla casa di produzione Lionsgate unicamente per far cassa, al netto di una narrazione che non regge oltre due ore di spettacolo.

RomaFF9: “Still Alice” di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, sezione Gala

Still Alice (id, Usa, 2014) di Richard Glatzer e Wash Westmoreland con Julianne Moore, Kristen Stewart, Alec Baldwin, Kate Bosworth, Hunter Parrish

Sceneggiatura di Richard Glatzer e Wash Westmoreland, dal romanzo omonimo di Lisa Genova

Drammatico, 1h 39′, Good Films, in uscita prossimamente

Voto: 7½ su 10

Nel dicembre del 2011, ai registi Richard Glatzer e Wash Westmoreland (coppia di fatto anche nella vita: sono quelli del piccolo cult del Sundance 2006 Non è peccato) venne offerta la possibilità di misurarsi con il romanzo di Lisa Genova intitolato “Still Alice”, incentrato su una brillante insegnante universitaria di linguistica che, a cinquant’anni, viene colpita da una rara forma di sindrome di Alzheimer. Per un crudele scherzo del destino, allo stesso Glatzer era stata diagnosticata da poco la SLA. Due malattie diverse e quasi agli antipodi tra loro, perché la prima devasta la mente e risparmia il corpo, al contrario della seconda che blocca il fisico ma non l’intelletto, ma entrambe accomunate dall’irreversibilità e dall’isolamento dal mondo esterno.

“Quel che sapeva Maisie”, il divorzio raccontato dall’infanzia

Quel che sapeva Maisie (What Maisie Knew, Usa, 2012) di Scott McGehee, David Siegel con Onata Aprile, Julianne Moore, Steve Coogan, Alexander Skarsgård, Joanna Vanderham

Sceneggiatura di Nancy Doyne, Carroll Cartwright, ispirato all’omonimo romanzo di Henry James (ed. Marsilio)

Drammatico, 1h 35′, Teodora Film, in uscita il 26 giugno 2014

Voto: 8 su 10

Adattamento contemporaneo di un romanzo omonimo di Henry James del 1897, Quel che sapeva Maisie è la sorpresa di fine giugno delle uscite in sala (distribuisce Teodora Film, non con qualche remora: il film era nel loro listino da tempo). Gli sceneggiatori trasportano la vicenda vittoriana nella metropoli newyorkese di oggi, portando alla luce gli elementi di straordinaria modernità del testo attraverso le implicazioni che riguardano una coppia divorziata (Moore e Coogan) in lotta per l’affidamento della piccola figlia Maisie (Aprile). Rocker distratta lei, mercante d’arte girovago lui, sballottano la bimba da una casa all’altra, abbandonandola il più delle volte alla compagnia dei rispettivi nuovi compagni (Skarsgård e Vanderham). Privata di basi e attenzioni, Maisie verrà chiamata a compiere una scelta difficile.