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“Dove non ho mai abitato”, un film di Paolo Franchi, la recensione

Dove non ho mai abitato (Italia, 2017) di Paolo Franchi con Emmanuelle Devos, Fabrizio Gifuni, Giulio Brogi, Hippolyte Girardot, Isabella Briganti, Giulia Michelini, Valentina Cervi, Fausto Cabra, Jean-Pierre Lorit, Yorgo Voyagis, Naike Rivelli

Sceneggiatura di Paolo Franchi, Rinaldo Rocco, Daniela Ceselli

Drammatico, 1h 37′, Lucky Red, in uscita il 12 ottobre 2017

Voto: 6 su 10

A distanza di circa cinque anni dal suo, molto contestato, E la chiamano estate, Paolo Franchi torna con un radicale cambio di pelle, tale da diventare quasi irriconoscibile. Pur non avendo mai rinnegato quel film, che gli ha attirato contro gli strali della critica, il regista dimostra, tuttavia, di aver ben imparato la lezione, virando con il suo nuovo lungometraggio verso un docile mélo ispirato al cinema classico del passato. Augurandosi, presumibilmente, una personale riabilitazione incentrata sull’approvazione generale che, di certo, non tarderà ad arrivare.

“La grande bellezza”, viaggio al termine della Roma ‘cafonal’

La grande bellezza (Italia, 2013) di Paolo Sorrentino, con Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Pamela Villoresi, Galatea Ranzi, Carlo Buccirosso, Iaia Forte, Luca Marinelli, Isabella Ferrari, Serena Grandi, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Lillo Petrolo, Sonia Gessner, Anita Kravos, Ivan Franek, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Giulio Brogi, Dario Cantarelli, Giorgia Ferrero, Franco Graziosi, Giovanna Vignola, Giusi Merli, Luciano Virgilio, Fanny Ardant

Soggetto e sceneggiatura di Paolo Sorrentino con Umberto Contarello

Drammatico, 2h 24’, Medusa, in uscita il 21 maggio 2013

In Concorso al 66° Festival del Cinema di Cannes 2013

Voto D’Errico: 8 su 10

Voto Ozza: 7 su 10

Voto Tomaselli: 7½ su 10

Lupa e vestale, aristocratica e stracciona, tetra e buffonesca. La Roma di Fellini, che con questi aggettivi descrisse Anna Magnani come simbolo ed emblema della città, non è più quella di un tempo. È peggiorata. “Nun me fido”, rispose Nannarella alla cinepresa di Federico, quasi a voler preservare il mistero di una bellezza eterna e fugace, che accompagna il tormento all’estasi. Oggi, quella bellezza si ritrova ad osservare, mesta come una vecchia diva al tramonto, il via vai per il nulla dell’umanità che inconsciamente la abita e la umilia.