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“Assassinio sull’Orient Express”, un film di Kenneth Branagh, la recensione

Assassinio sull’Orient Express (Murder on the Orient Express, Usa, 2017) di Kenneth Branagh con Kenneth Branagh, Michelle Pfeiffer, Johnny Depp, Judy Dench, Daisy Ridley, Olivia Colman, Willem Dafoe, Penèlope Cruz, Josh Gad, Derek Jacobi, Tom Bateman, Lucy Boynton, Manuel Garcia-Rulfo, Leslie Odom jr., Sergei Polunin, Miranda Raison, Hayat Kamille

Sceneggiatura di Michael Green, dal romanzo omonimo di Agatha Christie (ed. Mondadori)

Giallo, 1h 53′, 20th Century Fox Italia, in uscita il 7 dicembre 2017

Voto: 6 su 10

L’enorme successo che sta riscuotendo questo pomposo adattamento del celeberrimo romanzo omonimo di Agatha Christie, è foriero di due dati di fatto inequivocabilii: il primo risiede nel piacere mai abbastanza appagato del pubblico di abbandonare i nervi alla malìa del giallo puro, sempre più raro da ritrovare al cinema; il secondo sta nella freschezza senza tempo degli intrecci della gloriosa autrice britannica. Assassinio sull’Orient Express, forse la sua creazione narrativa più proverbiale, è un vessillo al godimento della lettura e, insieme, una macchina del mistero che non perde mai un colpo fino all’ultima pagina. Se il film omonimo, diretto da Kenneth Branagh, servirà (come sembra stia riuscendo) ad avvicinare il pubblico più giovane agli intrighi letterari della regina del brivido, allora l’intera operazione sarà ampiamente giustificata, pur con tutti i suoi limiti artistici.

Venezia70, le minirecensioni: “Philomena”, “Memphis”, “Child of God”, “La belle vie”

Philomena (id, GB, 2013) di Stephen Friers, con Judi Dench, Steve Coogan, Charlie Murphy, Sean Mahon, Mare Winnigham, Sophie Kennedy Clark

Sceneggiatura di Steve Coogan, Jeff Pope, dal libro “The Lost Child of Philomena Lee: A Mother, Her Son and a 50 Year Search” di Martin Sixsmith

Drammatico, 1h 34′

Voto: 10 su 10

La storia vera di Philomena Lee, madre coraggio che cerca suo figlio, sottrattole dalle suore quando era ancora adolescente. La aiuterà un giornalista che fiuta l’occasione del rilancio. Sette anni dopo The Queen (e reduce dal dimenticabile Una ragazza a Las Vegas), il regista britannico Stephen Friers torna a Venezia con un indimenticabile ritratto di madre che è anche un inappuntabile esempio di rigore, intelligenza e struttura cinematografica. Dramma e commedia convivono talmente bene da valorizzarsi a vicenda, i dialoghi raccolgono applausi a scena aperta, la regia non perde un colpo, gli attori furoreggiano, dall’immensa Judi Dench al serafico Steve Coogan, anche sceneggiatore e produttore. Una grande lezione di cinema. In Concorso.