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“Il ritorno a casa” di Harold Pinter, uno spettacolo di Carlo Lizzani, la recensione

IL RITORNO A CASA
di Harold Pinter

traduzione a cura Alessandra Serra
regia: Carlo Lizzani
con: Mario Ive, Carlo Lizzani, Valerio Ribeca, Marco Sicari, Debora Troiani
movimenti coreografici: Cristina Pensiero
disegno luci: Valerio Camelin
costumi: Ludovica Rosenfeld
illustrazione: Alberto Ruggieri
produzione: Attori & Tecnici

In scena al Teatro Tordinona dal 20 al 31 marzo 2018

Voto: 6½ su 10

Teddy (Carlo Lizzani) dopo anni di assenza, torna nella casa paterna una notte, all’improvviso, accompagnato dalla giovane moglie Ruth (Debora Troiani). In quella che un tempo fu dimora della sua infanzia trova il padre Max (Mario Ive) un uomo di aspra, perentoria determinazione, e i suoi due fratelli Joey (Valerio Ribeca) e Lenny (Marco Sicari), che vivono attendendo uno una vincita alle corse dei cavalli, l’altro l’inizio di una fantomatica carriera da pugile.

“Old times – Vecchi tempi” di Harold Pinter, uno spettacolo di Michael Rodgers, la recensione

OLD TIMES – VECCHI TEMPI
di Harold Pinter

traduzione di Alessandra Serra
regia Michael Rodgers
con Christine Reinhold, Lisa Vampa, Marco S. Bellocchio
creative consultant Robert Castle
scenografia Mauro Radaelli
costumi VerdeLilla e Maurizio Baldassari
assistente alla regia Gianpiero Pitinzano
light design Claudio De Pace
Scene Ferrante Aporti
Illustratore Roberto Ronchi
Grafica Veronica Woolf
Musica originale ‘Lui e Lei’ di Piero Umiliani
Produzione Teatro Primo Studio – Film Beyond

In scena al Teatro dei Conciatori dal 2 al 14 maggio

Voto: 6 su 10

Dichiara l’aderenza alla visione drammaturgica di Pinter fin dall’essenziale scenografia, sulla quale è impresso nome del drammaturgo e titolo dell’opera, questa regia teatrale di Michael Rodgers, in scena al Teatro dei Conciatori di Roma fino al 14 maggio.

Siamo in un interno borghese di scarna essenzialità, due divani coperti da bianchi teli, uno di fronte all’altro, e un tavolino sul quale sono disposte alcune bevande: una coppia – lei Kate, lui Deeley – attende l’arrivo di Anna, che con Kate condivise, anni addietro, un modesto appartamento nella Londra del dopo guerra e gli anni più vivaci di una gioventù ormai lontana nel tempo.

“Tradimenti”, la rilettura sessantottina di Placido si salva grazie agli interpreti

Goldenart Production
TRADIMENTI
di Harold Pinter

traduzione di Alessandra Serra
con Ambra Angiolini, Francesco Scianna, Francesco Biscione
scene Gianluca Amodio
costumi Mariano Tufano
musiche originali Luca D’Alberto
light designer Giuseppe Filipponio
regia Michele Placido

In scena al Teatro Eliseo di Roma fino al 20 dicembre

Voto: 6 su 10

Della produzione di Harold Pinter, Tradimenti (Betrayal) è uno dei testi più celebrati. Scritto nel 1978, l’autore ne curò anche una versione cinematografica nel 1983, diretta da David Hugh Jones e interpretata da Jeremy Irons, Patricia Hodges e Ben Kingsley. Storia d’amore dalla cronologia capovolta per raccontare le fasi di un adulterio che sul palco parte nel 1977, per poi andare a ritroso fino al 1968. Jerry ed Emma si incontrano in un pub, la loro relazione fedifraga è finita da due anni, lei ha scoperto che il marito Robert la tradisce. Andando indietro nel tempo ripercorriamo le fasi che portarono all’inizio della seduzione di Jerry verso la moglie del suo migliore amico. Nel mentre, un viaggio di Emma e Robert a Venezia porterà alla luce la tresca, favorendo implicitamente il prosieguo di un particolare ménage a trois.

