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#arenaestiva: “Il padre d’Italia”, un film di Fabio Mollo, la recensione

Il padre d’Italia (Italia, 2017) di Fabio Mollo con Luca Marinelli, Isabella Ragonese, Anna Ferruzzo, Mario Sgueglia, Esther Elisha

Sceneggiatura di Fabio Mollo e Josella Porto

Drammatico,1h 33’, Good Films, in uscita il 9 marzo 2017

Voto: 6 su 10

In una stagione cinematografica italiana dominata da pessime commedie, l’uscita in sala (e ora in qualche coraggiosa arena estiva) di un piccolo film come Il padre d’Italia ha significato molto per chi crede ancora che il nostro cinema può e deve dire qualcosa del proprio momento storico al suo pubblico. Opera seconda di Fabio Mollo, giovane regista calabrese che esordì due anni fa con l’impegnativo Il Sud è niente, è stata vanamente fatta passare per ciò che non è, ossia un film sulla stepchild adoption, il decreto di legge bocciato in senato in concomitanza all’approvazione delle unioni civili, che avrebbe consentito l’adozione a coppie dello stesso sesso.

RomaFF11 – Selezione Ufficiale: “Sole cuore amore”, un film di Daniele Vicari

Sole cuore amore (Italia, 2016) di Daniele Vicari con Isabella Ragonese, Francesco Montanari, Eva Grieco, Giulia Anchisi, Francesco Acquaroli, Chiara Scalise, Paola Tiziana Cruciani

Sceneggiatura di Daniele Vicari

Drammatico, 1h 52’, Koch Media

Voto: 4½ su 10

Il potere non si interessa della routine, quindi deve farlo il cinema. Sotto questa urgenza civile più che cinematografica, Daniele Vicari lancia la sua ultima fatica, Sole cuore amore, un film per certi versi estremamente respingente, che affronta un tema ormai da anni di allarmante attualità, quello del precariato lavorativo, capace di schiacciare e annullare l’esistenza di ogni povero disgraziato costretto ad accettare compromessi mortificanti pur di sopravvivere.

RomaFF10. Selezione Ufficiale: “Dobbiamo parlare” di Sergio Rubini

Dobbiamo parlare (Italia, 2015) di Sergio Rubini con Sergio Rubini, Maria Pia Calzone, Fabrizio Bentivoglio, Isabella Ragonese

Sceneggiatura di Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, dall’omonimo spettacolo teatrale di Sergio Rubini

Commedia, 1h 39′, Cinema di Valerio De Paolis, in uscita il 19 novembre 2015

Voto: 4 su 10

Il paragone con Carnage, prima pièce teatrale di Yasmina Reza e poi magnifico film di Roman Polanski, sarà pure fuori luogo, come ha tenuto a precisare Sergio Rubini, ma resta inevitabile. Dobbiamo parlare, oltre a essere l’incipit più temuto in ogni discussione relazionale, è anche il titolo del film scritto, diretto e interpretato dal talentuoso attore e regista pugliese che, forse con un eccesso di fiducia nelle possibilità cinematografiche del progetto, ha trasposto anzitempo per il grande schermo un suo spettacolo ancora in fase di primo rodaggio sui palcoscenici italiani.

“Fino a qui tutto bene”, la fotografia più autentica degli ultimi trentenni

Fino a qui tutto bene (Italia, 2014) di Roan Johnson con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Gugliemo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli, Isabella Ragonese

Sceneggiatura di Roan Johnson e Ottavia Madeddu

Commedia, 1h 20′, Microcinema, in uscita il 19 marzo 2015

Voto D’Errico: 7½ su 10
Voto Ozza: 9 su 10

Nel 2013, l’Università di Pisa chiese a Roan Johnson (Gli ultimi della lista) di realizzare un documentario sui giovani studenti ai tempi della crisi. Il risultato, invece che lamentoso e sconfitto, fu di rilancio e sfida. Altro che arrendersi: i ragazzi avevano voglia di rivalsa. Nasce così l’idea di raccontare la fine di quel periodo, quando lo scudo dello studio termina il suo compito e si comincia a fare i conti con un futuro che è solo incertezza. Il film, però, si è rifiutato di seguire la strada della produzione canonica, fatta di attese, promesse e soldi inesistenti, e come per i suoi protagonisti, ha deciso di perseverare sul percorso dell’autogestione. Risultato: la fotografia più autentica degli ultimi trentenni italiani come a nessuno era riuscito prima di scattare, forse proprio perché affrontata con le loro stesse armi e nelle loro medesime condizioni.

RomaFF9: “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson, sezione Prospettive Italia

Fino a qui tutto bene (Italia, 2014) di Roan Johnson con Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Gugliemo Favilla, Melissa Anna Bartolini, Paolo Giommarelli, Isabella Ragonese

Sceneggiatura di Roan Johnson e Ottavia Madeddu

Commedia, 1h 20′, Microcinema, in uscita il 6 novembre 2014

Voto D’Errico: 7½ su 10

Voto Ozza: 9 su 10

Nel 2013, l’Università di Pisa chiese a Roan Johnson (Gli ultimi della lista) di realizzare un documentario sui giovani studenti ai tempi della crisi. Il risultato, invece che lamentoso e sconfitto, fu di rilancio e sfida. Altro che arrendersi: i ragazzi avevano voglia di rivalsa. Nasce così l’idea di raccontare la fine di quel periodo, quando lo scudo dello studio termina il suo compito e si comincia a fare i conti con un futuro che è solo incertezza. Il film, però, si è rifiutato di seguire la strada della produzione canonica, fatta di attese, promesse e soldi inesistenti, e come per i suoi protagonisti, ha deciso di perseverare sul percorso dell’autogestione. Risultato: la fotografia più autentica degli ultimi trentenni italiani come a nessuno era riuscito prima di scattare, forse proprio perché affrontata con le loro stesse armi e nelle loro medesime condizioni.

“La sedia della felicità”, il congedo garbato di un regista che ci mancherà

La sedia della felicità (Italia, 2014) di Carlo Mazzacurati con Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Antonio Albanese, Maria Paiato, Milena Vukotic, Fabrizio Bentivoglio, Silvio Orlando, Roberto Citran, Raul Cremona, Marco Marzocca, Mirco Artuso, Roberto Abbiati, Lucia Mascino, Natalino Balasso

Sceneggiatura di Carlo Mazzacurati, Doriana Leondeff, Marco Pettenello

Commedia, 1h 38′, 01 Distribution, in uscita il 24 aprile 2014

Voto: 7 su 10

A tre mesi dalla prematura scomparsa di Carlo Mazzacurati, esce in sala postumo l’ultimo film da lui diretto e già presentato durante l’ultima edizione del Torino Film Festival. La sedia della felicità è l’opera più dichiaratamente comica del sensibile autore padovano, e non sarà difficile, per chi ha dimestichezza col suo cinema, ritrovarvi ambienti e umori che da sempre hanno popolato la sua concezione narrativa.