“Pinter. Atti Unici”: Una specie d’Alaska, La stanza, Una serata fuori

PINTER. ATTI UNICI: Una specie d’AlaskaLa stanzaUna serata fuori 
di Harold Pinter

Regia Nanni Garella
Con Nanni Garella, Giorgia Bolognini, Luca Formica, Pamela Giannasi, Maria Rosa Iattoni, Iole Mazzetti, Fabio Molinari, Mirco Nanni, Lucio Polazzi, Deborah Quintavalle, Moreno Rimondi, Roberto Risi
Regista assistente Gabriele Tesauri
Luci Paolo Mazzi
Costumi Elena Dal Pozzo
Assistente alla regia Nicola Berti
Direttore di scena Davide Capponcelli
Foto di scena Raffaella Cavalieri

Una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione in collaborazione con Associazione Arte e Salute Onlus e con il sostegno di Granarolo

Andato in scena all’Arena del Sole di Bologna

Voto 6½ su 10

Non è la prima volta che il regista Nanni Garella si confronta con Harold Pinter. La scelta di quest’autore è consequenziale a un’altra scelta compiuta dal regista bolognese ormai tanti anni orsono, ossia quella di lavorare con l’Associazione Arte e Salute Onlus in collaborazione con Regione Emilia Romagna per il progetto “Teatro e Salute Mentale”. Pinter è un autore che ha cercato continuamente di portare all’attenzione dell’opinione pubblica casi di violazione dei diritti umani e di oppressione, metterlo in scena significa raccontare le persone disagiate, emarginate, malate, sofferenti. E così anche lo spettacolo Pinter. Atti unici, andato in scena all’Arena del Sole di Bologna, prende in prestito la poetica del drammaturgo britannico, premio Nobel per la letteratura nel 2005, dandole linfa e vitalità grazie al vissuto della sofferenza psichiatrica degli interpreti, pronta a trasformarsi, come dice il regista, “in pura gioia estetica e in rappresentazione immediata della realtà”.

“Una specie di Alaska”: Binasco e Bertelà, connubio vincente

UNA SPECIE DI ALASKA
di Harold Pinter
regia Valerio Binasco
con Sara Bertelà, Alessandro Accinni e Orietta Notari
allestimento scenico Nicolas Bovay
costumi Catia Castellani
Produzioni Nidodiragno
foto di Manuela Giusto
Fino al 26 ottobre 2014 al Teatro dell’Orologio di Roma

Voto: 8½ su 10

Una convincente, sentita ed emozionante interpretazione, quella di Sara Bertelà, diretta dal bravo Valerio Binasco, in Una specie di Alaska di Harold Pinter, atto unico struggente nella sua semplicità drammaturgica.
Il conflitto è chiaro, efficace, di forte appiglio: Deborah, una ragazza di sedici anni, cade vittima di una malattia, l’ encephalitis lethargica, meglio conosciuta come “la malattia del sonno”, molto diffusa ai primi del novecento. Rimane in coma per ben 29 anni, accudita con amore dai famigliari e, in particolare, dalla sorella Pauline (qui interpretata dalla sempre empatica Orietta Notari). Al suo risveglio Deborah è ancora quella ragazzina, imprigionata, però, nel corpo di un’adulta.

“Il calapranzi”, un Pinter essenziale ma intelligente

IL CALAPRANZI
di Harold Pinter
traduzione di  Alessandra Serra
con Francesco Montanari e Riccardo de Filippis
regia di Giorgio Caputo
Al Teatro Bibilioteca Quarticciolo di Roma 

Voto 7 ½ su 10

Una stanza senza finestre, due brandine e uno sportello – il calapranzi appunto – da cui arrivano le comande. A dover rispondere agli ordini (letteralmente e metaforicamente calati dall’alto), i due uomini protagonisti della rappresentazione: Ben, aggressivo e prevaricatore, e Gus, inquieto e insofferente. Entrambi attendono di poter portare a termine il lavoro che li ha costretti a passare la giornata in quel seminterrato a loro estraneo; entrambi, killer professionisti – manovrati dal misterioso Wilson – sono parte di un ingranaggio che, ineluttabilmente, li spingerà al compiersi del reciproco destino.